Cαριƚσʅσ 29

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Prima di far ritorno a Seoul Jisoo non poteva mancare ad un incontro importante: quello con Jennie e la sua bambina.
Era appena scesa dal taxi, farfugliando un "Arrivederci" poco convinto all'autista e fissava la facciata dell'ospedale.
Doveva darsi un contegno, accantonare i suoi problemi e il suo stato d'animo in un angolo e non prestarci troppa attenzione: Jennie meritava solo sorrisi e gioia infinita, tutto ciò di più lontano da ciò che sentiva veramente in quel momento.
Ci sarebbe stato tempo per struggersi, per porsi mille domande senza risposta, per vagliare minuziosamente ogni singolo dettaglio di quella notte passata insieme a lui, per incolparlo e incolparsi a sua volta, ma non ora.

Così fece un profondo respiro e si incamminò verso il reparto, mentre l'ospedale iniziava a svegliarsi dal torpore della notte appena trascorsa.
Si affacciò silenziosamente ad ogni porta, alla ricerca della sua migliore amica, per poi trovarla stesa sul letto, illuminata dalle prime luci del mattino che trapelavano dalle tapparelle.
Prima di entrare restò un attimo a fissarla: aveva i capelli legati in un raccolto scomposto con qualche ciocca che le ricadeva morbida verso il basso, le braccia raccolte e il viso protratto verso un piccolo fagotto attaccato al suo seno.
Jisoo sentì gli occhi inumidirsi osservando in disparte la bellezza della vita.
Jennie alzò la testa e si accorse di lei: le sorrise in silenzio, invitandola ad entrare in quello spazio così intimo e perfetto.

«Ciao», le disse a voce bassa sorridendole.

Jisoo le si avvicinò, puntando immediatamente gli occhi sulla bambina: non aveva mai visto nulla di così perfetto. Era un confetto rosa dagli occhi allungati simili a quelli della mamma e dalla bocca a forma di bocciolo.

«Mio Dio Jennie, è stupenda!», le sussurrò, allungando una mano per una tenera carezza sulla sommità del capo della piccola.

«Mya, hai visto chi è venuta a trovarci? La zia Jisoo! Le vorrai un mondo di bene, lo sai?», fece Jennie alla bambina, che insaziabile continuava a succhiare il latte.

«E la zia è già perdutamente innamorata di te, piccolina.
Mya è un bellissimo nome!»

«Ne avevamo pronto anche uno da maschietto, ovviamente. Ma è arrivata questa principessa... », disse teneramente Jennie, guardando con gli occhi pieni di amore la figlia.

Poi lanciò un'occhiata a Jisoo in piedi e impacciata e la invitò a sedersi ad un lato del letto.
Jisoo obbedì, poggiandosi sopra al lenzuolo bianco con delicatezza, come se anche un piccolo spostamento d'aria potesse rovinare quel contatto perfetto tra madre e figlia.

«Come ti senti?», chiese con un velo di preoccupazione all'amica.

«Ora bene. Un po' stanca, ma non fa niente. Mi basta guardarla e passa tutto... », fece Jennie con dolcezza.

«Kai?»

«Gli ho detto di tornare a casa per riposarsi. È stato con noi fino a poco fa, era distrutto. Tu piuttosto, che ci fai qui così presto?»

«Devo ripartire per Seoul e ho il treno tra circa un'ora»

«Mi dispiace che hai affrontato il viaggio solo per noi... », le disse Jennie.

«Non potevo mancare»

Jennie si voltò di scatto verso la bambina, percependo il fatto che si fosse appena staccata dal suo seno.

𝑺𝒌𝒊𝒏𝒏𝒚 𝒍𝒐𝒗𝒆 (𝑺𝒆𝒒𝒖𝒆𝒍 𝒅𝒊 𝑨𝒏𝒐𝒕𝒉𝒆𝒓 𝒍𝒐𝒗𝒆) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora