11.

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Mattia continuò a tenere il capo di Luigi sotto il rubinetto, sciacquandolo forse più del necessario e con più forza di quanta sarebbe effettivamente servita. "Sei un fottuto idiota" ringhiò l'amico.

Luigi iniziò a boccheggiare, riuscendo alla fine a liberarsi dalla sua stretta e a sfuggire all'acqua ghiacciata.
"Volevi affogarmi?" sbottò il castano, afferrando un'asciugamano e asciugandosi la faccia. Dopo che Mattia gli aveva infilato le dita in gola e l'aveva portato a vomitare ancora, e ancora e ancora,
Luigi aveva iniziato a riprendersi notevolmente, nonostante tutti i suoi movimenti fossero rallentati e non vedesse il mondo del tutto stabile.

"Forse!" esclamò Mattia. "Quando cazzo avevi intenzione di dirmelo, eh?" chiese.

"Mai!" rispose. "Ho detto che non ci vado! Cosa vuoi che ti dica?"

"Sei ancora più idiota!" Mattia gli schiaffeggiò il braccio. "Ao!" si lamentò, massaggiandoselo.

"E questo per cos'era?"

"Se hai paura di impegnarti non dare la colpa a me, chiaro?" lo minacciò puntandogli il dito contro.

"Pensi che sia per questo?" Luigi sbatté le palpebre. "No" scosse piano la testa. "Assolutamente no. Voglio passare il resto della mia vita con Francesco, ce lo siamo detti e volevo parlartene, ma poi tu hai iniziato a combinare guai e... non lo so" scosse la testa, sedendosi sul bordo della vasca in ceramica del lussuoso attico di Mattia.

"Luigi" Mattia, sospirando, si sedette accanto a lui e gli circondò le spalle con un braccio. "Non devi pensare a me. Vai da Francesco, io vi verrò a trovare spesso; lo sai che ho un appartamento in California."

"Sarebbe diverso ugualmente" affermò. "Lo sai. Io non ti posso aiutare da così lontano, e non ho così tanti soldi come te da potermi permettere un biglietto aereo ogni tanto."

"Smettila di farti problemi" roteò gli occhi al cielo. "Me la caverò."

"Nessuno se la può cavare da solo" ribadì.

Mattia strinse la presa sul bordo della vasca. "Andrà bene" sussurrò, con un finto sorriso sul volto.

"Hai bisogno di me, Matti" continuò. "Ora più che mai, non posso abbandonarti adesso. Ci siamo sempre stati l'uno per l'altro..."

"Luigi" lo bloccò Mattia. "Tu mi hai già salvato un sacco di volte. Milioni. Ci sei stato quando non c'è mai stato nessuno e non ti sarò mai abbastanza grato per questo. Ma Francesco ha ragione, è arrivato il momento di lasciarmi andare."

"Non posso" scosse la testa, mentre un velo di lacrime gli riempì gli occhi. "Tu lo sai che quella malattia che ha tua madre potrebbe essere genetica e io non voglio che un giorno..."

"Ehi, ehi, ehi" lo bloccò Mattia.
"Non andrà a finire come in quel caso, è diverso."

"Stai per sposare un uomo che non ami,
Matti. Hai bisogno di supporto, e chi te lo
darà se non io?"

"Non ho bisogno di supporto, devi smetterla di proteggermi" disse serio. "Devi andare a vivere la tua vita. Io starò bene, davvero. Sergio mi starà comunque accanto, poi c'è Carola, lei non mi abbandonerebbe mai. Non posso sentirmi solo" mentì, per rassicurarlo. "E poi verrò a trovarti tutte le volte che potrò, prometto" annuì.

Luigi si morse un labbro, guardandolo con la coda dell'occhio. "Sei sicuro di farcela senza di me?" domandò.

Mattia sorrise, annuendo visibilmente.
"Non sono certo del contrario, più che altro" arricciò il naso.

Il castano rise, poi si precipitò ad abbracciarlo, stringendolo forte a sé.
"Mi mancherai" sussurrò.

Mattia chiuse gli occhi, ignorandoli volutamente dato che avevano preso a pizzicare. "Anche tu, idiota" sorrise comunque. "E adesso vai dal tuo bello" lo spronò staccandosi.
"È disteso nel letto ad aspettarti."

Hate that I love you. [matian]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora