Marchiata

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Entrai in una grande stanza con spessi muri in legno e un pavimento in pietra grezza illuminata da numerosi candelabri a muro. All'interno c'era un lungo tavolo con sopra cibi di tutti i tipi, molto all'antica. Le pareti erano tempestate di quadri che raffiguravano cadaveri, tombe e lupi mannari che sfoderavano i loro artigli. C'erano molti uomini di tutte le età, io ero la più giovane e anche l'unica ragazza. Il vociare che c'era si interruppe appena entrai, tutti mi guardarono incuriositi e Dylan spiegò loro: - È in pace, ha deciso di unirsi a noi e di distruggere il suo vecchio branco -. Mise due dita sotto il mio mento e mi sollevò la testa in modo da incontrare il mio sguardo: - Vero, piccola? -. Annuii facendomi piccola davanti a lui e poi mi lasciò un bacio sull'angolo delle labbra.

Dal grande gruppo di uomini si levarono molte grida di assenso e successivamente il biondo mi fece notare una rampa di scale che portava a un piano sottostante. Era una stanza grande quando quella di sopra, poco illuminata e piena di piccoli letti trasandati che emanavano un odore poco piacevole; era la camera da letto. Dylan mi appoggiò una mano sulla spalla e poi disse: - Sistema le tue cose nel letto laggiù in fondo e sali di sopra, dobbiamo fare il marchio -

- I-il marchio? -

- Sì, quando qualcuno entra nel nostro branco deve giurare fedeltà a tutti noi per poi venire marchiato, poi ti spiego -. Lo guardai sorridendo, nascondendo un sottile velo di preoccupazione e poi mi diressi verso il mio letto dove posai le poche cose che avevo con me.

Dopo alcuni minuti salii al piano di sopra e di nuovo, al mio arrivo tutti si zittirono e si disposero a semicerchio, lasciando me e un uomo con una folta barba grigia al centro dell'attenzione. Tra il pubblico scorsi la chioma bionda di Dylan e dietro di lui un viso femminile. Non credevo ci fossero delle ragazze, ma a quanto pareva, era l'unica oltre me. Era alta con dei capelli biondi sporchi di terra e vestita con una canottiera nera e dei pantaloni strappati. Incrociai i suoi occhi verdi, il suo sguardo era molto sicuro e sembrava molto interessata al giuramento. L'uomo che stava accanto a me che capii essere l'Alpha si schiarì la voce e disse: - Siamo qui riuniti per marchiare questo nuovo membro del nostro branco, Madison Brewer! -. Rabbrividii leggermente sentendomi chiamare in quel modo.

- La cerimonia consiste nel pronunciare una frase in runico e poi essere marchiati perennemente con il nostro simbolo -. A quel punto mi mostrò un cerchio di metallo con sopra inciso una circonferenza con al centro degli strani simboli. Lo scaldò con una fiamma e poi mi fece segno di togliere la maglietta. Dopo un attimo di esitazione lo feci e rimasi solo con il reggiseno. Gli occhi di Dylan si puntarono sulla mia schiena.

L'Alpha pronunciò una serie di parole in runico che tentai di riprodurre e poi avvicinò il marchio alla mia schiena. Sentii il metallo bollente andare a contatto con la mia pelle e lanciai un urlo di dolore. La mia pelle prese fuoco sotto quel marchio. Il caldo si diffuse in tutto il corpo e i miei occhi lacrimarono dal dolore. Un forte applauso esplose nella sala. Passai le dita sul marchio: la mia pelle era come terra arida, morta e ancora bruciava leggermente. Rimisi la maglietta e mi mostrai felice e orgogliosa, sentendomi ancora più parte di quella grande famiglia.

Poco dopo, mentre gli altri bevevano e mangiavano, la ragazza che avevo visto in precedenza si avvicinò a me: - Sei stata molto coraggiosa, molti si tirano indietro e vengono uccisi - non risposi ma continuai a fissarla - Oh scusa, non mi sono presentata: Maya Brewer, chiamami May -. Tesi la mano afferrando la sua.

- Perché ti sei unita a noi? -

- Avevo litigato con uno del mio branco e poi non sopportavo il fatto di aver tutti i miei vecchi amici a proteggermi costantemente, io sono in grado di proteggermi da sola. E tu, perché sei qui? -

- Io? Oh, lunga storia -

Il mattino successivo, quando mi svegliai, mi ritrovai spiazzata. Non capii subito dove mi trovavo e mi guardai intorno intimorita. Mi fermai quando una mano calda e grande si posò sulla mia fronte. Mi voltai. Dylan era seduto sul bordo del mio letto e mi guardava attento con i suoi occhi affilati, come se fossi la cosa più preziosa del mondo. Mi sollevò la schiena mettendomi a sedere e mi cinse la vita con un braccio per poi far avvicinare le nostre labbra. Mi dovevo ancora abituare ad avere qualcuno che mi amava davvero, che viveva per me e che mi avrebbe dedicato tutto il suo tempo. Mi sentii fortunata ad avere le sue mani sui fianchi che mi stringevano a lui, facendomi sentire solo sua.

- Buongiorno, Maddie - mi salutò con voce addormentata e profonda. Ricambiai con un ampio sorriso.

Più tardi entrai a scuola insieme al biondo ignorando il gruppo dei miei ormai vecchi amici. Raggiunsi il mio armadietto, lo aprii e trafficai con le cose che c'erano dentro, lo richiusi e seguii Dylan in classe, con orgoglio. Era davvero bello. E solo ora mi rendevo conto degli sguardi di ammirazione che le altre ragazze gli rivolgevano. Non ero gelosa, perché sapevo che lui aveva occhi solo per me.

Liam si sedette a debita distanza da me e Dylan e spesso mi lanciava occhiate non molto rassicuranti.

All'uscita, mentre mi trovavo nuovamente dal mio armadietto, qualcuno mi prese da dietro per il cappuccio della felpa e mi girò con forza. Mi ritrovai faccia a faccia con Scott, il suo sguardo pareva parecchio arrabbiato a differenza del mio che non dava nessuna espressione. Mi fissò per qualche secondo e poi mi disse: - Si può sapere che ti è saltato in mente? -. Scrollai le spalle e mi voltai per vedere Dylan che si avvicinava a me senza guardare minimamente Scott. Si sistemò i capelli e poi mi prese il viso tra le mani baciandomi. Si voltò poi verso Scott che ci stava guardando schifato: - Problemi, McCall? -. Lui non rispose. Così me ne andai. Non volevo dire null'altro a Scott. Non l'avrei più rivisto se non in circostanze di guerra.

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