Il giorno seguente arrivò troppo presto e dopo scuola salutai i miei amici allontanandomi. Non sapevo l'indirizzo quindi fui costretta a chiamare Sebastian.
<<Pronto.>> disse lui soddisfatto. Ero quasi certa che l'avesse fatto apposta. Per costringermi a chiamarlo io stessa.
<<Non mi hai dato l'indirizzo.>> dissi snervata, ma poi un clacson mi fece saltare dallo spavento. Osservai il punto da cui proveniva il suono e dietro di me mi resi conto che c'era una Lamborghini nera e al volante il vampiro con cui ero al telefono. Mi guardai intorno e per fortuna non c'era nessuno. Salii in fretta sul veicolo allacciandomi la cintura e coprendo la testa con il cappuccio per evitare che qualcuno mi riconoscesse.
<<Ben arrivata.>> disse lui sorridente. Come se non mi avesse appena ricattata per stare con lui.
Io non gli risposi perché ero nervosa e arrabbiata con lui, e perciò mi limitai a guardare fuori dal finestrino.
<<Se ti comporti bene potrei decidere di raccontarti della tua antenata magari...>> mi disse lui cercando di attirare la mia attenzione.
Almeno ci avrei ricavato qualcosa da quella giornata infernale.
<<Parti o scendo.>> dissi secca senza aggiungere altro. Speravo davvero tanto che la giornata finisse il prima possibile.
<<Va bene.>> rispose lui alla fine ridendo per poi accendere il motore. La strada per raggiungere casa sua era di un'ora. Per fortuna esisteva la radio. Preferivo una qualunque canzone ad una discussione con lui.
Quando arrivammo a destinazione scesi dall'auto e rimasi leggermente stupita per la regalità della sua casa, o dovrei dire villa. Una villa enorme con un immenso giardino. Per un momento mi ricordò Versailles, anche se era più alta e meno dorata la villa di fronte a me. Il ragazzo scese e lanciò le chiavi a quello che giudicai essere uno dei suoi domestici. Ma scherziamo?! Chi possiede ancora dei domestici?! Forse solo i miliardari. Alla fine però non dissi niente e lo seguii dentro casa. Le pareti erano piene di dipinti ad olio, sculture e vasi. Mi sembrava di essere dentro un museo.
<<Ho saputo che ti piace leggere, quindi ho pensato di chiacchierare un po' nella biblioteca.>>
<<<E da chi lo avresti saputo?>> gli chiesi innervosita.
<<Ho le mie fonti.>> disse sorridendo.
<<Stalker.>> affermai quasi come un ringhio soffocato.
<<Sai che ti ho sentito, non è vero?>>
<<Bene.>> dissi secca.
<<Sei adorabile quando ti comporti come una ragazzina di 10 anni arrabbiata.>> disse ridendo.
Io sbuffai senza volerlo e lui rise ancora più forte. Stavo per insultarlo quando, però, mi fece entrare nella biblioteca e rimasi senza parole. Era enorme e del genere che piaceva a me, cioè antica. C'erano molte librerie e quelle alla parete erano così alte da avere delle scale scorrevoli che permettevano di raggiungere gli scaffali più alti. Era un sogno per una lettrice e amante delle librerie come me, ma non volevo dargli ragione e perciò cercai di controllare le mie reazioni. Dovevo comportarmi come se odiassi essere lì con lui, anche se quel posto così magnifico me lo rendeva un po' difficile.
<<Bella, vero? Non sei l'unica qui ad amare i libri.>> disse dirigendosi verso delle poltrone. Si sedette e mi fece cenno di sedermi accanto a lui. Io, invece di accontentarlo, decisi di sedermi sulla poltrona davanti a lui. Anche se mi aveva impressionato con quella libreria, non mi sarei mai seduta troppo vicino a lui. E poi, volevo farlo arrabbiare. Dopotutto...ero lì contro la mia volontà.
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La ragazza della profezia: Amore o destino
ParanormalEva è una normalissima ragazza di Trento molto introversa e che frequenta ancora il liceo. Vive una vita molto semplice e senza amici stretti. Solo la famiglia è stata importante per lei. Poi un giorno si ritrovò invischiata in un mondo più grande...