I racconti di Eratun

Capitolo XIII

Finalmente tutti i draghi di Eratun (tranne i Marini e i Leggendari) erano riuniti nella splendida foresta di Greenland, oramai ridotta a una pianura buia, illuminata solamente da qualche incendio sparso, una landa nera e rossa con la natura carbonizzata e sangue... tanto sangue.

I demoni che si trovavano a Greenland erano molto più grandi e robusti degli altri. Inoltre, sputavano fiamme nere (più rapide delle fiamme rosse dei draghi), avevano degli artigli coperti da uno strano strato di ghiaccio affilatissimo e resistevano di più all'Acqua, al Fuoco e al Ghiaccio.

Insomma, per i draghi sembrava la fine.

Ma, quando tutto sembrava perduto, ecco che arrivarono tre draghi nella zona di battaglia...
"Chi ha osato seppellirmi vivo?!"
"Blyck!" esclamarono Birke e Grenwire.
"Papà?!" esclamò Grayl.

Blyck si scagliò subito sui demoni a testa bassa, dopo aver fatto un occhiolino a Grayl. Riuscì a resistere ai loro colpi e a contrattaccare con enorme potenza.

Grayl scoppiò a piangere per l'emozione, poi volò da suo padre e combatterono insieme.

"Se fossimo arrivati un po' più tardi qua sarebbe finita male..." disse un drago Senzali che accompagnava Blyck.

Birke lo riconobbe subito: "Nalong! Come fai a essere vivo?!"

"Beh, quel giorno ero quasi morto. Quasi, perché in realtà grazie al mio elemento sono riuscito a uccidere quel demone. Ma ho dovuto rifugiarmi al Cimitero Cinereo per recuperare le forze... per tanto, tanto tempo. Poi lì ho incontrato Blyck e l'ho aiutato a recuperare le forze. Sono riuscito a salvarlo e abbiamo recuperato le forze assieme. Mi ci è voluto anche troppo... Ti chiedo scusa per come mi sono comportato nei tuoi confronti, Birke" rispose Nalong.
"Sei incredibile, Nalong. Tranquillo, sono così contento che tu sia vivo. E adesso che ci siete anche voi due possiamo vincere!" esclamò Birke.
"Oh no, non siamo in due, ce n'è un terzo. Levery, avanti, esci fuori! È un po' timido."

...

Nalong, il Senzali dalle abilità uniche, che era in estremo collegamento con la Natura, più di qualsiasi altro della sua tipologia, sentì che stava accadendo qualcosa nella Grotta Guscio. Questo lo portò a pensare che là si fosse creato un uovo, ma, invece, trovò direttamente un cucciolo, a cui, lui e Blyck, hanno dato il nome "Levery". Come da leggenda – quella del nonno di Birke – Levery era un drago Tempestoso che sapeva già usare alla perfezione il Vento. Quando Blyck e Nalong lo trovarono, aveva già qualche settimana di età, anche se, riguardo a dimensioni, era già grande come Lire.

...

I draghi continuarono a lottare, stavolta con tre importanti alleati in più.

Dopo un bel po' di tempo, la guerra sembrava vicina alla sua conclusione. Birke guardava Levery lottare, cercando di replicare le sue mosse con il Vento, le imparava in fretta e cercava addirittura di combinarle con il Fuoco Blu; Grenwire dava il massimo come sempre e combatteva veloce come un lampo, danzando con il Ghiaccio; Nalong non deluse le aspettative e si dimostrò di essere ancora il più forte tra i presenti; Blyck, più adirato che mai voleva porre fine a tutto ciò che i draghi hanno dovuto subire e combatté insieme a Grayl con un gioco di squadra eccezionale.

...

Gli ultimi demoni rimasti si ritirarono alle Montagne Macabre, attraversando le Colline Cupe. Tuttavia, i draghi non ebbero il coraggio di seguirli.

"Perché vi siete fermati? Avanzate!" gridò Nalong.

Nessuno si mosse.

"E dai, che aspettate! Sono in pochi! Abbiamo la possibilità di farla finita una volta per tutte" gridò di nuovo.

Poi si sentì un boato assordante. Le montagne si spezzarono e una frana investì ad alta velocità demoni e draghi.

Tutti i draghi tremarono alla vista di un essere enorme, grande quanto un drago Leggendario, se non di più.

Aveva delle spine nere lungo tutto il rosso corpo muscoloso, i suoi occhi erano vuoti ed emanavano delle fiamme nere, le sue mani avevano lunghe lame affilate e la sua bocca gigante conteneva dei denti appuntiti.

L'essere urlò così forte che molti draghi svennero.

Poi, egli prese la moglie di Blyck dal collo...

"No! Mamma!"

...