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Mi svegliai con le prime luci del sole tra le braccia del mio alpha. Tra le braccia del ragazzo che mi aveva rubato il cuore. Rimasi lì stretta al suo corpo che sembrava scolpito nel marmo mentre lo guardavo dormire; sembrava un dio greco benedetto con il dono della bellezza. I raggi del sole gli illuminavano i capelli corvini. Allungai la mano e gli accarezzai lentamente e delicatamente la guancia cercando di non svegliarlo, ma lui percepì il mio tocco e aprì poco dopo i suoi bellissimi occhi azzurri come il mare in tempesta.

<<Sei bellissima.>> disse facendomi arrossire.

<<Sai, stavo pensando proprio la stessa cosa di te un minuto fa.>> ammisi cercando di nascondere il mio imbarazzo mentre guardavo il maestoso cielo sopra di noi. Lo sentii ridere e la sua risata mi scaldò il cuore.

Il mio telefono suonò, ma sinceramente non volevo rispondere. Avrei voluto restare da sola con lui in quel luogo che sembrava incantato sotto le prime luci dell'alba. Ma la realtà bussava alla porta di quella momentanea fantasia e sapevo che non potevo fuggire per sempre da essa.

<<Saranno i miei e sicuramente sono furiosi...>> dissi sospirando e prendendo il telefono. Avevo ragione. C'erano quasi un centinaio di messaggi e chiamate perse.

<<Pronto, mamma.>> risposi alla chiamata che mi era appena arrivata. Se non lo avessi fatto sarei stata ancora più nei casini. Anche se avevo già iniziato a temere per la mia incolumità.

<<Eva, stai bene? Dove sei sparita ieri sera?! Sei nei guai seri!>>

<<Mamma, mi dispiace avervi mollati lì. Mi sono lasciata prendere dal momento...>> dissi strofinandomi la fronte.

<<Cristo! L'avete fatto?!>>

<<Mamma! Certo che no.>> gridai impulsivamente. Non potevo certo dirglielo. Alex poco distante rise di gusto alla mia reazione, probabilmente intuendo l'argomento della discussione. Io gli feci un gestaccio e ricomponendomi dissi a mia madre:<<In ogni caso ti ricordo che non sono più una bambina ormai. Non ho intenzione di parlare di certe cose con te, sappilo.>>

La sentii inizialmente titubante ma poi disse:<<Ok. Torna a casa però. Eravamo molto preoccupati.>>

<<Mi dispiace, ma rimarrò a casa sua per un po'. Vengo a casa questo pomeriggio. Promesso. Io sto bene comunque, quindi non preoccupatevi.>> dissi riattaccando il telefono per impedirle di contraddirmi.

<<Quindi passeremo la giornata a casa mia?>> disse stringendomi a sé.

<<Esatto.>> Ci rivestimmo, però nel mentre riscontrai un piccolo problema. La mia maglietta era distrutta.

<<E adesso che faccio? Non posso andare in giro in reggiseno.>>

<<Beh... saresti uno spettacolo per gli occhi.>> disse lui sorridendo. Questo lo portò a beccarsi una forte pugno sulla spalla.

<<Non dire stronzate. Invece, aiutami a trovare una soluzione!>> dissi.

<<Metti questa.>> disse dandomi la sua maglietta.

<<E tu cosa ti metti?>> gli chiesi stringendo nella mano ciò che mi aveva dato. Voleva per caso girare a petto nudo?

<<Ho sempre una maglietta di ricambio nella moto.>>

Lo colpii di nuovo.

<<E questo per cos'era?>> mi chiese massaggiandosi la spalla.

<<Perché non me lo hai detto subito.>> dissi dirigendomi verso la sua moto mentre lo sentii ridere dietro di me.

La ragazza della profezia: Amore o destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora