Lasciata la palestra, ci dirigemmo alla nostra stanza. Lungo il corridoio, al nostro piano, trovammo mio fratello piuttosto sfatto e claudicante, fresco di doccia, ed io non riuscii a trattenermi dall'esplodergli a ridere in faccia.«Ehi, Terminator, tutto bene?» Lo presi in giro, avvicinandomi per punzecchiarlo con un dito nel fianco.
Il sorriso che Davide mi rivolse fu tutto un programma. Aveva le labbra tirate indietro, mostrando per intero le gengive, e gli occhi lanciavano fiamme e anatemi. I lineamenti del viso erano un po' tirati e pensai che stesse in piedi per scommessa. Bambino! Ma pensai che gli stesse bene e che gli sarebbe servita da lezione. Le sue azioni non avevano alcuna giustificazione e seppure le sue intenzioni fossero state dettate dall'amore che provava per me, fatte in buona fede, c'erano mille altri modi per approcciarsi con le persone per cercare di conoscerle. Era stato uno sciocco e glielo avrei fatto notare.
«Nana, ma che dici? Certo che sto bene, perché non dovrebbe essere così?» Mi rispose a denti stretti.
Con la coda dell'occhio vidi Callum passarsi una mano sui baffi, come per sistemarli. Qualcosa, dentro di me, mi suggerì che in realtà stesse cercando solo di trattenersi dallo scoppiare a ridere. A differenza mia, si stava dimostrando maturo e gentile, comprensivo verso il mio fratellino, cercando di non peggiorare il suo umore già piuttosto incerto e ferire il suo amor proprio. Osservai che, quello di sistemare i baffi, fosse un gesto che compiva spesso, per lo più quando era pensieroso, includendo nel movimento la barba lunga sotto il mento, pettinandola e stendendola, o quando fosse un po' nervoso. Sorrisi intenerita sentendomi soddisfatta di me stessa per star diventando brava a capirlo anche dai piccoli gesti. Per lui era stato semplice interpretarmi dal primo istante e la sera prima, quando mi aveva parlato a cuore aperto, me ne aveva dato dimostrazione.
«C'è un idromassaggio giù, nella Spa?» Gli chiese cordiale.
«Certo! Ed è pure spettacolare.» Gli rispose gentile mio fratello. Forse, nonostante l'approccio e il metodo con cui aveva scelto di servirsi per conoscere meglio Callum e che gli aveva comportato risultati doloranti per tutto il corpo, aveva permesso loro, anche a mio padre, di farlo per davvero e di garantirgli il giusto e meritato rispetto.
«Bene, vacci. I getti e l'acqua calda ti rilasseranno i muscoli indolenziti, e bevi tanta acqua. E cercati anche delle banane, sono benefiche anche quelle.» Gli consigliò Callum, battendogli una mano su una spalla. «Ci vediamo di sotto?» Mi chiese voltandosi a guardarmi da sopra la sua spalla destra, mentre si avviava verso la nostra camera.
«Ci sarò.»
«Quello è Maciste.» Proruppe mio fratello con enfasi, appena sentimmo la porta richiudersi alle spalle del vichingo.
«Sei uno stupido e sono molto delusa da te e da Aurora. State facendo di tutto per metterlo in imbarazzo.» Replicai infastidita.
«Aurora? Che c'entra Aurora, se davanti a lui non riesce a spiccicare parola?» Mi chiese con giusta osservazione.
«Appunto! Se ne sta lì, ferma come un baccalà, a guardarlo come se non avesse mai visto un uomo in tutta la sua vita. Per giunta stamattina ce la siamo ritrovata ai piedi del letto nelle sembianze di Chucky, la bambola assassina intenta a fissarlo in maniera maniacale, ma ti pare?»
Davide rise sguaiatamente, fino a piegarsi in due, ma il movimento dovette contrarre qualche muscolo dolorante, perché le sue risate si trasformarono in gemiti di dolore.
«Ben ti sta!»
«Dai, Anna, non puoi avercela con me perché ho voluto scoprire qualcosa in più sul suo conto. Dopo Auggie non hai più portato a casa nessun ragazzo e, nonostante i tentativi delle ragazze e della mamma di trovarti qualcuno, non hai mai dato segno di volerci riprovare con nessuno. Finché non hai conosciuto quel cazzone a Londra e dopo di lui ho temuto che la tua fiducia verso gli uomini sarebbe rimasta guastata per sempre. E poi, lo sai che non sono il tipo convenzionale e che da credito all'aspetto fisico, ma quello davvero è l'incarnazione di Maciste e scusami tanto se volevo essere sicuro che fossi in ottime mani.»
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Come ti vesto per San Valentino
ChickLitA causa di un malinteso, per cinque lunghi anni Anna non fa ritorno a casa e soltanto lei e sua madre conoscono i reali retroscena che le hanno portate a non comprendersi, a dubitare l'una dell'altra. Schiacciate dal segreto, il loro rapporto subisc...