3.

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<Sei nato povero e morirai povero> gli ripetevano ogni giorno gli altri bambini dell'orfanotrofio.
Ogni volta che sentiva queste parole, Felix se ne tornava nel suo letto e si metteva sotto le coperte.
"Non merito di vivere" si ripeteva all'infinito tutte le notti prima di addormentarsi.
I suoi genitori lo avevano lasciato in quel posto orribile quando lui aveva quattro anni, lo fecero per soldi. Aveva provato a scappare più volte da quel luogo, ma ogni tentativo era stato vano.

Tutto cambiò quando un giorno portarono uno scatolone pieno di giocattoli per i bambini.
Felix aspettò in fila il suo turno ma, anche se arrivò per primo, si ritrovò in fondo.
Quando fu il suo turno nella scatola non era rimasto nessun giocattolo, c'era solo un libro: un normale libro delle favole.
Parlava di una ragazza intrappolata nelle prigioni di un castello da una fata cattiva; tutte le notti piangeva e tutte le mattine doveva pulire il castello.
Un giorno un principe sentì parlare di questa ragazza e allora andò al castello, sconfisse la fata cattiva e salvò la ragazza.
Felix diventò un bambino più felice e allegro grazie a quel libro. Sperava che un giorno sarebbe arrivato anche per lui un principe a salvarlo.
Parlò del suo sogno, delle sue speranze anche agli altri bambini.
Il risultato fu che il loro odio nei suoi confronti aumentò ancora di più.
<Ew, gli piacciono i maschi>
<Lo sai che è un peccato?>
<Finirai all'Inferno!>
Felix, anche se un po' turbato, non li voleva ascoltare; sapeva che prima o poi il suo principe lo avrebbe salvato.
Prima o poi.

<Alzati moccioso>disse la voce del custode una mattina
<qualcuno ha deciso di adottarti, a quanto sembra>.
Gli occhi di Felix si illuminarono:
era arrivato il momento. Il momento che aveva aspettato per tutta la vita.

Il suo principe era venuto a salvarlo.

Preparò in fretta uno zainetto, con scarpe, magliette e ovviamente il suo libro preferito.
Una volta finito scese le scale correndo arrivando davanti alla porta. Aspettò lì davanti fino a quando questa non si aprì.
Felix trattenne il fiato.
Davanti a lui c'era un uomo di circa trentacinque anni. Indossava una toga marrone con degli strani motivi gialli e aveva un'aria solenne e autoritaria.
Felix deglutì; non era il principe che si era aspettato, ma era così disperato che se lo fece andar bene. L'uomo disse di chiamarsi Gong Yoo e, una volta preso per mano, lo condusse a passo svelto in una carrozza. Durante il viaggio scese un silenzio imbarazzante; mentre Gong Yoo guardava fuori dal vetro Felix si mise a contemplare la sua immagine. Era un bell'uomo, eccome se lo era; purtroppo però Felix era solo un bambino mentre Gong Yoo era un uomo adulto.
La carrozza si fermò davanti ad un Tempio. Felix fu presto catapultato nella vita frenetica e severa di un credente, obbligato a pregare e a servire gli Dei onnipotenti.
<Non esiste niente come il Paradiso o l'Inferno> continuava a ripetergli Gong Yoo
<ci sono solo il Dopo Azzurro e il Dopo Oscuro. Tu, Felix, andrai sicuramente nel Dopo Azzurro.
Diventerai un Elfo o forse una Fata: sarai una creatura pura e buona>.
Felix iniziò a credere sempre di più a quelle convinzioni.
Quello che non sapeva era che la loro credenza era una credenza profana.
Erano una setta con poche persone che credevano a questa teoria ma che avrebbero fatto qualsiasi cosa per provare che loro avevano ragione. Gong Yoo non si poteva di certo definire una brava persona: faceva esperimenti folli sui suoi sottoposti nella speranza che riuscisse a ricavarne qualche informazione sul Dopo.
Il risultato fu che tutti morirono.
La prima volta che Felix vide Gong Yoo uccidere qualcuno rimase paralizzato; aveva sempre ammirato e amato quell'uomo, ma in quel momento provava orrore, così tanto che perse completamente la capacità di provare emozioni. Il mondo attraverso i suoi occhi era grigio e monotono e sulle sue labbra non comparve più un sorriso.
Passarono gli anni e Felix crebbe con la consapevolezza che presto quegli esperimenti sarebbero toccati a lui. Per quanto Gong Yoo negava, Felix sapeva che prima o poi sarebbe stato il suo turno.

E quel giorno arrivò troppo presto.

<Potresti raggiungermi in cortile Lix?> gli chiese Gong Yoo come ogni volta.
Felix si avviò a passo lento e distaccato. Quando arrivò vide le mani di Gong Yoo raggiungere la sua gola e allora ne fu consapevole.
Si era preparato a questo.
Con una mano arrivò alla propria cintura, prese il coltello da cucina che aveva nascosto e lo conficcò nella gola dell'uomo davanti a lui. Felix sapeva che lo voleva uccidere. Sapeva che aveva portato le mani al suo collo per ucciderlo.
Ma nonostante tutto questo a Felix quel contatto era piaciuto.
E quel che è peggio è che gli era piaciuto uccidere.
Vide Gong Yoo annaspare; Felix iniziò ad accarezzargli la testa.
<Se il Dopo esiste davvero, sono mortificato di dirti che tu finirai in quello Oscuro> disse con le lacrime che gli pizzicavano gli occhi. Gong Yoo cercò di dimenarsi, come per dire che non voleva affatto andare lì.
Felix prese delicatamente la sua faccia tra le mani e lo baciò. Quando riaprì gli occhi Gong Yoo era morto.

...

<N-non uccidete i m-miei figli...> disse la donna prima di morire.
I due bambini erano paralizzati in un angolo della stanza. Il ragazzo biondo che aveva tolto la vita alla loro madre si avvicinò a loro a passo lento.
<Purtroppo per voi, non ascolterò vostra madre> sussurrò spaccando la testa ai bambini con un'ascia.

Felix uscì dalla capanna tenendo in mano un sacchetto di monete d'oro, tutto quello che possedeva quella famiglia.
Dopo la morte di Gong Yoo aveva dato fuoco al Tempio con il suo corpo all'interno e aveva iniziato una vita da bandito.
Vagava tra i regni e andava nelle case di periferia per derubare i più deboli.
Non aveva pietà per nessuno.
Con i soldi che rubava riusciva a procurarsi due pasti caldi al giorno e un tetto sopra la testa per ogni notte.
Nonostante se la cavasse abbastanza bene e nonostante non provava rimpianti a uccidere, sentiva come se tutto quel mondo fosse una finzione.
Il sole, i fiori, la normale vita quotidiana di un qualasiasi villaggio; tutto questo ai suoi occhi sembrava un'illusione. Nonostante intorno a lui splendevano mille colori lui non riusciva a vederli.
Era staro deluso dal suo principe. Tutto quello che aveva sempre sognato era sparito in un solo istante.
E lui ne era l'artefice.
"Forse devo ancora trovare il mio vero principe..."cercava di consolarsi così ogni giorno e questo era un piccolo motivo che lo aiutava ad andare avanti.
Ma lui non aveva pazienza. Più i giorni passavano più lui perdeva le speranze di poter trovare lui, il suo vero amore, la sua altra metà.

"Forse sono solo un mostro che non merita la felicità...e forse il mio principe non mi vorrà mai"

...

Da lassù poteva vedere molti regni; i suoi occhi si fissarono in quello dove era cresciuto. Gli tornarono alla mente tanti, troppo ricordi; quelli brutti e tristi dell'orfanotrofio e quelli belli e piacevoli del Tempio. Poi si ricordò di quello che accadde dopo, della sua vita passata a scappare, a rubare, a fare del male. Non se ne pentiva di certo. L'unico rimorso che aveva era quello di non essere riuscito a trovare il suo vero principe, di non aver potuto vivere normalmente.
Sentì gli occhi bagnarsi lievemente e solo allora guardò in basso.
Era un gran salto, si trovava molto in alto. Non sarebbe sopravvissuto.
Guardò di nuovo il panorama: era ancora tutto grigio.
<Perdonami Gong Yoo> sussurrò chiudendo gli occhi.
Fece un gran respiro, prese la rincorsa e si buttò.
Poco prima di morire, Felix aprì gli occhi.

E sorrise.

...

❥𝕄𝕪𝕥𝕙𝕤-𝚂𝚝𝚛𝚊𝚢𝙺𝚒𝚍𝚜ఌDove le storie prendono vita. Scoprilo ora