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victoriamgomez's stories:

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Dopo aver fatto un giro con Lorena ed averla accompagnata all'hatalier dalla suocera, la madre e la cognata per la prova definitiva del vestito, Victoria si prende del tempo per camminare un po' per le strade di Milano. Si guarda intorno con un sorriso ed osserva come tutti sia rimasto sempre lo stesso: sempre meraviglioso. Passeggia e nota vecchi dettagli che non sono mai cambiati, le scritte sui muri sono sempre le stesse ed alcune sono ancora così romantiche da farle venire un sussulto al cuore. Milano è magica, bella, ti ci puoi perdere dentro e non ti sentiresti comunque spaventato perché tutto ti affascina immediatamente e consola la tua tristezza. Almeno per lei è così, è sempre stato così. Nota ragazzini con le maglie giocare a pallone nei campetti, che siano rossonere e nerazzurre poco importa: vince l'amicizia. Legge i più quotati della squadra per cui ha sempre fatto un po' il tifo dato l'amore di Marco, di Mariano e Giada: Brozovic, Lautaro, Skriniar, Barella e poi qualche altra chicca. Si forza a non leggerle tutte per paura di trovare qualcosa che non le piacerà. Sorride ad un bambino che le arriva addosso e gli accarezza la testa mentre cammina, guardandosi intorno meravigliata e non potendo credere di essere di nuovo in quel luogo. Prima le era così normale uscire per passeggiare e adesso le fa così strano se non si tratta di Barcellona.
Torna con i piedi per terra quando va addosso a qualcuno che, a quanto pare, deve avere la testa tra le nuvole proprio come lei.

"Scusa." dicono in coro, rivelando un forte accento straniero.

Victoria alza lo sguardo e vorrebbe sparire all'istante. Le grandi lenti degli occhiali da sole nascondono come i suoi occhi si siano spalancati a quella vista e si affretta a superare la figura della persona che le è venuta addosso.

"Victoria?" domanda e le afferra una mano.
"Lasciami." si libera dalla sua presa e continua a camminare, sentendo i suoi passi che la seguono.
"Aspetta un attimo."
"Lasciami stare." Cammina più veloce e quasi le sale il panico, si volta quando sente la sua mano sulla spalla e si retrae dalla sua presa.
"Sei davvero tu?"

La osserva e la trova diversa, gli verrebbe istintivo accarezzare i suoi capelli adesso scuri e i suoi occhi navigano sul suo corpo ed osserva quanto è dimagrita ma quanto sia rimasta sempre bellissima.

"Smettila di seguirmi."
"Voglio parlarti."
"Non abbiamo niente da dirci." ritorna a camminare.
"Ed invece si." la affianca. "Non farti strane idee, è per il matrimonio di Lorena."
"So quello che devo sapere per il matrimonio della mia migliore amica, non ho bisogno delle tue inutili chiacchiere."
"Voglio solo dirti di mettere da parte le armi almeno per quel giorno, non voglio che si preoccupi per me e per te."

"Me" e "te", niente più "noi".

"Non ho bisogno di te per saperlo."
"Sono serio, Victoria." la ferma ancora una volta e lei si trattiene dal prenderlo a ceffoni.
"Hai finito?"

La squadra un'altra volta, ancora incapace di guardare direttamente nei suoi occhi.

"Sei persino peggio di come ti ricordavo." mormora e poi se ne va, lasciandola in mezzo alla strada e con il cuore in gola.
"Come no." sussurra a sé stessa, girando i tacchi e facendo per tornare a casa.

Amargo / Joaquin CorreaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora