Mattia alzò la testa verso l'alto, osservando la finestra della camera di Christian, con lo sportello aperto, intento a salire in auto.
Per un paio di secondi fu sicuro di averlo intravisto dietro la tenda che, con un occhio, sbirciava i suoi strani spostamenti, ma furono solo un paio di secondi, perché subito il padre intervenne e lo distolse dai suoi pensieri.
"Entra in auto" ordinò subito duro, spingendolo all'interno. "Noi ci vediamo lunedì al lavoro, puntuale, alle otto" disse seriamente. "Sergio ti sta aspettando a casa."
Mattia annuì flebilmente. "Va bene" sospirò. "A lunedì" lo salutò, chiudendo subito lo sportello per evitare di dilungare ancora la conversazione. "Andiamo, Raimondo, ti prego" lo supplicò, buttando la testa all'indietro.
"Tutto bene, signore?" domandò l'autista, facendo partire l'auto.
"No, non proprio" sorrise amaramente. "Mia madre è malata, mio padre è un egoista che mette al primo posto i soldi invece che la famiglia, Luigi si trasferirà tra qualche settimana a Los Angeles insieme a Francesco, presto mi sposerò con Sergio che, per giunta, non è nemmeno la persona che voglio sposare! Sì perché ho una malsana voglia di iniziare una relazione seria con quel qualcuno che tu sai, segno che sto impazzendo del tutto, ma è impossibile perché se dovessi vederlo ancora, o anche solo sfiorarlo per sbaglio, mio padre mi diserediterebbe e, sinceramente, dopo tutto ciò che ho fatto per diventare quello che sono, non mi piace molto l'idea" spiegò con frenesia. "Quindi, Raimondo, non va tutto bene. Ma, ti prego, sai come posso risolvere questa matassa di problemi che mi sta facendo scoppiare il cervello?" chiese, quasi disperato.
L'autista si ammutolì per diversi secondi, continuando a guidare attentamente. Poi "Abbassate il bracciolo, signore" disse.
Mattia aggrottò le sopracciglia, poi inserì la mano tra le pieghe del sedile centrale, abbassando il bracciolo. Lo aprì e, perplesso, afferrò la bottiglia di rum che c'era all'interno. "È rum" constatò.
"Alcol" specificò. "Avete bisogno di alcol".
Mattia rise appena. "E hai ragione!" esclamò, aprendo la bottiglia e bevendo un sorso.
Arrivarono a destinazione un quarto d'ora dopo, tutti i suoi effetti personali era già stati portati a destinazione quindi Mattia, con la bottiglia ancora piena di rum, salutò Raimondo con un gesto della mano ed entrò nel lussuoso palazzo dove si trovava la sua nuova casa. Prese l'ascensore e pigiò il tasto dell'ultimo piano, il suo piano.
Arrivato direttamente all'interno di casa sua, Mattia non fece in tempo ad aprire la porta che qualcuno lo prese per i fianchi e lo sbatté al muro, baciandolo prepotentemente.
Mattia sussultò preso alla sprovvista, ma poi reagì e se lo tolse di dosso. "Sergio!" esclamò. "Ma sei impazzito? Mi hai fatto prendere un colpo."
Sergio sbuffò. "Mi dispiace" borbottò. "Ma era necessario."
"Che cosa?" chiese, perplesso.
"Volevo vedere la tua reazione" si lamentò. "Sai, se non ti fosse dispiaciuto avresti risposto subito al bacio e invece- non è andata così."
Mattia abbassò il capo. "Mi dispiace, ma mi hai colto alla sprovvista e io..."
"Non c'è bisogno che mi spieghi" lo bloccò. "Sappiamo cosa proviamo l'uno per l'altro, Mattia" sospirò.
"E cioè?"
"Affetto" alzò le spalle. "Ci vogliamo bene, ma non ci amiamo. Credo che fosse arrivato il momento di dircelo chiaramente una volta per tutte."
"Aspetta, tu non vuoi più..."
"Mattia" Sergio si morse un labbro. "Non ho mai voluto veramente sposarti ma... non ho intenzione di dirlo a mio padre. Voglio dire, si arrabbierebbe da morire perché, insomma, tuo padre vuole il nostro titolo mentre mio padre vuole i vostri soldi" spiegò. "E no" scosse la testa. "Non glielo posso dire."
"E io non credo di poterlo dire al mio" arricciò il naso.
"Ecco" alzò le spalle. "Quindi, ho pensato, visto che siamo tutti e due bloccati in questa cosa assurda che non vogliamo più di tanto, potremmo, non so, essere amici o- sopportare insieme i nostri genitori. In due dovrebbe essere più semplice, no?"
Mattia sorrise. "Perché no?"
Sergio sorrise di rimando, poi si avvicinò a lui, facendo qualche passo avanti.
"E magari" iniziò il ragazzo, prendendo la bottiglia che aveva tra le mani e appoggiandola su un piano qualsiasi. "Potremmo, non so, sfruttarci a vicenda" alzò le spalle, afferrandolo per i fianchi e avvicinandolo repentinamente a lui. "Potrò anche non amarti in quel senso, ma sei una delle persone più sexy che conosco" lo informò, iniziando a far passare le sue mani su tutta la schiena, facendole scendere sempre più in basso.Mattia avvicinò le labbra a quelle di Sergio, baciandolo a stampo per pochi secondi. Poi, appoggiò entrambe la mani sul suo petto e l'allontanò da lui. "Sì" annuì. "Potremmo farlo, Sergio. Ma adesso ho bisogno di un po' di tempo."
Sergio, sospirando, annuì. "È vero, quindi?"
"Non lo so" scosse la testa. "Non credo di sapere più niente, ormai."
"D'accordo" sorrise leggermente. "Per la cronaca, io lo odio ancora parecchio" arricciò il naso.
Mattia rise. "Se proprio vuoi saperlo anch'io lo odio per la maggior parte del tempo."
"È proprio vero che la linea tra amore e odio è davvero sottile" ridacchiò. "Ma adesso è meglio che vada. Per qualsiasi cosa sai dove trovarmi."
"Grazie" annuì.
Sergio si avvicinò a lui, circondandogli i fianchi con le braccia e lo baciò, inserendo la lingua tra le sue labbra mentre Mattia rispondeva subito al bacio, cercando di evitare di paragonarlo alla bocca di Christian.
"Dio, non ti voglio sposare, ma le tue labbra sono sempre fantastiche" esclamò Sergio facendolo ridere.
"Vattene" lo cacciò, ridacchiando.
Una volta che Sergio fu uscito, Mattia, sospirando, si andò a sedere sul divano del salotto dell'appartamento, gettando la testa all'indietro e rimanendo solo.
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Hate that I love you. [matian]
RomanceGli Stefanelli e gli Zenzola sono destinati ad odiarsi. Christian e Mattia, infatti, si odiano (forse), ma questo non impedisce loro di incontrarsi segretamente in camere d'albergo. [Adattamento della OS "Hate that I love you" di @/fel_s95] [Per il...