Era un lunedì mattina e Jisoo non riusciva a svegliarsi.
Si muoveva stropicciata tra le mura di casa, tentando di scrollarsi di dosso il torpore che la stava pervadendo.
Il freddo delle mattine di novembre le penetrava nelle ossa e il letto, così caldo e accogliente, sembrava richiamarla come il canto delle sirene.
Si era vestita di malavoglia, indossando un semplice maglioncino grigio, a collo alto e un paio di Jeans.
Aveva raccolto i capelli in una coda di cavallo e si era illuminata lo sguardo con una passata di mascara, questo era il massimo che le concedeva la sua scarsa forza di volontà quella mattina.
Il cielo di Daegu era plumbeo e grigio, solcato da minacciose nuvole che promettevano pioggia.Dalla camera da letto non proveniva alcun rumore: Taehyung doveva essere ancora immerso nel sonno.
Lo aveva sentito rincasare tardi, come ogni sera, tanto che oramai quella era diventata una sorta di malsana routine.
In quei giorni aveva tentato d'incrociarlo il meno possibile, quasi di sparire in sua presenza, visto il grado di nervosismo che aleggiava nell'aria.
Sapeva che era stanco, arrivato allo stremo delle forze, e che sarebbe bastato un nonnulla per farlo scattare e prendere fuoco.
Aveva anche smesso di fare domande sull'andamento dei lavori, sperando che sarebbero finiti il prima possibile.
Odiava quel clima, odiava la mancanza di comunicazione che si era creata tra loro due, odiava aggirarsi per casa come una semplice coinquilina e non più come una compagna di vita.
Sperava solo che quello fosse un momento passeggero e attendeva la quiete dopo la tempesta.Era pronta, doveva solo preparare qualcosa di frugale da portare per il pranzo.
Aprì il frigo e scorse una ciotola di riso avanzata dalla sera precedente: l'aveva lasciata per Taehyung, ma a quanto pareva si era messo a letto senza mangiare.
L'afferrò e cominciò a travasarla su un contenitore, quando alle sue spalle percepì dei passi leggeri e il tocco del viso di Taehyung sulla sua spalla.
Presa così alla sprovvista, ebbe un piccolo fremito di spavento e, anzi che sciogliersi sotto il suo tocco, rimase rigida e impettita.
L'aveva ignorata per giorni, trattata freddamente e ora? Si comportava come se nulla fosse successo?«Te ne vai?», le chiese, intrecciando le mani attorno alla sua vita.
«Sì. Entro le 8:00 devo stare al lavoro», gli rispose lei con tono piatto, continuando a preparare il pranzo.
«A che ora torni?»
«Non lo so. Dipende da quanto ho da fare»
«Jimin ha finito. Ha fatto un ottimo lavoro», continuò lui, respirando sulla sua spalla, aggrappato come un koala.
"Ora Jimin è stato provvidenziale. L'uomo che non deve chiedere mai se ne è accorto per fortuna!", pensò Jisoo tra sé, ricordando il modo in cui l'aveva incenerita con lo sguardo al K, appena una settimana prima.
«Sì lo so. Mi ha mandato un messaggio ieri sera. Riparte in mattinata per Seoul», rispose lei, sciogliendosi dalla stretta di Taehyung per continuare a muoversi nella cucina.
A un tratto si sentì afferrare per una mano.
Le sue dita affusolate e morbide le stringevano il polso, trattenendola e costringendola a girarsi verso di lui.
Taehyung era di fronte a lei, ancora assonnato, gli occhi e le labbra gonfie dal sonno appena interrotto.
I capelli arruffati gli coprivano gli occhi, occhi che la guardavano timorosi e imploranti.
Era chiaramente dispiaciuto.
Con Taehyung era così, era sempre stato così in verità: le passava sopra come un bulldozer, o peggio, l'ignorava, per poi pentirsene e presentarsi da lei con quell'espressione da cucciolo di foca.«Scusa», le sussurrò sincero.
«Scuse accettate», rispose lei frettolosamente, distogliendo in un secondo lo sguardo.
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𝑺𝒌𝒊𝒏𝒏𝒚 𝒍𝒐𝒗𝒆 (𝑺𝒆𝒒𝒖𝒆𝒍 𝒅𝒊 𝑨𝒏𝒐𝒕𝒉𝒆𝒓 𝒍𝒐𝒗𝒆)
RomanceDopo due anni dall'inizio della loro relazione, ritroviamo Jisoo e Tae, il loro amore, la loro sintonia e il loro mondo, popolato da tutti i personaggi conosciuti in Another love. La vita però, può essere insidiosa, difficile da gestire e ricca di...