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Anche oggi non ho dormito quasi nulla a causa delle parate notturne che percorrevano ogni sera le strade di New Orleans. Ormai sono qui da 4 giorni. Quando arrivai il primo giorno fui accolta da 3 ragazze molto allegre che si sbracciavano all'aeroporto per farsi notare da me. Scoprii poi che una di loro era la figlia di Elvira, Alice, che aveva deciso come me di "staccare per un po' la spina".
La ragazza più alta delle tre, invece, era la nipote della strega anziana della congrega di New Orleans, Roxanne. Sua madre possedeva un Bed & Breakfast dove Alice viveva e dove ora sto anche io.
L'altra ragazza, invece, era la sua migliore amica e vampira, Holly.

A quanto pare a New Orleans ci sono un sacco di creature soprannaturali. Sembra quasi esserne la capitale, dato che la maggior parte della popolazione è costituita da vampiri, streghe e lupi mannari. Tutti lì vivono insieme e in pace e con, di tanto in tanto, qualche piccola diatriba. Ovviamente. Ma facilmente gestibili.

Holly si sarebbe occupata di insegnarmi come adattarmi alla mia nuova vita da vampira e in quei pochi giorni ci riuscì alla grande. Grazie a lei avevo imparato a controllare la mia sete di sangue. Avevo imparato che, per nutrirmi, bastava andare alla banca del sangue. In cambio di una somma non troppo alta potevo acquistare il sangue, senza bisogno di mordere, in un reparto composto di vampiri. Holly aveva proposto anche di insegnarmi a mordere, ma io non mi sentivo ancora pronta. Nonostante ciò, mi spiegò che i vampiri erano in grado di nutrirsi degli umani e poi grazie alla "compulsione" potevano far dimenticare l'accaduto all'umano. Molto utile è stato scoprire questa cosa, anche se avevo scoperto che non funzionava se l'umano aveva assunto nelle ultime 24 ore la pianta conosciuta col nome di "Iperico". Ovviamente, come già sapevo, le leggende sulle proprietà dannose del sole e dell'aglio per i vampiri erano un mucchio di cavolate. L'unica cosa vera delle leggende era che gli unici modi per uccidere un vampiro erano un paletto di legno nel cuore, il fuoco e la decapitazione.

Anche oggi, come i giorni precedenti, sono rimasta in casa uscendo solo per andare alla banca del sangue o per andare al supermercato. Nonostante le prediche delle ragazze, che erano contrarie alla mia reclusione, avevo deciso di concentrarmi sullo studio e, quando mi stancavo, mi sedevo sulla terrazza a guardare le persone camminare per le vie colorate e festose di New Orleans. Purtroppo, però, io non ero molto in vena di festeggiare. Dopo la mia trasformazione mi ero sentita costantemente sola, anche in mezzo alle persone a me care, cioè quando stavo insieme ai miei amici o alla mia famiglia. Non sapevo nemmeno più come comportarmi con Alex ed ero ancora più confusa su quello che avrei dovuto fare con Sebastian. Dovevo stargli lontano o dovevo ammettere persino a me stessa che forse lo amavo veramente? Era veramente amore quello che provavo per lui? E Alex? Sapevo già che il nostro rapporto era basato sul fatto che eravamo compagni... ma ora non lo eravamo più. Con la mia morte avevo finalmente aperto gli occhi alla realtà?Queste domande continuavano a vorticare nella mia mente senza lasciarmi tregua.

Il mio cellulare iniziò a squillare. Erano passati 4 giorni e avevo solo mandato un messaggio alla mia famiglia dicendo che avrei avuto da fare in questi giorni e che li avrei richiamati io. Dovevano essere molto preoccupati a quest'ora. Avevo ricevuto almeno 40 telefonate da Sebastian e alcune anche da Alex. Probabilmente Alex era combattuto quanto me. Probabilmente una parte di lui mi odiava, mentre l'altra mi voleva con lui. Ma non potevo saperlo per certo. L'unica cosa di cui ero sicura, però, era che eravamo entrambi spezzati e confusi in quel momento. L'unica certezza era che le cose non si sarebbero risolte facilmente tra di noi. O forse...non sarebbe mai potuto accadere.

Controllai sullo schermo del cellulare e il numero era sconosciuto. Risposi, ma non dissi nulla. Anche dall'altra parte c'era solo silenzio. Non sapevo se si trattasse di Sebastian o di Alex, ma non avrei risposto in ogni caso. Non me la sentivo. Soprattutto...dopo il modo in cui me ne ero andata. Avevo tagliato tutti i ponti con quelle lettere, mettendo fine alla relazione con Alex e al rapporto con Sebastian, e forse lo avevo fatto per ricominciare da capo. Per farmi una nuova vita. Sapevo che mi avrebbero odiato tutti per il modo in cui ero fuggita, ma per me era troppo restare lì a fingere che nulla fosse cambiato, quando in realtà era cambiato tutto.

La ragazza della profezia: Amore o destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora