Risate.

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Alexandra's POV

Il pavimento si muoveva, il soffitto si muoveva. Il mondo si muoveva. Solo che io non mi muovevo con lui. La musica improvvisamente era diventata troppo alta per le mie fragili orecchie. Risi davanti al mio pensiero. Le orecchie potevano essere fragili?

Un ponte poteva essere fragile, un ramo di un albero poteva essere fragile. Le orecchie erano sensibili, o almeno così diceva la gente normale.

Mi toccai le orecchie per verificare se le mie fossero fragili o sensibili, ma non mi ricordo se trovai una risposta a quel dilemma.

Di colpo le pareti del locale sembrarono troppo strette e le persone sudate che ballavano lì dentro troppo puzzolenti e così uscii. Non appena fui fuori da quella prigione mi sentii meglio, quasi lucida. Vidi la macchina che mi stava aspettando parcheggiata dall'altra parte della strada e da questa scese un ragazzo e la cosa mi sorprese.

Appena mi vide in quello stato spalancò gli occhi e si mise a correre, senza preoccuparsi delle macchine che viaggiavano nella strada.

Poi due fanali gialli lo colpirono e fu scagliato a metri di distanza, e i miei urli non servirono a niente.

-Svegliati! Alexandra svegliati!- delle mani mi tenevano per le braccia e mi scuotevano nel tentativo di svegliarmi.

Aprii gli occhi e scattai a sedere sul letto, con la familiare sensazione di panico che mi opprimeva. Mia nonna era seduta davanti a me e non esitai a poggiare la testa sul suo petto, mentre lei con le sue braccia cercava di tranquillizzarmi.

- Tesoro, è solo un incubo. Un brutto sogno- tentò di consolarmi.

- Lo sai che non è vero! È tutto reale!- urlai con la voce ovattata perché gridai contro il suo petto. Mi scostai e le dissi – Scusa, non volevo urlare-

-Tesoro, so cosa provi, ma credimi. È passato una volta, se ne andranno anche questa volta gli incubi- mi assicurò.

- E se dovessero restare? Se non dovessi essere abbastanza forte da scacciarli?- sembravo una bambina piccola quando veniva spaventata da un'ombra.

- io credo che lo sarai. Insomma, questi incubi fanno parte di te. Forse non devi perdere tempo a capire come scacciarli. Forse devi capire come controllarli-

- Sembra tanto una frase da film horror- tentai di scherzare.

- piuttosto, c'è niente che devi dirmi?- mi chiese la nonna togliendomi dalla fronte sudata i capelli appiccicati.

- No, nonna. Perché?- domandai.

- Perché stavi urlando nel sonno, ma un altro nome- mi informò e mi ghiacciò il sangue nelle vene.

-Ch-che nome?- chiesi.

- Dylan e detto questo se ne andò dalla mia stanza, senza aspettare una risposta alla sua domanda.

Non detti molto peso alla sua affermazione e andai in bagno per farmi una doccia. Mi spogliai e nel frattempo mi arrivò un messaggio.

*Buongiorno ragazza con la passione per le ciambelle alla crema*

Era Thomas. Leggendo il messaggio la bocca mi si curvò spontaneamente in un sorriso, ma un leggero senso di delusione mi si posò addosso.

* Buongiorno ragazzo che non ha mai visto nessuno bere la cioccolata calda d'estate* risposi io subito. Un bip risuonò nel bagno, segno che aveva risposto.

* e non ti scordare mangiare il gelato in inverno*

* Come dimenticarlo*

* Che ne dici di far colazione insieme come ieri mattina?* mi domandò.

I saw a shooting star and I thought of you- Dylan O'brien-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora