-4- Jungkook

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"Ok la devi smettere mi confondi se fai così" sospirai in maniera esausta "Però era così carinooo poi quando mi ha parlato aigoooooo" mi scompiglio i capelli mentre la confusione ha la meglio su di me, Tzuyu si avvicinò a me e mi appoggiò una mano sulla spalla come per confortarmi <Ehi Kookie che ti prende?>.

Nel mentre si siede di fronte a me e mi guarda preoccupata <E' che... è che quel ragazzo mi confonde> alzo il mio sguardo verso di lei <Non so cioè mi fa sentire fuori posto... nel senso positivo, vorrei stare con lui per ore anche solo a guardarlo mentre un silenzio dolce ci avvolge, vorrei avere di più che questo semplice rapporto proprietario/cliente> incrociai le braccia sul tavolo e feci sprofondare la faccia, sentii Tzuyu ridere ma non alzai la testa <E dimmi cosa vorresti da lui?> mi sentii arrossire fino alla punta delle orecchie, <Non pensare male... mi basterebbe anche solo... anche solo un'amicizia ecco> lei mi arruffò i capelli <Kookie ti ripeto che non c'è niente di male se ammetti che ti piace più di un'amicizia, si vede e fidati che sareste carini assieme> alzai la testa per guardarla negli occhi <Ma lo sai che io...> mi tappò la bocca <Lo so che dici di essere etero ma stai vedendo anche tu che hai mille dubbi... io non posso obbligarti a fare niente ma sei mio amico e ti voglio bene, sappi che qualsiasi sia la tua scelta sia io che Sana ci saremo sempre!>.

Le sorrisi volevo un mondo di bene ad entrambe erano la mia famiglia <Io no invece se ti fai scappare quel ragazzo giuro che ti pesto!> mi rispose Sana avvicinandosi a noi, ci scambiammo tutti e tre uno sguardo divertito per poi scoppiare a ridere come scemi. Le accompagnai alla porta e le salutai con un abbraccio, tornai dentro per finire di fare gli ultimi lavori prima di chiudere il locale e correre a casa.

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Dopo mezz'ora finalmente ero a casa, abbandonai le scarpe all'entrata e andai in cucina per bere un po' d'acqua "Sareste carini assieme" le parole di Tzuyu mi risuonavano nella testa "Non ce niente di male se ammetti che ti piace" inspirai pesantemente, riposi il bicchiere all'interno del lavandino e andai in bagno a farmi un bagno rilassante, mi spogliai velocemente gettando i vestiti nella cesta della biancheria nel mentre che la vasca si riempiva, amavo fare il bagno, era come un rito di relax puro dopo una giornata stressante o pesante.

Misi un po' di bagnoschiuma al muschio bianco dentro all'acqua e quando la vasca fu pronta mi ci immersi senza aspettare oltre, fare il bagno mi faceva rinascere, era come se ogni singola preoccupazione scivolasse fuori dal mio corpo, amavo come il tepore dell'acqua circondava il mio corpo stanco. Lasciai la mia mente vagare ancora un po' sulle parole di Tzuyu e Sana, dovevo ammettere che avevano ragione ma avevo paura e non volevo tornare a ritrovarmi di nuovo nel vortice nella solitudine e della tristezza che qualche anno fa mi colpirono come un fulmine a ciel sereno. Avevo paura di soffrire e stavolta ero sicuro che non sarei riuscito ad uscire intero, detto questo uscì dalla vasca e mi avvolsi l'asciugamano alla vita mentre con l'altro mi frizionai i capelli per eliminare più acqua possibile dai capelli.

Finì di asciugarmi ed andai in camera presi un boxer e una maglia e me li infilai velocemente per poi gettare l'asciugamano nei vestiti sporchi e lanciarmi a peso morto sul letto. Mi lascio trasportare dalla stanchezza e in men che non si dica le mie palpebre crollano affaticate entrando nel mondo di Morfeo.

Erano passati alcuni giorni e di Tae nessuna traccia, nei pomeriggi precedenti si erano presentati solo i suoi amici ma lui niente, ero preoccupato "E se gli fosse successo qualcosa?" scossi la testa per eliminare quel pensiero "Vedrai che magari avrà solo da fare per quello non viene" mi autoconvinco che tutto andava bene, ma un piccolo peso sullo stomaco mi accompagnò inesorabile per tutto il giorno. Ero da tutto il giorno che non riuscivo a togliermelo dalla testa e anche Nam aveva notato che ero strano <Ehi amico che succede? Oggi ti vedo distratto> mi disse in tono preoccupato <E' solo che non vedo un mio amico da un po' di tempo e sono preoccupato per lui> il suo sguardo era leggermente triste, ma poi come se uno schiocco gli attraversasse il cervello, la sua espressione cambiò mutandosi in un ghigno divertito <Oh si certo un tuo amico, sicuro di non essere in ansia per un certo biondino?> mi bloccai all'istante e senza guardarlo negli occhi sospirai <Si sono preoccupato per lui, contento?> rise dolcemente alla mia affermazione <Si e mi fa piacere che ti preoccupi, non nel senso cattivo della cosa sia chiaro, ma perché mi dimostri che ci tieni parecchio a lui e mi fa molto piacere>.

Non dissi nulla semplicemente girai i tacchi e me ne andai in ufficio, ma nel mentre mi allontanavo lo sentivo ridere di gusto "Ma che c'è di male a preoccuparsi per un amico scusa" borbottai tra me e me mi lascia alle spalle il tutto per concentrarmi sul mio lavoro. Stavo tranquillamente compilando i documenti amministrativi ero un po' nervoso, sinceramente tutta la situazione mi stava facendo diventare matto "Mi sono rotto basta!" tornai a concentrarmi al meglio sulle carte dei vari pagamenti ecc, quando sentii arrivare da fuori un rumore forte, corsi subito fuori dal mio ufficio e notai Tae in piedi davanti al gioco del Basket.

Lo vedevo spaventato e poi notai che lo schermo all'interno del gioco, dove viene segnato il punteggio e il tempo di gioco era rotto <Ma che cazzo è successo??> dissi in tono arrabbiato e li vidi Tae farsi ancora più piccolo <Perché hai rotto il gioco?> dissi senza contegno mostrando il mio lato maleducato e non mi importava se risultavo così in quel momento <Nn-non sono s-stato io-ioo> ciò mi fece irritare ulteriormente se c'è una cosa che odio sono le bugie <E chi sarebbe stato sentiamo?> incrociai le braccia al petto <Nn-nono lo so> inspirai pesantemente <Senti non ho tempo da perdere quindi ammetti che l'hai rotto tu e la chiudiamo qua> lui mi fissò incredulo <Ti ho detto che non sono stato io> "Non ha balbettato?" mi sorpresi della sicurezza che aveva appena dimostrato, ma la cosa non mi fece cambiare idea sulla situazione <Non mi interessano queste cazzate, sai quanto costa di manutenzio- anzi no è inutile sai perchè? Perchè dovrò toglierlo e chissà quanto dovrò sborsare per comprarne un altro grazie mille>.

Sputo in maniera molto acida quasi da non riconoscere neanche me stesso, i miei occhi passano dal gioco alla figura davanti a me incatenando il mio sguardo su di lui e vidi il suo incupirsi immediatamente, una strana sensazione di tristezza che si tramuta velocemente in dolore mi colpì al petto quasi mirando apposta il mio cuore, non appena vidi Tae scappare dalla sala giochi in lacrime urlando che ero un maledetto stronzo insensibile, si creò un silenzio assordante che venne spezzato dalla voce arrabbiata di Jimin <Perchè te la sei presa con lui! Non c'entrava niente sono stati due ragazzini che erano lì prima che arrivassimo noi! Ti conviene chiedere immediatamente scusa a Tae semmai torneremo qua!> e mi lasciò lì senza poter replicare.

Sbattei violentemente le mani sul gioco ormai non più in funzione, tirai vari sospiri malinconici prima di iniziare a calmarmi così che il mio povero cuore potesse tornare a battere ad un ritmo normale, ma nonostante ciò le sue parole avevano scosso la mia anima, il peso che avevo al petto si fece più pesante e doloroso "Perché vederlo piangere mi crea così disagio?" non potrò mai dimenticarmi i suoi occhi in quel momento e la voce rotta dal pianto mentre correva via "Mi sento uno schifo" me ne andai in ufficio lontano dagli occhi degli altri clienti che hanno assistito alla nostra sfuriata, mi accasciai sul divano e nel silenzio che mi circondava mi lasciai andare ad un impeto nervoso che portò a far scendere una lacrima amara sulla mia guancia fino a cadere sul pavimento, la prima di tante, "Perché non riesco a controllarmi che mi succede? E' stato lui a farmi questo? Perché mi streghi così tanto la mente da non riuscire a controllare le mie emozioni?" Un'insana paura si fece spazio nel mio cuore, si esatto paura quella di non poterlo rivedere, annebbiò in maniera definitiva il mio cervello ormai saturo, fino a stancare le mie palpebre che si chiusero inesorabilmente da sole.

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