Capitolo 24

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Quando lo raccontai a Jane ero ancora totalmente stupita.Anche lei lo era. -Talia, è innamorato di te!-
Per un attimo sentii il cuore cadere ma mi riscossi quasi subito. - Sono solo un passatempo.- dissi, mesta. Da una parte mi era difficile crederci davvero; del resto, quello che aveva fatto per me era molto bello. Più di quanto volessi ammettere a me stessa, il suo gesto mi aveva stupito. Per me era peraltro una grande opportunità, e l'avrei condivisa con lui.
Quella sera mi riuscì particolarmente difficile addormentarmi; infatti, quando suonò la sveglia, avevo dormito solo poche ore. Cercai di coprirmi alla meglio le occhiaie e mi avviai a lezione, emozionata all'idea di vederlo. In realtà non avevamo lezioni in comune nel corso della giornata, perciò sperai di vederlo a pranzo, ma nulla. Mentre mi avviavo in camera, sentii il telefono vibrare.
Posso venire in camera tua per iniziare il lavoro?
Il messaggio aveva un tono freddo, ma sentii il cuore fare una capriola.
Ok, tra un'ora mi libero, quando vuoi ci sono.
Risposi, altrettanto fredda, anche se dentro mi sentivo di fuoco.
Una volta in camera cercai di sistemarla come meglio potevo e di darmi anche io una sistemata. Uscita dalla doccia mi guardai allo specchio prendendo un respiro profondo. Non dovevo essere emozionata, si trattava di un lavoro importante che richiedeva la mia concentrazione. Indossai una semplice tuta e volevo iniziare ad asciugare i capelli quando sentii bussare. Il mio cuore perse un battito.
Aprii la porta e William ricambiava il mio sguardo deciso. Chiaramente, la freddezza era solo virtuale perché il suo sguardo ardeva.
-Prego, entra, mi asciugo un attimo i capelli e arrivo.- sapevo di essere praticamente impresentabile, ma era meglio così. Non doveva interessarmi di quello che pensava di me e del mio aspetto. William non disse nulla, andai al bagno per pochi minuti e tornai in camera. Lui era seduto sul letto e quando mi sentì, alzo gli occhi su di me.
Non diceva nulla, quindi anche io rimasi per un momento in silenzio, per poi sedermi vicino a lui.
- In realtà, credo di dover parlare prima con il professor Brown. Sicuramente ci sarà un tema da rispettare. - gli feci notare.
William mi guardava così attentamente che mi sembrava quasi di sentire il peso del suo sguardo sulla pelle. Annuì, cauto. - Sull'accento possiamo lavorare.- mi fece notare. Mi venne da sorridere. -Verrà una cosa terribile, non mi verrà mai naturale. Perché non posso mantenere il mio?-
William sorrise. Le sue labbra carnose e bellissime mi distrassero. - Perché altrimenti io non ti servirei. Ma voglio che tu sia costretta a passare del tempo con me.- Arrossii e mi guardai le mani. Lo sentii farsi più vicino; sarebbe stato incredibilmente difficile.
-Ti diverti a torturarmi, eh?- mi sfuggì, mentre mi portavo indietro i capelli. La sua mano raggiunse la mia, afferrandomi poi i capelli e tirandoli leggermente per farmi alzare lo sguardo. -Tu mi stai torturando. Starti così vicino, sentire il tuo odore ovunque e non potermi perdere in te è una tortura.-
Arrossii con decisione ma non riuscii a distogliere lo sguardo dal suo. - William.- mormorai.
Il suo viso si fece incredibilmente vicino. Vedevo ogni sfumatura dei suoi occhi brillanti. - Davvero vuoi respingermi solo per una questione sociale?- domandò, ferito.
-Non la minimizzare così. Anche tu mi hai fatto notare che forse siamo troppo diversi.-
William sospirò. - Talia, per favore, prova a conoscermi. -
Come potevo dire di no? -Sì, voglio conoscerti. Ma questo...-
-Non cambia le cose, ok. Invece sì, quando scopri che sono un essere umano come te, che non sono così antipatico e che la mia vita non è così perfetta.-
Feci una smorfia e alzai un sopracciglio. -Ah no?-
L'espressione di William si fece serissima. Portò una mano tra i capelli e mi guardò come dolorante. Aprì la bocca per dire qualcosa, poi la richiuse. Era un atteggiamento che non avevo mai visto su di lui e aspettai che trovasse il coraggio di parlare, colpita.
- Mia sorella ha sedici anni, si chiama Claire. È affetta da una forma rarissima di osteogenesi. Non esistono cure, ma noi stiamo facendo di tutto.- la sua voce era poco più di un sussurro. Sentii gli occhi farsi più grandi e il cuore sprofondare. Ero stata davvero un'insensibile e mi sentii in colpa. In fondo, non c'era nulla che sapessi davvero sulla sua vita; tutte le mie idee erano basate sulla sua estrazione sociale e su qualche suo comportamento.
-Mio padre combatte. Mia madre è più debole e...non è sempre facile.- concluse.
Non avevo idea di cosa dire, perché non c'erano parole adatte, lo sapevo. Semplicemente, mi feci su di lui e lo abbracciai con tutte le mie forze.
Passò un secondo prima che anche lui ricambiasse l'abbraccio. Lo sentii inspirare nei miei capelli. Non so quanto tempo durò, ma alla fine fui io a staccarmi da lui per osservarlo. - Scusami. Ammetto che non sempre le opinioni che ho su di te tengono conto di tutta la realtà; non ti conosco abbastanza.- confessai.
-Conoscimi.- ribadì. - Te l'ho detto che per me sei davvero una boccata d'aria fresca. Vivo pochi momenti in cui riesco a estraniarmi dalle cose più difficili della mia vita: sono tutti con te. Sono tutti grazie a te.- sentivo le lacrime agli occhi alle sue parole. Ne ero certa, non mentiva.
-Ti amo, Talia.- disse, con voce rotta dall'emozione.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 13 ⏰

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