Capitolo 16

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La mattina successiva mi svegliai con un mal di testa incredibile. Sentivo anche una tristezza e un dispiacere che non sapevo gestire, erano troppo pesanti e oscuri. Le lacrime non mi abbandonavano, le lasciai scorrere. Come una scema, in qualche punto imprecisato in fondo a me stessa, avevo iniziato a crederci. Quel bacio era rimasto impresso su di me, sulla mia pelle, sentivo il suo odore dappertutto. Mi feci una lunga doccia rilassante e ringraziai qualche forza superiore di avere la camera tutta per me; condividerla in quello stato sarebbe stato impossibile. Volevo passare tutto il giorno in camera, così avrei fatto.
Tutto ok? Dove sei sparita alla fine? Con William???
Era un messaggio di Jane. Leggere quelle parole mi fece piangere di nuovo e decisi che con Jane mi sarei aperta: sapevo di averne bisogno. La chiamai e le raccontai tutto, nei minimi particolari, lei ascoltò senza dire nulla. -Vengo da te, ci vediamo tra poco.-
Si limitò a dire. Grata, la salutai e agganciai.
Cominciai a sistemare un po' la camera in attesa che arrivasse ma non dovetti aspettare molto, non erano passati 10 minuti che sentii bussare.
Andai ad aprire velocemente, volendola abbracciare ma per poco non mi prese un infarto. Non era Jane.
Spalancai gli occhi e, in un secondo, fui invasa da un milione di pensieri: ero assolutamente impresentabile, aveva usato le sue conoscenze per trovare la mia camera, era lì, stupendo di fronte a me e la mia rabbia era per un momento dimenticata.
Per un momento.
-Perché sei qui.- dissi, non facendola sembrare una domanda.
-Lo sai perché. Posso entrare?-
Ci pensai un attimo e annuii. Lo feci entrare e mandai velocemente un messaggio a Jane dicendole che le avrei detto io quando venire e di stare tranquilla.
Rimasi sulla porta a braccia incrociate, lui si guardò intorno e poi passò a scrutare me. Portavo degli impresentabili leggings a pois e una canotta bianca. Mi maledissi per non aver indossato il reggiseno, strinsi le braccia attorno a me più forte. Non sapevo come nascondermi. -Dimmi- dissi fredda.
-Hai pianto?-
Era così evidente? Mi vergognai e non risposi.
-Dimmi.- ribadii.
La sua mascella era tesa, fece un deciso passo avanti e io rimasi con la schiena sulla porta nel tentativo di allontanarmi.
-Non mi vuoi vicino?-
-Non è ovvio?- dissi
Sospirò. -Sono venuto per fare ciò che avrei voluto fare ieri dopo il bacio. Non sono un bambino, Talia, forse è clichè, ma ciò che ti ho detto è l'assoluta verità.- disse senza la minima esitazione.
Fece un ulteriore passo e io mi sentii gelare e andare a fuoco nello stesso momento. Eravamo molto vicini.
-non mi è facile essere spontaneo...avrei voluto dirti: è il bacio migliore che abbia mai ricevuto, è uno dei pochi momenti che mi ha fatto battere il cuore, e ... mi piaci Talia, dal profondo del cuore.- Ero conscia di essere un peperone e mi sentivo svenire. Perché ancora gli credevo?
Fece un ultimo passo, facendosi su di me.
-Poi, avrei voluto fare questo.- concluse.
In un secondo, portò le labbra sulle mie senza riserve, fece incrociare le nostre lingue con passione, le sue mani percorsero le braccia, arrivarono alla schiena, poi si spostarono sul mio seno. Il contatto quasi diretto mi fece sussultare. William si lasciò sfuggire un gemito e prese il mio seno nei palmi delle mani con decisione, bloccandomi alla porta.
Mi divisi da lui trafelata. -William, fermati.- Lo interruppi. Avevamo entrambi il fiato ne, lui si bloccò e mi guardò a fondo.
-Non mi sarei fermato qui, avrei fatto sesso con te.- chiarì, senza peli sulla lingua. - Fino al giorno seguente. Sono abbastanza diretto, adesso?-
Ero rossa come non mai.

The New Mr DarcyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora