Capitolo 11

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Una volta arrivata in camera ed essermi calmata un po', mi resi conto di aver esagerato. Ero stata molto dura con lui e non avevo abbastanza confidenza per esserlo. Avevo lasciato cadere ogni distanza quando la distanza era tantissima. Non sapevo bene come comportarmi ma sapevo di dovermi scusare: per il modo, non per ciò che avevo detto perché lo pensavo assolutamente. Dopodiché lo avrei lasciato perdere. L'idea mi feriva ma cosa potevo fare? La situazione si stava complicando ogni giorno di più. Il fatto che avesse fatto in modo che mi assumessero, però, mi faceva credere che in qualche modo doveva volermi vicino. Sentii il cuore accelerare al pensiero.
La giornata proseguì senza che riuscissi a pensare ad altro, fino a che non mi arrivò una chiamata di Jane.
-Ragazza buonasera! Notizia per te: mega festa stasera!- ero già sul punto di rifiutare quando continuò .- ci saranno proprio tutti, i ricconi che tanto amiamo!- risi e pensai che sicuramente lui ci sarebbe stato. Accettai perché, a malincuore, non volevo altro che vederlo.
Decisi di prepararmi con largo anticipo per rendermi presentabile; l'idea che volessi colpirlo in qualche modo mi infastidiva ma del resto, era la verità. Oprai per un vestito violaceo, scollato ma non troppo corto, degli stivali alti e un trucco più evidente del solito. Con un'occhiata allo specchio abbastanza scettica mi diressi da Jane.
La festa si sarebbe tenuta a casa di un certo Ryan che né io né Jane conoscevamo.
-Ci faranno entrare?- le chiesi dubbiosa.
-Certo, è per tutti gli studenti, noi lo siamo!-
La visione ottimistica di Jane mi rendeva perplessa, ma non dissi nulla. Arrivate alla casa, mi resi conto che la parola casa non sarebbe stata sufficiente a descrivere quel luogo: era immenso, si sviluppava su tre piani, il giardino era curatissimo. Mi resi conto che al cancello c'era un uomo con un foglio.
-Jane, c'è una lista per entrare- le dissi .
Sembrava anche lei più scettica ma questo non la fermò: arrivò di fronte all'uomo sorridendo.
-Salve, non siamo nella lista ma siamo studentesse di Eton- iniziò Jane. L'uomo la squadrò e non la fece nemmeno finire.- Non mi interessa, se non siete nella lista dovete andare.-
-Ma...- tentò Jane.
L'uomo la guardò ostile e stavo per intervenire, sentivo il sangue bollire.
-Sono con me- sentii dire una voce dietro di me, che mi fece sussultare.
Mi voltai per guardarlo perché sapevo chi era. Con il battito a mille incrociai il suo sguardo intenso. Era più bello che mai: gli occhi erano esaltati dalla camicia verde smeraldo che indossava. I capelli erano disordinati e bellissimi e la sua espressione particolare. I suoi occhi rimasero ancorati ai miei per qualche secondo, ed ebbi l'impulso fortissimo di baciarlo. Che cosa mi stava succedendo? Mi stavo mettendo in qualcosa che mi avrebbe ferito, lo sapevo.
-In questo caso prego.-  l'uomo si spostò per farci passare. Jane era assolutamente incredula, mi guardava stupita, non le avevo raccontato gli ultimi sviluppi del resto. Mi voltai verso William ma non sapevo bene cosa dire. Prima che potessi rifletterci, fu lui a parlare. - Sei bellissima.- i suoi occhi erano magnetici e sembrava sincero. Mi guardava a fondo.
Mi sentii diventare di tutti i colori e avrei voluto dire  qualcosa di diverso, invece mi sfuggì qualcosa che non avevo intenzione di dire. -Anche tu.- sapevo di essere un peperone. William alzò per un momento il sopracciglio poi scoppiò a ridere. -Non me lo aspettavo, grazie.- commentò divertito.

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