Capitolo 15

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Il bacio sembrò durare in eterno ma alla fine, ci dividemmo, entrambi leggermente affannati. Portai indietro i capelli, scossa, e lo guardai dritto negli occhi. William era davvero serio, non sapevo se fosse una cosa positiva o negativa e avrei voluto che dicesse qualcosa.
-Continuiamo il giro?- disse infine, spiazzandomi. Non me lo aspettavo minimamente, sembrava coinvolto... annuii, incredula, pensando a come affrontare la cosa. Camminammo per forse dieci minuti senza dire nulla e il silenzio si fece così pesante che avrei fatto qualsiasi cosa per romperlo. Sentivo l'impulso paradossale di gridare a pieni polmoni. -Possiamo tornare?- riuscii a dire.
Mi guardò come se avessi due teste e si limitò ad annuire. Lo maledissi e maledissi me stessa. Avevo avuto ragione fin dall'inizio. Mi aveva imbambolato con le sue parole, i suoi gesti, i suoi occhi, ma se pensava che me ne sarei stata zitta si sbagliava di grosso. Stavo solo pensando al discorso da fare, ma non mi avrebbe maltrattata così.
Arrivati in macchina, partì ancora senza dire niente, e nessuno dei due aprì bocca fino a che non arrivò al campus. Spense l'auto e io raggiunsi il mio limite.
-Mutismo improvviso.- commentai, sarcastica. - Se c'è una cosa che odio è la freddezza. Si può sapere che diavolo ti prende?- avrei voluto essere più comprensiva magari, più aperta, ma come potevo? Come potevo non sentirmi usata?
Mo guardò attento. -Non è freddezza, la mia, al contrario.-
Scoppiai a ridere, la risata era chiaramente isterica.-Cerchi di essere simpatico?- commentai.
William sembrava rabbuiato, infastidito. -Non hai sempre la verità in tasca.- ribatté.
-Quindi hai una spiegazione per il tuo comportamento oppure ogni volta che baci una poi non le parli più?- continuai, non riuscendo a non essere velenosa.
- Non l'ho mai fatto volendolo fare così tanto.- si limitò a rispondere. Presi un respiro profondo.
-E il bacio ti ha deluso.- dissi, più calma. - Posso capirlo, ma perché non me lo dici con onestà, senza questa chiusura?- lo incalzai. Anche se mi sentivo estremamente rifiutata, lo guardavo decisa. Ero una persona timida e insicura, ma non mi sarei fatta rimpicciolire.
Il suo sguardo era incredulo. -Deluso? Come puoi dirlo? Eri presente, vero?- rispose, più accalorato.
Sapevo a cosa si riferiva; non ero scema, quel trasporto non potevo essermelo immaginato. - E allora perché, William?- dissi esasperata.
Chiuse gli occhi per un momento, poi li riaprì deciso. -Perché non mi sento padrone di me stesso, sento di non avere il minimo controllo, perché voglio passare la notte con te...-
-Basta, non ti credo. La storia dell'emozione che ti ha  travolto e ti ha spaventato è così clichè.- commentai.
-Non ti facevo così insensibile.- commentò duro.
Sbuffai. -Non lo sono affatto. Io rispetto i sentimenti altrui e non mi nascondo dietro false motivazioni. Abbi il coraggio di dire la verità, cresci, William. Grazie del passaggio.- scesi dalla macchina senza nemmeno un ultimo sguardo. Ero lacerata, ma non potevo sottostare ai suoi giochi, perché, nonostante il bel discorso e il bacio magico, di quello, ero certa, si trattava per lui.

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