Capitolo 1

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Daegu, 2 anni dopo.

I tenui raggi del sole trapelavano timidamente dalla serranda abbassata, illuminando il profilo di due corpi sdraiati tra le lenzuola bianche e stropicciate.
Daegu si stava placidamente risvegliando, ma in quella stanza regnava ancora tranquillità: profondi respiri si alternavano l'uno con l'altro, in perfetto sincrono.
D'un tratto, il suono della sveglia, squarciò il silenzio, interrompendo quella pace idilliaca.
Una mano si allungò barcollante verso il comodino alla ricerca del tasto di spegnimento di quell'oggetto demoniaco.
Mentre la mano viaggiava a tentoni, un sonoro grugnito di disapprovazione giunse dall'altra parte del letto, accompagnato da un brusco movimento di un corpo che si era girato per dare le spalle all'origine di quel rumore incessante.
Finalmente il suono venne interrotto e la mano si allontanò dal comodino per intrecciarsi tra la folta chioma scura della sua proprietaria.

"Dio, che sonno! Non può già essere mattina...", pensò Jisoo, tenendo serrati gli occhi per scacciare ogni possibilità di essere colpita dalla luce.

Rimase immobile, distesa supina sul materasso. Non aveva alcuna intenzione di alzarsi e di iniziare una nuova noiosa giornata lavorativa.
Voleva rimanere lì, a vegetare su quel letto per tutto il tempo che le sarebbe servito per riprendere conoscenza.
Una serie di pensieri molesti cominciarono a vorticarle nella mente:

"Oggi devo iniziare quell'analisi. Mi ci vorranno almeno sei ore e poi devo ancora finire il lavoro della scorsa settimana! Se non entro in ufficio prima delle 8, uscirò tardissimo stasera!
Ma ho bisogno di almeno altri cinque minuti per riprendermi! Non ho la forza nemmeno di mettermi in piedi!
Bisogna preparare la colazione..."

Poi un'idea le balenò nella testa: non era necessario interrompere il suo torpore, quando c'era qualcun altro che avrebbe potuto preparare la colazione al suo posto, ed era steso proprio accanto a lei.
Sollevò la mano sinistra e cominciò a fendere l'aria per cercare la sua sagoma, raccolta su un fianco.
Le dita intercettarono una spalla, per poi scendere delicatamente lungo la schiena, coperta da una t- shirt blu sgualcita.

«Tocca a te», gli sussurrò con gli occhi ancora serrati.

La sagoma fece un grugnito e non accennò a muoversi.

«Ieri mi sono alzata io per prima», continuò Jisoo, insistente.

«Domenica ti ho portato la colazione a letto, quella vale per due giorni! Quindi oggi tocca di nuovo a te», bofonchiò lui, con la voce impastata, continuando a darle le spalle.

Jisoo si trovò costretta ad aprire gli occhi e a voltarsi per ribattere.

«Questa è una regola che ti sei inventato in questo momento! E poi sei stato tu a volermi portare la colazione a letto, non ti avevo chiesto nulla!»

«Dormiamo ancora un po', dai», fece lui, affondando la testa sul cuscino per coprirsi.

Jisoo, in tutta risposta, afferrò un lembo del lenzuolo e lo tirò in modo da lasciare il suo interlocutore scoperto.
Ancora assonnata, attese con aria compiaciuta una reazione che non tardò ad arrivare.

«Mi alzo, contenta?», fece un Taehyung scompigliato e stropicciato, girandosi finalmente verso di lei.

Aveva i capelli neri sparati in ogni direzione, gli occhi gonfi dal sonno, le labbra imbronciate e una leggera barba mattutina che gli copriva il mento.
Jisoo lo trovava adorabile.
Così, con un sorrisetto divertito stampato in faccia, si avvicinò lentamente verso di lui, gli prese il viso tra le mani e gli sussurrò:

𝑺𝒌𝒊𝒏𝒏𝒚 𝒍𝒐𝒗𝒆 (𝑺𝒆𝒒𝒖𝒆𝒍 𝒅𝒊 𝑨𝒏𝒐𝒕𝒉𝒆𝒓 𝒍𝒐𝒗𝒆) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora