Minaccia

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Il giorno successivo mi svegliai all'alba; ero nel mio letto ancora vestita come la sera precedente. Appena mi alzai mi cambiai subito, scesi per fare colazione e incontrai Scott e mamma. La donna si avvicinò a me e mi abbracciò, poi mio fratello si avvicinò a sua volta e chiese: - Come va? -. Io risposi: - Bene, come dovrebbe andare? - ancora strofinandomi gli occhi assonnati e mi preparai la colazione. Quando mi sedetti al tavolo Scott fece altrettanto. Vedendo poi che lo ignoravo disse: - Non hai visto ieri sera come ti guardava Dylan? Liam aveva ragione, ha qualcosa di sospetto e quando ho sentito quel verso, prima di guardare te, mi sono voltato verso lui e giurerei di averlo visto sorridere compiaciuto -

- Oh Scott, andiamo! Dylan è un bravo ragazzo te lo posso assicurare, ieri sera ci ho passato un po' di tempo insieme e mi è sembrato normalissimo -

La settimana successiva mio fratello mi costrinse a "fargli conoscere" Dylan così lo riferimmo agli altri e Stiles e Liam si unirono a noi. Ci appostammo nel corridoio degli armadietti e lo aspettammo per circa un quarto d'ora. Le lezioni sarebbero iniziate a breve, ma di Dylan non c'era traccia.

Al pomeriggio ci fermammo agli allenamenti di lacrosse e per tutto il tempo pensai a dove poteva trovarsi.

Ero molto confusa e avevo bisogno di schiarirmi le idee, così uscii da scuola per farmi un giro. Misi le cuffiette nelle orecchie e iniziai ad ascoltare un po' di buona musica che mi aiutava sempre. Io e la musica eravamo come una cosa sola, quando ero triste, arrabbiata o felice ascoltavo la musica. Riuscivo a distrarmi da tutto con la musica; le melodie mi entravano nella testa e danzavano attorno al cervello incantandolo. Non pensavo a niente in quei momenti, solo alla musica.

Erano già passati alcuni minuti e io mi trovavo seduta sul muretto che separava il parcheggio della scuola dal bosco a cantare sottovoce. A un certo punto vidi un'ombra alla mia destra, verso gli alberi, e mi sentii tirare per un braccio. Provai a urlare ma una mano mi tappò la bocca e gli occhi. Le cuffiette mi scivolarono dalle orecchie e riuscii a sentire un rumore di foglie calpestaste mentre venivo trascinata verso il centro del bosco. Non feci in tempo a tentare di trasformarmi che sentii un urlo seguito da un forte ringhio. Fui scaraventata per terra e atterrai sull'erba umida che mi bagnava i capelli. 

Non riuscii a muovermi, la mia vista era completamente sfocata, ma rimasi lì ad ascoltare: udii ringhi e colpi, scricchiolii di cartilagine spezzata e stridori quasi metallici. Poi sentii un ultimo urlo assordante; il fiato mi si bloccò nei polmoni e un brivido percorse tutto il mio corpo, dalla testa ai piedi. Qualcosa cadde pesantemente nell'erba accanto a me facendomi sussultare e poi un lungo silenzio cadde sul bosco.

La prima cosa che ricordo dopo l'accaduto risale a parecchie ore dopo; la mia schiena era affondata nei morbidi cuscini di un divano e alla mia sinistra si apriva un'enorme vetrata da cui intravedevo il cielo ricoperto di stelle argentate sopra ai tetti dei palazzi. Voltai la testa e capii di essere nel loft di Derek: il ragazzo era in piedi poco più in là del divano su cui ero coricata e mi fissava con la sua solita aria seria e le braccia incrociate, accanto a lui Scott si era addormentato su una sedia. Quando provai ad alzarmi sentii una forte fitta all'addome e un lieve dolore si sparse per tutta la parte superiore del mio corpo, fui costretta a ricadere sul divano. Alzai leggermente la maglietta e scorsi dei profondi tagli aperti ancora sanguinanti, poi guardai anche braccia e gambe e ne vidi altri meno gravi. Non erano ancora guariti, perché ero ancora molto debole, altrimenti con i miei poteri sarebbero spariti all'istante. Mi girai confusa verso Derek e chiesi: - Mettendo da parte l'orgoglio, mi puoi spiegare cos'è successo? -. Lui si avvicinò e si sedette davanti a me, sospirò e poi disse: - Hanno cercato di prenderti -

- Chi esattamente? -

- Non lo so, non sono riuscito a capirlo. Era un Beta, aveva gli occhi come i tuoi, ma non ti so dire altro -. Io fissai il vuoto per un attimo; perché qualcuno avrebbe dovuto rapirmi? Derek sembrò leggermi nel pensiero e disse: - Ti vogliono nel loro branco e vogliono distruggerci -

- E perché proprio me? -

- Perché sei giovane e forte, Madison - poi indicò le mie ferite - Ti bruciano ancora? -. Annuii e il ragazzo mi porse del disinfettante. Poi rivolsi un'occhiata a Scott che ancora dormiva e chiesi: - E lui? -

- Lo stavo per incatenare perché voleva assolutamente andare a cercare il responsabile - disse Derek con un sorriso che sfoggiò i suoi canini aguzzi gli illuminò il viso.

Poco dopo mio fratello si svegliò e mi corse in contro: - Maddie, come stai? -

- Bene, non ti preoccupare - dissi per calmarlo. Poi mi alzai con le ferite che ancora bruciavano, non avrei voluto rimanere lì ancora per molto. Scott però mi poso una mano sulla spalla bloccandomi con delicatezza allo schienale del divano: - Stanno arrivando gli altri -. Così sospirai e mi accomodai nuovamente. Dopo alcuni minuti di sguardi colmi di pena rivolti a me la porta del loft si spalancò e Allison e Lydia, seguite da Liam e Stiles, mi corsero in contro abbracciandomi: - Per fortuna stai bene, non sai quanto eravamo preoccupate per te! - e io risposi con un sorriso. Poi Liam si fece strada tra gli altri e si sedette accanto a me prendendomi una mano: - Mi sono preso un infarto! -. Poi mi rivolse uno sguardo come per dire "io credo di sapere chi è", ma feci finta di non recepire il messaggio.

Iniziammo a parlare di cose serie: Derek disse quello che mi aveva riferito poco prima e Allison si fece avanti: - Io credo di sapere perché vogliono farci fuori - attirò l'attenzione di tutti, compresa la mia.

- Ho fatto un po' di ricerche tra i libri di mio padre e ho scoperto che quello è un branco proveniente dal Kentucky. Penso che ci vogliano distruggere a causa mia -. Scott sussultò senza farsi vedere troppo.

- La mia famiglia lo ha perseguitato per molti anni perché uccise migliaia di persone in quelle zone, ed è qui per vendicarsi -. Mio fratello la guardò dispiaciuto e la abbracciò calorosamente. Ci fu un attimo di silenzio e poi la ragazza, dopo un sospiro, continuò: - E credo di sapere chi è l'Alpha -, tutti alzarono lo sguardo dimostrandosi molto interessati - Deucalion -.

Derek, all'udire quel nome si passò una mano tra in capelli e si coprì il viso con entrambe le mani appoggiando i gomiti alle ginocchia. Tutti lo guardammo confusi intuendo che quel nome gli era familiare e guardai in particolare mio fratello. Scott era l'Alpha del nostro branco, era un Vero Alpha, significa che non aveva avuto bisogno di uccidere un altro Alpha per diventarlo, ma ce l'aveva nel sangue. Derek invece era Alpha prima di lui, e fu abbastanza invidioso quando Scott gli prese il potere così, all'improvviso, facendolo diventare un Beta.

In quel momento io e mio fratello pensavamo la stessa cosa: avrebbe voluto vendicarsi uccidendo Deucalion e diventando nuovamente un'Alpha. Non poteva permetterselo, se lo avesse fatto ci avrebbe traditi, mettendosi contro di noi, e non dovevamo permetterglielo. Così Scott si avvicinò a lui: - Derek calmati, non puoi fare quello che stai pensando - ma lui si alzò e si allontanò respingendolo bruscamente.

Teen Wolf - Il BrancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora