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Milano ha esattamente 1, 371, 058 abitanti, la sua estensione superficiale la rende tra le città più estese d'Europa.

Quindi, in fin dei conti, si potrebbe definire piuttosto grande.
Si potrebbe definire una città che offre a tutti i suoi abitanti i propri spazi, dà la possibilità a tutti di vivere tranquillamente, in pace. Perché alla fine in una città come Milano vivono migliaia di culture diverse.
A Milano vive il mondo intero, perché ci si può imbattere in ogni tipo di persona diversa.

Il mondo è bello perché è vario, si potrebbe dire, no?

No, non si potrebbe dire. O almeno, gli Stefanelli e gli Zenzola non avrebbero mai pronunciato una frase simile perché, beh, nonostante tutte le sue belle caratteristiche, Milano, per loro, continuava ad essere troppo limitata.

La Stefanelli Corporation e la Zenzola Enterprice erano due aziende che si occupavano di holding finanziario, e dalla loro storica fondazione erano rivali. Famose in tutto il mondo per il loro valore esageratamente alto di fatturato, tutti, soprattutto gli abitanti del quartiere del Quadrilatero della Moda erano a conoscenza dei loro rapporti falsi quanto avversari. O meglio, tra loro scorreva un vero e proprio odio, nascosto da falsi sorrisi e ancora più false dichiarazioni alle loro interviste dove i due proprietari si definivano sempre ottimi amici e perfetti vicini di casa. Sì, perché gli Stefanelli e gli Zenzola vivevano anche a pochi metri di distanza tra loro.

Si poteva notare la loro immensa differenza anche nell'osservare le grandi ville in cui abitavano.

Gli Stefanelli possedevano una villa sontuosa e all'ultima moda, moderna e all'avanguardia.

L'umile dimora degli Zenzola, invece, era una villa all'antica, quanto reale. I bambini delle strade del quartiere la chiamavano la magione dei Luthor, forse perché ricordava molto il luogo in cui l'arcinemico di Superman viveva, nella serie Smallville. O forse perché il loro padrone di casa era severo, ricco e spietato come Lionel Luthor;
i genitori preferivano davvero non chiedere il motivo per cui i loro figli avevano deciso di denominarla in quel modo.

Era una faida, la loro, che durava da quasi un secolo ormai, e si tramandava di generazione in generazione; probabilmente nessuno ricordava il motivo per cui quelle due famiglie avessero iniziato a competere così brutalmente, ma ormai la guerra era aperta da troppo tempo per poter riuscire a chiuderla.

Le loro famiglie si odiavano, i rispettivi dipendenti che lavoravano nelle loro aziende si odiavano, le società di cui possedevano le azioni si odiavano. Per intenderci, se una possedeva una percentuale delle azioni della Coca-cola, l'altra le possedeva della Pepsi.

Lo sapevano tutti l'odio che si covavano a vicenda, eppure tra di loro continuavano a mostrare i soliti sorrisi di circostanza e abbracci fraterni poco apprezzati. Come in quel momento, ad esempio, in cui tutti i principali possessori d'azienda erano seduti nella lussuosa sala riunioni della Zenzola Enterprice a discutere di affari e gli Stefanelli e gli Zenzola erano rigorosamente seduti ai rispettivi capo tavola, affiancati dai loro primogeniti maschi i quali, come da copione, anzi, com'era giusto che fosse, si odiavano a vicenda. L'unica sostanziale differenza era che, beh, loro non amavano nasconderlo, anzi amavano dare argomento di cui parlare ai media.

I due, infatti, erano da sempre gli argomenti preferiti del gossip che li definivano gli ereditieri più “piccanti” del momento. E, insomma, a chi non piaceva un po' di fama?

Christian Stefanelli, uno dei figli di Ivan Stefanelli, aveva venticinque anni ormai ed era il classico ereditiere ricco che amava divertirsi e fare un po' di scalpore in giro. Gli Zenzola l'avrebbero definito viziato, senza alcun freno inibitorio, irresponsabile e senza alcuna capacità.

Hate that I love you. [matian]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora