La settimana finì in fretta senza altri avvenimenti allarmanti. Dylan continuò a non presentarsi alle lezioni e io continuai ad essere nervoso. Avevo paura persino ad andare a scuola ed ero costantemente inquieta. Tutti i discorsi che facevo con Scott, ultimamente, mi riconducevano alla storia del branco.
Il sabato sera ci riunimmo tutti a casa di Stiles per cenare insieme. Io non parlai un secondo in tutta la cena; comunicavo a gesti e cenni del capo e non avevo neanche appetito. Più tardi chiesi di uscire per prendere un po' d'aria e schiarirmi le idee e come al solito Scott assentì ricordandomi di fare attenzione. Mi sedetti sugli scalini che precedevano la porta d'entrata, nascosi la testa fra le mani e chiusi gli occhi. Le lacrime incominciarono a scorrermi sulle guance contro la mia volontà. La mia vita, da quando ero entrata a far parte del branco era totalmente cambiata, prima vedevo tutte le loro disavventure dall'esterno e non capivo come fosse veramente.
Mentre riflettevo la porta di casa si spalancò alle mie spalle e ne uscì il proprietario, che abbassò lo sguardo e si sedette accanto a me. Quando si accorse che piangevo però, mi circondò le spalle con il suo braccio e mi chiese: - Che c'è? -. Io scossi la testa e mi asciugai le lacrime con i polsini della felpa. Lui non seppe che fare e per un attimo percepii il suo imbarazzo. Poi mi inaspettatamente mi strinse in un forte abbraccio e mi resi conto di non essere l'unica a soffrire di quella situazione. Sentivo il suo petto contro la mia spalla tremante e la braccia mi strinsero di più, in quel momento vidi Stiles veramente fragile, come né Scott né io lo avevamo mai visto.
Si ricompose e borbottò qualcosa per rassicurarmi, ma non o ascoltai.
- Io ho paura, Stilinski - confessai con voce tremante - Perché non posso avere anche io una vita normale come tutti gli adolescenti della mia età? Perché non... -
- Maddie, non piangere. Se fossi normale sarebbe tutto monotono, sarebbe come vedere tutto in bianco e nero. Senza movimento, senza colori. Io sono sicuro che tu non vuoi una vita come gli altri, tu vuoi solo uscire da questa situazione come tutti noi. Ne abbiamo passate tante e ne siamo sempre usciti vivi, ce la faremo Maddie. Ce la faremo anche grazie a te, grazie alla tua forza d'animo e al tuo coraggio -. Si fermò. Mi aveva preso per le spalle e i suoi occhi luccicavano mentre incrociavano i miei colmi di lacrime.
Io ero sempre stata una persona forte e sentirmi piangere come una bambina mi faceva sentire ancora più inutile e impotente. Spostai un attimo lo sguardo sulle mie scarpe per poi riportarlo nei suoi occhi: - Come faremmo senza di te? -.
Poco dopo la porta si aprì di nuovo e la voce squillante di Lydia mi chiamò. Poi si accorse della nostra presenza ai suoi piedi e sussurrò: - Oddio scusate! Va tutto bene? -. Mi asciugai nuovamente il viso con una mano e annuii rientrando in casa.
Per la settimana successiva avevamo escogitato un piano che ci avrebbe finalmente permesso di scoprire la dolorosa verità che tutti volevano scoprire, tutti tranne me. Avrei dovuto seguire Dylan dopo la scuola; sarebbe stata una prova del nove, per verificare se avevo ragione io o mio fratello. Io speravo con tutto il mio cuore che fosse davvero il ragazzo che immaginavo; uno semplicemente interessato a me, non un assassino.
Al mattino mi vestii e andai a scuola come sempre. Arrivai in classe, mi sedetti vicino a Liam, e attesi. Passò molto tempo, la lezione incominciò ma Dylan non si era visto. A metà dell'ora di storia, le mie orecchie da lupo sentirono dei passi frettolosi provenire dal corridoio e un respiro affannoso che li seguiva. Poco dopo la porta della classe si spalancò ed entrò un ragazzo molto affascinante che, mentre si dirigeva verso il suo banco, lasciò una scia di profumo molto dolce. Subito rivolse uno sguardo al professore che lo riproverò per il ritardo, poi lo spostò su di me. Dylan mi rivolse un sorriso tagliente, ma con quella perfezione che solo lui aveva. Non mi spostò gli occhi azzurri di dosso quando si sedette e tirò fuori i libri della lezione. Liam mi tirò un pugno delicato e mi fece tornare al piano.
Durante l'intervallo raggiunsi Lydia nel corridoio, avevo bisogno di parlarle: - Stiamo un po' insieme? -
- Di cosa hai bisogno, Maddie? - sorrise.
- Tu cosa pensi? Di Dylan, intendo -
- A parte che è un bel ragazzo? Non lo so - disse, anche se intuii che mentiva. Lei la pensava esattamente come gli altri, però non voleva mettersi contro di me, almeno finché non ne avrebbe avuto le prove. Sospirai e aggiunsi: - Se scoprissi che Dylan è un traditore, non so come reagirei -.
Alla finedelle lezioni non raggiunsi i miei amici, ma pedinai il biondo fino all'uscita.Quando arrivò nel parcheggio della scuola scavalcò agilmente il muretto che loseparava dal bosco e si addentrò. Mi fermai un attimo, lo fissaiincredula; speravo che utilizzasse il bosco come scorciatoia e che non era comegli altri pensavano. Poi pensai al da farsi, il piano era diventato un po'impossibile da mettere in atto perché i miei passi nelle foglie secche sisarebbero sentiti. Tornai indietro di corsa e riferii tutto ai ragazzi. Vidi Scott ravanare energicamente nel suo zaino e tirare fuori il piccolo drone che mi aveva regalato alcuni anni prima: - Sono o non sono un genio? - esclamò porgendomelo.
- Dai muoviamoci, andiamo a cercarlo -. Lo seguii correndo, nonostante la sua idea mi avesse spezzata dentro. Stavo cominciando a dubitare di Dylan, ma nel mio cuore c'era un briciolo di speranza. Accesi il drone collegandolo al telefono e lo indirizzai nel punto in cui era andato il biondo.
A un certo punto Allison strillò: - Ferma! -. Io sussultai togliendo improvvisamente le dita dal telecomando e mi avvicinai ai ragazzi speranzosa: Dylan si era fermato e si stava guardando intorno furtivo. Poi con un piede scostò un mucchio di foglie dal suolo scoprendo una maniglia di ferro nel terreno. Alzò nuovamente lo sguardo e si scostò un ciuffo biondo che gli cadeva sugli occhi; dio se era bello. Si chinò e tirò con forza la maniglia. Si spalancò una botola da cui si potevano intravedere delle scale che scendevano verso il basso.
Liam sussurrò: - Bingo! - mentre io continuavo a sperare di aver visto male. Alzai la testa dal dispositivo e iniziai a fissare il bosco con gli occhi lucidi. Posai con forza il telecomando in mano a Scott e corsi verso le scalinate della scuola. Erano deserte e così mi sedetti su uno degli scalini. Non sapevo neanche io se ero più arrabbiata o più triste e delusa, ma sapevo che non volevo accadesse. Pochi secondi dopo mi raggiunse Liam di corsa, capii che era stato mandato dagli altri dal fatto che era molto imbarazzato e non sapeva cosa dire. Così mi alzai prima che potesse raggiungermi e gli andai incontro: - Sto bene, tranquillo -
- Sicura? -. Annuii e raggiunsi gli altri, che fecero come se non fosse successo nulla, anche se non potei fare a meno di non notare gli sguardi compassionevoli di Lydia e Allison.
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Teen Wolf - Il Branco
FanfictionMadison McCall è la sorella del conosciuto Scott McCall, Alpha in un branco composto non solo da lupi mannari, ma anche da banshee, cacciatori e umani. La ragazza entra a fare parte del branco e i guai non tardano ad arrivare: un nuovo branco è giun...