capitolo II - voi volete essere trattata più... dolcemente?

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Grace

Entrambi corriamo verso il lungo corridoio collegato alla sala da ballo, usciamo da una porta di vetro accanto all'immensa parete vetrata e scendiamo le grandi scale di granito che portano direttamente a uno dei giardini del castello. Questi ultimi coprono una vasta quantità di terreno con rose, predominanti nel vivaio occidentale insieme alla lavanda, e bordi erbacei. In aggiunta contengono anche una serie di serre utilizzate per la coltivazione della frutta e della verdura.

Collegato a uno dei giardini e alla strada principale per entrare al castello, è presente un sentiero che porta sia al bosco di pini e felci sia al fiume Dee. Inoltre al centro di questi incantevoli vivai è situato un muro di rocce semicircolari che circonda la grande fontana del castello.

Continuo a tenere stretta la mano di Juri mentre attraverso quei magnifici cespugli di svariati fiori, che anche in quella fresca notte riempiono l'aria di un profumo quasi onirico. A pochi passi dalla fontana centrale faccio notare al Duca una panchina di ferro bianco decorata con riccioli e figure che alludono a foglie e fiori, entrambi ci incamminiamo verso di essa per poi accomodarci sulla sua superficie metallica.

Juri stende il braccio davanti a sé per farmi accomodare per prima e io, lusingata, porto indietro il vestito con le mani, sedendomi, e successivamente liscio il tessuto della gonna sulle gambe in modo che non faccia delle scomode pieghe.

<<Voi siete stanco?>> domando guardandolo occupare lo spazio di fianco a me.

<<Non mi sono mai sentito così sveglio principessa, ma ammetto che non mi dispiacerebbe sorseggiare del buon caffè>> confessa un po' imbarazzato.

Immediatamente chiamo un giardiniere lì vicino e gli chiedo gentilmente se può avvisare una delle cameriere dentro il castello di portare al Duca del caffè caldo. Il giardiniere annuisce senza obbiettare per poi dirigersi verso il palazzo.

Senza dire una parola mi volto verso il ragazzo accanto a me osservandolo. La curiosità è più viva del solito dentro di me, lo studio con uno sguardo pieno di meraviglia e stupore, gli occhi luccicano come le stelle nel cielo e un delizioso sorriso splende sul mio volto sotto la luna. Non desidero altro che sentire un qualcosa di nuovo, ciò che ha vissuto al di fuori del territorio scozzese, il suo passato e probabilmente le mille avventure che ha dovuto affrontare scampando più volte alla morte. La mia fantasia impazzisce ogni attimo sempre di più, pensa a una varietà di parole con cui lui avrebbe potuto iniziare il discorso e di come lo avrebbe continuato non fermandosi più. Immagino scenari risalenti alle principesche storie dei molti libri che ho letto durante la mia vita, ipotizzando che forse non erano tutte leggende o fiabe inventate, ma c'era qualcosa di vero, qualcosa che pure Juri aveva vissuto e visto con i propri occhi. In ogni modo, ora che siamo da soli aspetto solamente che lui apra la bocca e che mi parli della sua vita o del perché ha detto quella frase così amara sulla sua corte.

<<Il vostro sguardo mi inquieta un po', vostra altezza>> commenta osservando la mia espressione che non si è distratta nemmeno un momento dal suo viso.

<<Sto semplicemente aspettando voi>> rispondo sorridendo.

Juri si sistema comodamente sulla sedia incrociando le gambe, prende un profondo respiro per poi chiudere e aprire gli occhi guardandomi in modo sicuro, come se per qualche attimo avesse cercato di riportare a galla i ricordi del passato che volontariamente aveva voluto lasciarsi alle spalle.

<<Tutto iniziò quando mio padre decise il suo nuovo erede>> si sfila dalle mani i guanti in pelle <<si era creata una concorrenza tra noi, eravamo quattro fratelli a contendersi il trono e solo uno di questi rimase con la testa ancora con sé. E' stato uno scenario orribile, devo ammetterlo. Uno dei miei fratelli ha tentato di contrattare con nostro padre, ma quando capì che lo Zar aveva già fatto la sua decisione lo avvelenò a sua insaputa. In seguito si presentò al suo cospetto sottoforma di angelo promettendogli una cura, ma fu tutto inutile, mio padre conviveva con il desiderio di morire>> sospira <<vi faccio solamente immaginare come sia andata a finire>> afferra il caffè servitogli dalla cameriera che ringrazia gentilmente per poi proseguire il suo racconto.

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