Capitolo X - Disperazione

70 37 1
                                    


Le grande vetrate del castello permettevano ai fasci di luce del tramonto di inondare i corridoi e le stanze grandi e lussuose del castello del Re Honor II.

Le tende della stanza in cui si trovava il principe Elias erano state sradicate e fatte a brandelli da lui stesso. Sulle nocche aveva dei tagli profondi, segno che aveva fatto a pezzi qualcosa di molto più duro rispetto ad un semplice tessuto.

La sua camera era sottosopra, alcuni mobili erano stati rovesciati, altri invece erano ammaccati o spaccati a metà. La sedia su cui era seduto per riprendere fiato era l'unica cosa intatta.

Il suo respiro era irregolare, i capelli neri gli ricadevano sul viso dandogli un aspetto ancora più sinistro. I muscoli delle braccia gli dolevano e delle gocce di sudore gli bagnavano la pelle del viso e della camicia che indossava in quel momento.

La scomparsa di sua sorella è stata una pugnalata al cuore troppo dolorosa per lui. La amava a tal punto di bruciare il mondo per quel piccolo scricciolo dai capelli rossi e dagli occhi di smeraldo.

Ma la cosa che lo fece ancora imbestialire di più è che suo padre non aveva ancora mosso un singolo muscolo per far muovere i suoi soldati migliori e andarla a cercare nelle Terre del loro nemico peggiore.

Aveva detto che avrebbe mandato una squadra di soccorso e che se non l'avessero trovata, l'avrebbero lasciata al suo destino come carne da macello.

Odiava essere impotente e non poter far nulla per aiutare la sorella minore.

Una cosa però lo rincuorava: poteva essere certo che lei era in grado di difendersi.

Le aveva insegnato a destreggiarsi con la spada, l'arco e i coltelli da lancio. Era sicuro che se la sarebbe cavata prima del suo soccorso. Perchè sì, voleva a tutti i costi partecipare alla squadra di ricerca con o senza il consenso di suo padre.

Si alzò in piedi e uscì dalla stanza senza avvisare i domestici del casino che aveva combinato.

Percorse i lunghi corridoi in quella dimora in cui era cresciuto.

La pelle gli bruciava, ma era piacevole in confronto a quello che gli stava succedendo all'interno. Tanti piccoli rovi si stavano annidando nel suo cuore.

Si fermò davanti all'enorme vetrata che dava sui giardini e osservò con estrema cura ogni singolo dettaglio: i prati e le siepi carbonizzate a causa di quel mostro alto più di quaranta metri, le fontane erano state chiuse in modo da prelevare più velocemente l'acqua per spegnere il fuoco.

Lui, suo padre e sua madre, come le altre persone che abitavano all'interno del castello, si accorsero ben presto dell'inganno e videro che la loro dimora in realtà era completamente intatta, senza alcun graffio. Solo un po' bagnata.

Elias ipotizzò immediatamente che la Bestia che aveva rapito sua sorella aveva lanciato su tutti quel maleficio. Si chiese allora il motivo del perché il giardino fosse in quello stato.

"Che siano stati i fumi che emetteva?" pensò nel mentre si rimise in cammino.

Era diretto all'infermeria per vedere se Lord River si fosse ripreso o che per lo meno avesse ripreso i sensi.

Una guardia lo aveva ritrovato steso a terra, inerme e ricoperto del suo stesso sangue. Lo avevano soccorso immediatamente e per fortuna il medico era riuscito a farlo nuovamente respirare.

L'erede al trono si ritrovò ben presto davanti alla porta dell'infermeria, appoggiò la mano sulla maniglia, la abbassò e aprì piano. La porta produsse un cigolio e si annotò di dire ai maggiordomi di provvedere.

Tutto all'interno di quella stanza era perfettamente pulito, curato e soprattutto bianco. I lettini, le sbarre del letto, i cuscini, le sedie e i camici di chi lavorava all'interno del reparto erano dipinti di quel colore.

I suoi occhi intercettarono immediatamente la figura di Lord River, sdraiato sul letto e lo sguardo puntato verso il soffitto. Le coperte gli coprivano il corpo fino alla parte bassa del ventre e l'addome era avvolto da garze pulite e nuove per poter favorire la guarigione il più velocemente possibile.

Elias si avvicinò al letto del ferito, prese una sedia e si sedette di fronte a lui.

Il Lord ruotò la testa verso il suo migliore amico e cercò di produrre un sorriso che si trasformò ben presto in una smorfia.

<<Come ti senti?>> spezzò il silenzio il principe.

<<Come se una mandria di bufali mi avesse travolto.>> disse l'altro.

La sua voce era un filo sottile di vento, un sussurro quasi impercettibile, ma l'amico riuscì a sentire ogni singola parola.

Non lo aveva mai visto ridotto a quel modo e avrebbe voluto scoprire chi fosse stato. Era sicuramente qualcuno di estremamente potente, non c'era dubbio.

<<Ti ricordi cos'è successo?>>

Lord River si mise una mano sulla fronte a fatica, chiuse un attimo gli occhi, fece un lungo sospiro e iniziò a parlare:<<Ricordo solo di essere entrato nei giardini, volevo controllare se non ci fosse nulla di strano. Ad un certo punto mi sono ritrovato davanti ad una fontana e, ai piedi di essa c'era una rosa blu, non ne avevo mai vista una in vita mia. Mi sono avvicinato e quando ho provato a toccarla la vista si è annebbiata. Da quel punto in poi non ricordo più nulla.>>

Elias incrociò le braccia al petto.<<Un incantesimo quindi?>>

<<Può darsi, è probabile che sia stato il prigioniero a mettere quel fiore lì, chissà quanti ce ne sono ancora in giro per il giardino>>

<<Dirò di spargere il veleno su tutto il terreno e di cristallizzare ogni pianta. In questo modo ogni cosa morirà e potremo stare tranquilli, per il momento.>>

Rimasero in silenzio per diversi minuti, cullati dal silenzio e dai loro respiri quasi inudibili.

Sta volta, fu Lord River a rivolgere una domanda al caro amico.<<Ophelia... Com'è successo? Da quanto so, lei era nei sotterranei e vorrei sapere anche il perché.>>

<<Delle guardie l'avevano scortata nelle segrete perché mio padre voleva dargli una lezione da quanto so, e poi...>> si interruppe, chiuse gli occhi, girò la testa verso sinistra e strinse tra i pugni la sua camicia.

Il ferito cercò di mettersi a sedere, ma il suo corpo non glielo permise e cercò di mettersi in una posizione comoda.

<<E poi?>>

<<L'ha portata via, ci ha ingannato con la sua magia, ci ha fatto credere che andasse tutto a fuoco. La gente era disperata, tutti noi non riuscivamo a credere a quello che era stato appena fatto. Quando sparì senza lasciare traccia, l'effetto dell'incantesimo era svanito e Ophelia era scomparsa insieme a lui.>>

<<Dobbiamo ritrovarla, ho intenzione di rimettermi in sesto il prima possibile e formare delle squadre di ricerca prima che sia troppo tardi>> disse per poi girarsi verso il principe.<<Posso contare sul tuo aiuto, amico mio?>>

Annuisce e i due si strinsero la mano, formando un'alleanza che sarebbe durata per lungo tempo.

Come previsto, Lord River si riprese subito grazie all'aiuto dei medici, tanta pazienza e dalla sua determinazione.

Poco tempo dopo lui e il principe Elias formarono delle squadre di ricerca, arruolarono i migliori combattenti e i più abili maghi del Regno.

Honor II non era affatto felice di vedere suo figlio tra quelle fila, avrebbe voluto che rimanesse a palazzo, ma purtroppo la testardaggine era una caratteristica che li accomunava.

Alle porte della Foresta Nera, entrambi i nobili fecero una promessa solenne: non si sarebbero arresi fino a quando non l'avessero trovata.

Shadow - Il principe oscuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora