Capitolo 4

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"Hai lavorato sodo oggi." Commenta Atsumu mentre la terza notte trascinano i loro corpi stremati nella loro stanza, sbattendo la porta dietro di loro. "Il tuo corpo riuscirà a sopportarne ancora altri due?"

"Sarà meglio." Brontola Sakusa, abbassandosi la mascherina e posando la borsa sul pavimento. "Se non ce la fa, lo costringo."

Atsumu sbuffa. "Sei piuttosto terrificante, Omi-Omi."

"Non chiamarmi così come se tutti gli altri non ti chiamassero allo stesso modo." Ribatte Sakusa, afferrando la parte inferiore della sua maglia e tirandosela sopra la testa.

Atsumu si gira dall'altra parte in preda al panico, fissando intensamente il muro.

"Vado a farmi un bagno caldo prima che tutti gli altri contaminino la vasca con i loro germi." Dice Sakusa, gettandosi un asciugamano sopra la spalla.

"S-sì. Certo." Riesce a dire Atsumu.

Si assicura di aspettare che la porta si apra e poi si richiuda, prima di chiudere gli occhi e far uscire il respiro che stava trattenendo.

Sprofonda nel suo letto, nascondendosi il viso tra le mani.

"AAAAAAAAGGGGGHHHHHHHHHHH."

~

È ancora nella stessa posizione quando Sakusa ritorna e lo guarda con uno sguardo confuso.

"Che cazzo hai che non va, Miya?"

"Tutto quanto." Risponde lui, prima di prendere l'occorrente per il bagno ed uscire dalla porta senza nemmeno risparmiare un'occhiata al ragazzo vestito con nient'altro che un asciugamano, per paura di rendersi ridicolo stabilendo una sorta di record mondiale per essere diventato duro nel minor tempo possibile. "Tocca a me."

Mentre Atsumu è seduto nella vasca da bagno, che è così calda che pensa che ne uscirà bollito, pensa di nuovo, c'è anche la minima possibilità che Sakusa Kiyoomi possa essere gay?

Perché, mentre il suo gay radar ora suonava ad un costante 70%, forse anche di più, nella realtà è effettivamente ancora uno 0%, a meno che non venga confermato dalla persona in questione.

Sbuffa di nuovo.

Riuscirà Atsumu a sopravvivere? Restate connessi.

Si fa forza mentre esce dalla vasca, preparandosi mentalmente a tornare nella sua stanza condivisa con un... dio greco che gioca a pallavolo.

È accolto dalla vista del cosiddetto dio greco in pigiama, seduto sul letto di sotto, il suo letto, che si strofina i polsi. Sakusa alza lo sguardo verso di lui, spalancando gli occhi alla vista del suo petto bagnato, e poi riabbassa la testa di scatto, le orecchie che diventano rosse.

(80%?)

È nervoso. Atsumu è fiero di se stesso.

Mette in scena uno spettacolo quando si tira indietro i capelli, prima di chinarsi per prendere la maglietta e i boxer.

"I tuoi polsi stanno bene?" Chiede, notando il modo in cui il ragazzo li stava ancora premendo delicatamente.

Sakusa mormora di sì, continuando a ignorare apertamente la vista. "Si irritano facilmente. Ci sto lavorando troppo."

Una volta che Atsumu è decente, Sakusa alza la testa.

"Non ti sei ferito, vero?" Chiede Atsumu, leggermente preoccupato. "Sarebbe un problema."

Sakusa scuote la testa. "Stanno bene."

Atsumu si arruffa i capelli un'ultima volta prima di dirigersi verso Sakusa, seduto casualmente sul suo letto come se ci appartenesse.

A Liar's Truth || SakuatsuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora