Capitolo V - Banchetti e Segreti

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I giorni trascorsero lentamente e Ophelia non si scordò del prigioniero e di come la sua pelle era stata violata. I suoi capelli un tempo avevano le tonalità del bianco, ne era certa, e quegli occhi così singolari appartenevano a qualcuno che un tempo era felice.

Aveva visto in lui una certa fragilità, ma anche una forza celata e che tratteneva.

Non capì però, per quale assurdo motivo, non scappava dalla prigionia. Aveva raccolto alcune informazioni e aveva origliato delle conversazioni delle guardie, non ci voleva un genio per capirlo, ma scoprì ben presto che quel ragazzo era un demone piuttosto potente.

Quindi la domanda era sorta nel suo cervello, non capendo il motivo per cui continuasse a rimanere lì.

Si guardò allo specchio, mentre il medico di famiglia le cambiava la benda sulla guancia.

Si ricordò l'espressione del padre quando vide cosa era successo al suo bel visino, urlò un po' e divenne paonazzo in faccia, ma non punì il vecchio bavoso che le aveva inferto tali sofferenze, anzi, da quello che sentì dalle pettegole serve, il re gli aveva donato un sacco di denari e donne a volontà.

Suo padre lo conosceva bene e sapeva che era in grado di fare una cosa del genere.

Quando finì di medicarla, la signora si congedò e lasciò la principessa da sola nelle sue stanze.

Quella sera doveva cenare per forza con la sua famiglia e quella del suo futuro sposo per firmare finalmente le carte per dare il via alla cerimonia di unione tra le due casate.

Ne era contenta, doveva ammetterlo, Lord River era la persona perfetta per lei. Poteva donarle tutto l'amore di cui aveva bisogno, e questo, le riempiva il cuore di gioia.

La giornata passò estremamente in fretta, tra letture varie e giri nel parco, il sole lasciò spazio alla luna e alle stelle.

Ophelia mise uno dei suoi vestiti più belli, quello color azzurro, voleva ammaliare tutti i presenti, in particolar modo Lord River. Non lo faceva per suo padre, ma per se stessa, per una volta voleva essere al centro dell'attenzione e non un pezzettino di carta strappata buttata a terra in un angolino.

La ragazza si fece aiutare anche dalla fedele Agata per acconciare i capelli e truccare il suo viso giovanile.

Appena finì di sistemarla, Ophelia si fece accompagnare dalla signora che le aveva tenuto compagnia per diverso tempo.

Era nervosa, aveva paura di non fare una bella impressione alla famiglia del suo promesso sposo, ma si era ripromessa di fare tutto il possibile per far andare nel verso giusto la serata.

Appena varcò la porta della enorme sala da pranzo, la prima cosa che vide fu il tavolo imbandito con le diverse leccornie e vini rossi pregiati. A capo tavola, il re Honor II era già seduto comodamente, la regina era alla sua sinistra, mentre il figlio prediletto alla sua destra.

Di fianco a quest'ultimo c'era il suo caro amico Lord River e subito dopo il conte di Solaria in persona. Il figlio aveva preso sicuramente da lui per quanto riguardava la bellezza e i capelli biondi, ma non gli occhi, erano di un castano scuro tendente al nero.

Vicino alla madre della principessa, c'era un posto vuoto e subito dopo Lady Rosanna e la duchessa.

Ophelia si soffermò per un istante sulla figura della bellissima ragazza dai capelli castani, gli occhi di ghiaccio e il portamento rigido, degno di una sovrana. La principessa, al cospetto di tale bellezza, si sentiva insicura e fuori posto.

Si rassicurò mentalmente, raggiunse il grande tavolo imbandito e si sedette vicino a colei che l'aveva messa al mondo.

La cena iniziò e finì in tranquillità, tra varie chiacchiere e discussioni di alcuni argomenti politici tra gli uomini e gli ultimi capi presi dalle donne.

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