Capitolo IX - Ghiaccio e Giardini

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Distese e distese di piante alte e possenti ricoprivano ancora quel paesaggio che aveva osservato a lungo. Lo sbattere d'ali incessante del destriero del suo nuovo compagno di viaggio era alquanto irritante. Ma la cosa che la rendeva ancor di più irrequieta era la consapevolezza di avere un contatto fisico con il principe di quel regno così strano e bellicoso.

Le natiche le dolevano e l'aria le investiva il volto, cercava di non prestare molta attenzione alla pelle che veniva percorsa dai brividi.

Ruotò leggermente la testa e, con la coda dell'occhio, osservò il ragazzo che l'aveva portata lì, tra le stelle e la luna piena.

La luce lunare riusciva a far risplendere la sua carnagione bianca e i suoi capelli color dell'avorio mischiato alla polvere d'argento. I suoi occhi erano proiettati verso l'ignoto, verso una destinazione ancora sconosciuta per la giovane ragazza. Le sclere si mischiavano al manto del cielo e le iridi rosse erano un qualcosa di estraneo a quella visione.

Le mani di lui tenevano saldamente le briglie decorate con strani ghirigori argentati. Le sue braccia erano fasciate da una giacca nera elegante, rifinita con bottoni e decorazioni dallo stesso colore delle redini.

Ophelia si incantò a guardarlo e vide una bellezza così pura da farla avvampare, ma si ricompose subito. Era ormai promessa sposa ad un altro uomo che per giunta era in perfetta sintonia e che l'apprezzava per ciò che era.

Si arrabbiò con se stessa e si prese a schiaffi mentalmente da sola: non poteva abbassare la guardia davanti ad un bel visino, era pur sempre una creatura magica!

Improvvisamente, la sua attenzione si riversò su un elemento diverso da tutto il resto: un lago ghiacciato.

Da esso fuoriuscivano delle montagne di neve e ghiaccio e formavano una spirale del tutto innaturale, fin troppo perfetta. Era come se uno scultore si fosse messo lì di buona voglia e avesse realizzato quell'opera d'arte.

Si accorse in un secondo momento che si stavano dirigendo in quella direzione, anzi, a schiantarsi verso quell'ammasso d'acqua congelata.

Ophelia si spaventò e si strinse al braccio del principe e premette il suo corpo contro il suo.

<<Che state facendo?!>>

Ma lui non rispose e scoccò le briglie in modo da far andare più veloce il suo fidato destriero.

Ophelia sentì il cuore battere all'impazzata, l'aria che le tagliava le guance arrossate e le grida che voleva far fuori uscire dalla sua gola rimasero incastrate.

Si preparò allo schianto: conficcò le unghie nella giacca di Kaiser e chiuse gli occhi, sperando che tutto quello avesse una fine.

Sarebbe morta così, tra i ghiacciai insieme ad un ragazzo che nemmeno conosceva.

Ma non sentì nessun tipo di dolore, nessun suono. Solo una stranissima sensazione di vuoto.

Tirò su lentamente una palpebra, poi l'altra e si accorse di non vedere assolutamente nulla. Quella sensazione l'aveva già percepita in precedenza, ma non si ricordò in quale occasione l'avesse sperimentata.

Era tutto così buio e freddo...

Delle bollicine uscirono dalle sue labbra, i capelli rossi volteggiavano lentamente nell'aria. Li percepiva accarezzarle le guance e il collo.

Ispirò dal naso e si meravigliò di poter constatare che c'era dell'aria.

Provò a spostarsi, ma appena lo fece, una forza le impose di rimanere in quel punto e di non muoversi. Provò diverse volte finché non si arrese e iniziò a pensare ad una strategia per poter uscire da quella situazione.

Shadow - Il principe oscuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora