Capitolo 15

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"Dai su perché non vieni?" Sbuffo "ci saranno veramente tutti" Lando, Alex e George stanno cercando di convincermi ad andare in discoteca con loro: sembrerebbe essere un modo per festeggiare Charles ed il mio pilota organizzato da Daniel. "Proprio tutti?" Annuiscono nello stesso momento "Allora ci saranno anche Max, Seb, Lewis e Nicholas?" So già la risposta: ovviamente no. So che Max È chiuso nella sua camera dell'hotel da quando siamo rientrati, ancora deluso dal ritiro di oggi. "Non esattamente" come pensavo "e Carmen?" Guardo George "No è dovuta partire" meglio così "Sarò l'unica ragazza circondata da dieci piloti ubriachi" Alex scoppia a ridere "Non sarai l'unica ragazza..." inizia Lando ed io mi unisco ad Alex con una risata falsissima "Oh bene con Charlotte andrò d'accordissimo" alzo gli occhi al cielo per la milionesima volta: mettete me e quella ragazza nella stessa stanza, con dell'alcol nel corpo ed il ragazzo che ci contendiamo e sicuramente sarà una serata tranquillissima. "Ho sempre voluto vederti fare a botte con qualcuno" George si butta sul letto "Ah si?" Gli salto addosso e comincio a menargli, scherzando, ma lasciandogli comunque i segni dei miei schiaffi sulla schiena "Non volevo che quel qualcuno fossi io" gli chiedo scusa per poi tornare a preparare la mia valigia. Improvvisamente i tre si guardano e sorridono "Non mi piace quello sguardo" George si avvicina e mi abbraccia "Dai su vieni a festeggiare il mio primo podio: che ingegnere saresti se non dovessi celebrare la vittoria del tuo pilota?" Non li sopporto più: già averne uno è stancante, immaginatevi tutti e tre insieme, l'inferno. "Se vi dico che va bene poi vi tapperete la bocca e mi lascerete in pace?" Incrocio le braccia al petto ed aspetto una loro risposta "Si" risposero in coro per poi lasciare la mia stanza, sarà una serata davvero lunga. 

Scesi in sala da pranzo per la cena mi trovo vicino a George mentre il posto che dovrebbe essere occupato da Max è vuoto. Non vorrà saltare il pasto, "Dan hai visto dov'è finito Max?" L'australiano mi risponde "è ancora in camera sua" mi alzo dal tavolo per cercare di calmarlo. Un'ascensore era occupato quindi decido di chiamare l'altro; non mi sarei mai immaginata di trovare la coppietta felice intenta a scambiarsi saliva: "scusate non pensavo di interrompere qualcosa" sono le uniche parole che riesco a dire prima di prendere le scale. Non capisco questo doppio gioco che sta facendo Charles: prima se la porta in giro, poi mi aiuta con i miei attacchi di panico, poi ci baciamo, poi torna da lei a baciarla. Gli piace illudere le persone? Ci sta riuscendo molto bene. "Giù dove stai andando?" Cerca di fermarmi ma, fortunatamente, sono più veloce di lui "Vaffanculo" odio essere volgare, mi ricorda il periodo delle medie in cui mi esprimevo così per sembrare più grande, ma quando sono arrabbiata non riesco a trattenermi "Okay me lo meritavo" mi afferra per il braccio costringendomi a guardarlo: i suoi occhi cercano una risposta alla sua domanda ma non la avrà, non questa volta. Mi stacco dalla sua presa per andare da Max e, finalmente, riesco a raggiungere la mia meta. "Max apri, sono io" sento dei rumori nella camera: ti prego fa che non stia rompendo tutto quello che c'è lì dentro. Dopo due minuti finalmente apre la porta e davanti mi trovo l'apocalisse: vestiti sparsi per tutta la stanza, scarpe spaiate ed uno strano odore di disperazione gira per la stanza. "Scusa, non aspettavo ospiti" questa sua frase mi fa letteralmente scoppiare in una risata "Dai che adesso parliamo un po' e poi sistemiamo questo casino" entro nella stanza e mi metto sul letto aspettando che lui faccia la stessa cosa. Mi racconta di quanto stia difficile per lui affrontare questo secondo ritiro della stagione e che, dopo aver vinto il mondiale, sente il doppio della pressione addosso perché non può deludere tutte quelle persone che fino ad ora hanno creduto in lui. Più passo il tempo con i piloti e più mi rendo conto delle loro fragilità: vogliono mostrare al mondo di essere dei duri e di non avere paura di niente però, quando si trovano davanti a queste situazioni, fanno vedere il loro lato umano. Una delle cose che sto imparando facendo questo lavoro è: tutti sbagliamo, per colpa nostra o per cause maggiori, ma la maturità ed il carattere viene fuori solo nel modo in cui affrontiamo una batosta; non ti devi far abbattere ma ti devi rialzare nonostante tutto e tutti.
Guardo l'orologio e vedo che sono le otto e mezza "abbiamo saltato la cena" prende il telefono e chiama una pizzeria "tu si che mi conosci bene" lo abbraccio e gli lascio un bacio sulla guancia "ti voglio bene funghetta" lo guardo con aria interrogativa "un soprannome più brutto non potevi sceglierlo" scoppia a ridere "È originale: sei bassa e chiamarti nanetta o nana è troppo scontato" non aveva tutti i torti e, sotto sotto, un pochino mi isce questo soprannome.
Arrivata la pizza ci fiondiamo a mangiare "ne avevo proprio bisogno" dice l'olandese "sai non pensavo fosse così buona la pizza con l'ananas" mi si ferma il cuore "La p-pizza con cosa?" Essendo italiana per me la pizza è sacra, l'ho provata di tutti i tipi, anche alla carbonara, ma pizza con l'ananas no: è una bestemmia. Ogni volta che qualcuno ne ordina una, un pizzaiolo italiano muore: questo abbiamo sempre detto io e Veronica. "Stavo scherzando rilassati" la mia espressione passa da scioccata a rilassata. Nel bel mezzo del racconto del primo anno da Rookie di Max mi arriva un messaggio
Georgino🏎💙
Vorrei ricordati che alle undici andiamo. Sono le dieci e, conoscendoti, so che ci metterai anni a preparati quindi scendi in camera e comincia💙
Io nemmeno volevo andarci: domani dobbiamo tornare in Italia per le vacanze di Pasqua e lui verrà con me. Non voglio partire tardi perché già sarà un lungo viaggio. "Come mai quella faccia scocciata?" Mi chiede Max "Tu vieni stasera vero?" Gli chiedo facendogli gli occhi da cerbiatto "se me lo dici con quel faccino, come faccio a dirti di no?" Gli salto addosso "Grazie mille mi hai salvato" esco dalla sua stanza, con ancora la pizza in mano, per andarmi a preparare per la serata che ci attende.

Same passion, different team|| Charles Leclerc Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora