capitolo 22

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Ritorno giù in soggiorno, dove decido di togliermi un dubbio di dosso.
<Ma voi questo libro lo conoscevate tutti?>domando.
Tutti annuisco, tranne Klaus.
<Seriamente ero l'unico che non ne sapeva l'esistenza?>chiede.
<Che vuoi che ti dica, eri e sei sempre fatto.> risponde Cinque, credo con arroganza.
Klaus si limita a sospirare, mentre mamma ci raggiunge.
<Volete che vi preparo dei biscotti?> domanda con lo stesso tono di voce che usava quando parlava con me.

<Volete dei biscotti?>ci domandò mamma. Io e Jace ci guardammo per poi annuire talmente fortemente da rischiare di romperci il collo. Mamma sorrise e poi se ne andò in cucina.
<Che facciamo intanto?>mi chiese il bambino.
<Mh...> <Andiamo in giardino?> dissi in risposta.
<Ma sta piovendo...> commentò lui.
<Giusto.  Allora andiamo giù a giocare?> gli chiesi. Lui annuii e così corremmo entrambi verso i piani inferiori, dove un tempo si trovava una stanza in cui io ero solita a giocare

<No, ma grazie lo stesso.>dice Diego, raggiungendola e riportandola in cucina a braccetto.
Io li seguo con lo sguardo, finché il muro, che divide la cucina dal soggiorno, me lo permette.
<Tutto apposto?> mi chiede Allison mettendo una mano sulla mia spalla.
Allison è una donna dolce è con un cuore d'oro. Sì è comportata bene con me fin da subito e, per quanto ci conosciamo da soli 3 giorni, contando anche oggi, un po' sento di potermi fidare di lei. Ma è ancora un po' troppo presto per dirlo. È meglio se mi tolgo questi pensieri dalla testa il prima possibile, in più, ho notato una certa tensione fra di lei e Luther. Che ci sia qualcosa? Non lo so, ma anche se fosse, non mi riguarda.
<Oh, ehm, sì. Tutto okay.> le rispondo tirando su un sorriso forzato. Non ho mai visto nessuno trattare mamma così; come la trattavo io...

~~~
ore 12:30

<È pronto il pranzo!> ci urla Allison dalla cucina.
In questi minuti, non abbiamo fatto nulla di produttivo. Ci alziamo tutti da dove eravamo seduti e ci dirigiamo,assieme ad uno strano silenzio, in cucina, dove già ci sono i piatti in tavola.

Pranziamo nello stesso modo in cui siano arrivati in cucina: silenziosamente. Sì sente solo il fastidioso rumore delle posate che stridono contro i piatti ed i respiri di tutti i presenti.
<Allora...> prende parola Luther voltando lo sguardo dal suo piatto a me.
<Perché sei andata da Handler?> chiede.
<Ve l'ho già detto. Le dovevo chiedere un paio di cose> gli rispondo, continuando a mangiare.
<E cosa le hai chiesto?>si intromette Diego.
Non mi giro per guardarlo in faccia, inghiottisco ciò che avevo in bocca e gli dico.
<Saranno affari miei, no?>rispondo.
<No Eden. Questa è casa nostra e tu non puoi stare qua senza il nostro permesso. Quindi, se non ci dici che cazzo hai detto a quella, puoi anche iniziare a fare le valige per andartene via.> dice con tono serio.
Sto per rispondere, ma una voce stanca me lo impedisce.

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