Prologo

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*TERZA PERSONA*

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"𝑇𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑖𝑛𝑖𝑧𝑖𝑎 𝑎 𝑃𝑎𝑟𝑖𝑔𝑖"
-Victor Hugo

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𝐏𝐀𝐑𝐈𝐆𝐈, 𝐋𝐄𝐒 𝐎𝐌𝐁𝐑𝐄𝐒. 𝟑𝟏 𝐃𝐈𝐂𝐄𝐌𝐁𝐑𝐄

La pioggia ha accompagnato i momenti più iconici della storia del cinema, nasconde segreti, culla le menti e cura le ferite.

La pioggia è arte, musica, poesia.
Che sia notte o giorno prende per mano l'inconscio e fa sognare, cade tra i segreti nascosti della psiche e li mostra tra le striature delle iridi, mettendoli allo scoperto dell'anima ma celandoli al mondo esterno.

Quella sera stava accompagnando, insieme alle luci della Torre Eiffel, l'ultima notte dell'anno.
Si sa, la notte di Capodanno è una delle più attese e sfarzose,c'è chi  ama sperimentare e viverla in modi nuovi e diversi e chi ama passarlo in famiglia a ritmo di tradizioni.

Ed è così che lui si trova alle 9 di sera a cena con suo fratello e i due cugini, in uno dei ristoranti con la vista più bella di tutta la Francia.

Non era stato un anno facile per loro e quello a venire non si prospettava di certo meglio.
Era perso nei suoi pensieri, quando una giovane donna attirò la sua attenzione incantandolo.

Fasciata da un abito nero a maniche lunghe che scendeva aderente fino alle caviglie circondate dal laccetto delle décolleté nere dalle quali risaltava il tacco con logo YSL. Con in una mano una pochette raffigurante lo stesso logo e nell'altra un calice quasi vuoto di vino bianco, aveva i capelli tirati in una lunga coda color cioccolato.

Era diretta verso il balcone del ristorante per sentire l'odore della pioggia, lei aveva una camminata lenta e altezzosa nonostante le infinite insicurezze che la accompagnavano da quando era piccola.

Non riuscendo a toglierle gli occhi di dosso, lui si alzò, prese la bottiglia di vino e andò da lei, lasciando perdere i richiami dei suoi cugini.

Mentre le si avvicinava notò che il vestito possedesse un audace scollo posteriore, dalla parte alta della schiena fino alla fine della parte lombare, che rivelava un tatuaggio sulla spina dorsale, che però non riuscì a decifrare. Più le si avvicinava più dettagli riusciva a cogliere ed ognuno di essi lo attirava molto, come le forme del suo corpo minuto, poiché nonostante i tacchi era piacevolmente bassa, gli innumerevoli orecchini dorati e un altro tatuaggio verticale che partiva dall'orecchio e scendeva per il collo.

«Puis-je vous servir plus de vin?» (posso versarti altro vino?) chiese
Lei sussultò per la sorpresa e si girò , facendo collidere i suoi occhi scuri a quelli dello sconosciuto, rimanendo ammaliata alla visione di quei occhi eterocromi, uno verde ceruleo e l'altro grigio.

«Mi dispiace, non parlo molto bene il francese, però si, puoi versarmi del vino se intendevi questo, ma solo se è bianco frizzante»disse indicando la bottiglia nelle mani dell'uomo.

«Sei qui in vacanza?»,chiese lui mentre le riempiva il calice.
«No, sono qui in erasmus con la mia università»
Ne rimase colpito, perché ciò significava che fosse  più piccola di lui.

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