5. Un elfo Libero.

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Entrai nell'Infermeria della scuola con passo lento e annoiato e senza nemmeno guardare la grande stanza per individuare Draco, mi feci guidare dai lamenti che provenivano proprio da lui.

<< Ci è mancato poco. - Stava dicendo con tono melodrammatico. - Un altro po' e ci rimanevo secco. >>

<< Magari. - Dissi avvicinandomi al suo letto, lui era sdraiato sotto le coperte mentre si lagnava e Pansy Parkinson era seduta su una sedia lì accanto, che lo consolava guardandolo con compassione, se poteva provarla. - Vedo che stai bene, quindi, tutta quella scena per nulla. >>

Draco spalancò gli occhi. << Bene? - Strillò tirando fuori il braccio fasciato da sotto le coperte. - Non vedi come sono ridotto? Stavo per morire! >>

<< Oh, ma la voce per parlare ce l'hai ancora, vedo. - Dissi incrociando le braccia al petto. - E smettila di fare la prima donna, sono sicura che con le cure di Madame Chips sei già in perfetta forma. >>

Pansy Parkinson si alzò altezzosa dalla sedia, guardandomi con sguardo di sfida. << Ti sbagli, invece. - Gracchiò. - Non si sa se si riprenderà completamente, deve rimanere qui in infermeria! >>

<< Certo... - Dissi poco convinta di quello che stava dicendo. - Draco, vedi di non far stupidaggini. Non ti sei fatto niente e non mi sembra il caso di farne un affare di stato, anche perché è stata colpa tua. >>

Draco assunse un'espressione austera e arrabbiata. << Colpa mia? Quel fannullone del Preside di questa scuola mette zotici a insegnare che per poco non uccidono gli alunni e sarebbe colpa mia? - Disse tutto d'un fiato, furente. - Forse te la fai troppo con i sanguemarcio, vedo che stai iniziando a diventare come loro. Traditrice. >>

Lo guardai attentamente, chiedendomi se fosse serio. Poi, arrivai alla conclusione che era inutile rimanere lì a parlare con lui, perché era Draco Malfoy e l'atteggiamento aggressivo-aggressivo era tutto ciò che lo caratterizzava.

Senza aggiungere altro, girai sui tacchi e uscii dall'infermeria assumendo sempre di più la convinzione che con il passare degli anni stavo perdendo mio fratello, e visto quello che stava diventando, non mi dispiaceva nemmeno più di tanto.



Draco non si presentò a lezione fino al martedì mattina tardi, quando entrò spavaldo nel sotterraneo dell'aula di Pozioni, con il braccio destro bendato e appeso al collo e l'aria di chi ne ha passate tante. Si sedette davanti a me, accanto a Pansy Parkinson.

<< Come va Draco? - Chiese lei con una voce zuccherina. - Ti fa tanto male? >>

<< Sì. >> Rispose lui con un cipiglio coraggioso, ma appena due secondo dopo, quando la Parkinson non lo stava più guardando, fece un occhiolino ai suoi due tirapiedi Tiger e Goyle.

Falso.

Draco non venne sgridato per il suo ritardo. Non perché era "ferito", ma perché semplicemente apparteneva alla casa dei Serpeverde, di cui il professor Piton era il direttore e aveva sempre riservato un trattamento di favore a noi appartenenti alla sua casa.

Quel giorno stavamo provando una nuova Pozione Restringente. Draco sistemò il suo paiolo vicino a me, Harry e Ron e ci ritrovammo a dover lavorare tutti sullo stesso piano.

<< Signore. - Disse Draco. - Signore, ho bisogno che qualcuno mi aiuti a tagliare queste radici di margherita, perché ho il braccio... >>

<< Weasley, taglia tu le radici a Malfoy. >> Disse il professore senza alzare gli occhi.

Alya e il prigioniero di Azkaban. ~ The Truth. ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora