Capitolo XIV - Cuore e Anima

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Ophelia era sempre più indaffarata, doveva stare dietro al principe e assecondare ogni sua richiesta.

Dopo la discussione di qualche giorno prima, il principe era diventato più freddo nei confronti della ragazza e cercava di metterla in una posizione sfavorevole.

Ophelia era abituata ad essere trattata con sufficienza, quindi per lei era una sorta di sfida, non di certo un disagio.

Ben presto, arrivò il giorno delle danze, una tradizione che si faceva ogni anno per la prole del re e della regina di quelle terre.

La principessa non aveva partecipato agli allestimenti della sala per ordine del principe Kaiser, ma in compenso avrebbe dovuto lucidare le scarpe e assicurarsi che il suo abito da cerimonia fosse impeccabile.


***


Quella sera, nella sua camera da letto, il principe si mise il completo e le scarpe che aveva lucidato la ragazza.

Odiava il giorno delle danze, di sicuro avrebbe dovuto essere gentile con le principesse di tutto il regno, anche se fossero state irritanti.

Già si immaginava la scena: vestite di tutto punto, i tacchi troppo alti per loro, la puzza sotto il naso e un portamento degno di una statua in marmo.

Tutto questo per vedere lui, il principe, l'erede al trono di quel regno governato dal caos e dalla menzogna. Tutto per conquistare il suo cuore che era stato rubato da una donna in particolare: la sua preziosa schiava.

Sospirò, si sistemò la camicia e dallo specchio vide lei entrare dalla porta, sorreggendo un vassoio con sopra una tazza e una teiera.

A piccoli passi, si diresse verso la scrivania di lui e appoggiò sopra la superficie lignea il vassoio.

Il principe non riusciva a toglierle gli occhi di dosso e, ad ogni secondo che passava, il battito cardiaco aumentava, il respiro irregolare e la voglia di averla tra le su braccia era un pallino fisso nella sua mente.

<<Vi ho portato il tè, vostra eminenza>> disse con una freddezza disarmante la nuova arrivata, guardandolo attraverso lo specchio.

<<Ti ringrazio>> disse allora lui, utilizzando lo stesso tono gelido di lei.

Aveva anche utilizzato il "tu", facendole capire che era inferiore a lui.

Non aveva dimenticato il suo rifiuto ed era ancora arrabbiato per come lo aveva respinto.

Ophelia non disse nulla e si mise in un angolo, pronta per ricevere altri ordini e Kaiser le passò a fianco, per dirigersi verso la scrivania e bere quel maledettissimo tè.

Lo odiava, ma sua madre gli imponeva di berlo allo scoccare della Mezzanotte. Non sapeva esattamente il motivo, ma tutti dovevano farlo, persino i servitori.

A Ophelia però, non era stato imposto come pensava.

Posò la tazza sulla superficie in legno, si rivolse alla sua segretamente amata principessa e osservò il suo viso prima di annunciarle le seguenti parole: <<Tu rimarrai qui durante i festeggiamenti, vorrei che non ti mettessi in una posizione scomoda o che qualche creatura al banchetto ti possa notare troppo. Sono stato chiaro?>>

<<Mi state dicendo che dovrò rimanere qui a girarmi i pollici come un'idiota? Almeno vorrei trascorrere il tempo facendo qualcosa di utile>>.

<<Purtroppo non ho compiti da assegnarti per questa sera, ma penso che leggere un libro ti possa aiutare ad ammazzare il tempo. In fin dei conti, tu ami i libri, dico bene?>> disse aprendo un cassetto e tirò fuori un libro dal titolo: "Le Cronache di Luna e Sole".

La ragazza con le mani tremanti e incerte, decise di prendere il tomo per poi stringerselo al petto.

<<Come... come fate a sapere che mi piace leggere?>>

Accennò un sorriso a quella domanda, per il momento quell'informazione non avrebbe potuto rivelargliela. Sarebbe stato troppo strano e probabilmente lo avrebbe preso per un maniaco.

Inoltre, le avrebbe rivelato le sue tattiche militari e, non era un segreto che sapesse esattamente dove si trovassero il fratello e quell'individuo che avrebbe dovuto sposare la principessa.

Al solo pensiero, gli venne voglia di strappare la carne al biondino e ridurlo ad una pezza.

Non meritava assolutamente Ophelia, anche dopo quello che aveva visto in quella tenda. Lui, a differenza di River, non avrebbe mai e poi mai fatto una cosa del genere, che sia stato con una donna o con un uomo.

Da quando l'aveva vista, era cambiato tutto e non provava più attrazione per nessuno. Era passato dal avere cinque splendide creature nel suo letto, a non averne nessuna.

Nessuno aveva i capelli color del fuoco; nessuno aveva quegli occhi da cerbiatta che ti ipnotizzavano; nessuno aveva quelle labbra così rosse e che ti invitano a baciarle per farle diventare gonfie e ancora più scure e succose.

Tornò al presente e la guardò un'ultima volta prima di andarsene.

<<Pura intuizione, ora, se ti dispiace, devo andare>>disse, e impose ai suoi piedi di muoversi e lasciare quella stanza, lasciandola da sola senza alcun tipo di protezione.

No! Sarebbe rimasta al sicuro lì dentro, lontana dalle creature maligne che si aggiravano per i corridoi del castello. Aveva paura che le avrebbero fatto qualche strano incantesimo, o peggio ancora, rapirla.

Le sfiorò una spalla mentre le passava a fianco, un brivido gli percorse ogni centimetro di pelle, lasciandolo senza fiato per interminabili secondi, ma non si fermò e si avviò verso l'uscita, sperando vivamente che quella notte sarebbe finita presto.


Rimasta sola con quel tomo tra le mani, lentamente, si accasciò a terra, vicino al letto perfettamente rifatto, pronto per accogliere l'ospite di quelle stanze.

Il cuore di lei martellava contro la cassa toracica, una strana sensazione si era insinuata in lei quando il principe l'aveva sfiorata.

Le nocche divennero bianche a causa della pressione che ci stava mettendo per stringere il libro tra le sue mani; il corpo tremava per quella sensazione di beatitudine; e le guance si erano tinte di rosa.

Non aveva mai provato nulla del genere prima di allora e si sentiva spaesata, accaldata e spaventata.

Era strano, aveva avuto un contatto più intimo con lui, quel bacio sul collo, anche se erano simili come emozioni, aveva trovato più intimo quel tocco delicato, che in sé il gesto di qualche sera prima.

Però, in cuor suo, sapeva che era sbagliato provare quei sentimenti per un'altra persona che non fosse il suo promesso sposo: River. Era perfetto per lei, eppure il suo cuore sembrava che richiamasse qualcun altro.

Scacciò quei pensieri e pensò che l'attrazione che c'era tra lei e Kaiser, era dettata dalla sua bellezza e dal fatto che fosse una creatura magica. In fin dei conti, l'essere umano è sempre stato attratto da ciò che gli fa paura o che è estraneo alla vita di tutti i giorni.

Si alzò a fatica e decise di lasciare quella stanza per recarsi nella sua, forse perché sapeva che avrebbe portato qualcuno in camera...

Non ci pensò molto a quel piccolo dettaglio, chiuse la porta della sua stanza, si sedette sul letto e iniziò a leggere tranquillamente.

Shadow - Il principe oscuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora