Capitolo 27
Quel giorno sarei finalmente tornata a Torino.
La partenza era prefissata alle nove del mattino.
Mio fratello era ormai uscito da giorni dalla clinica ed io mi ero subito affrettata a comprare un biglietto aereo per tornare a Torino, mentre i miei genitori sarebbero tornati in Abruzzo.
Da un lato ero felice, dato che stavo per rivedere la squadra e Giorgia, dall'altro però ero triste perché avrei lasciato Roma e con essa anche Paulo.
Il mio Paulino..
Il giorno prima andai a salutare la squadra di Roma, poi scrissi ad Alice, alle ragazze e alla squadra di Torino che sarei tornata il giorno dopo.
Purtroppo per vedere Alice dovetti aspettare, dato che era partita per Madrid con i suoi bambini per andare da Alvaro, che ormai era tornato a giocare all'Atletico Madrid.
[...]
Un clacson fuori casa suonò, così intuii che fosse arrivato Paulo.
Quella mattina saremmo andati a fare colazione insieme, poi mi avrebbe portata in aeroporto.
Salutai i miei parenti abbracciandoli un'ultima volta, compresa Sofia e mio zio, poi afferrai il manico della valigia ed uscii di casa.
Mi mancheranno da morire..
Vidi Paulo poggiato alla macchina, che non appena mi vide, mi sorrise venendomi incontro.
Paulo: ei
disse sorridente
io: ei!
sorrisi anche io
Paulo: aspetta che ti aiuto
disse prendendo la mia valigia in mano, mettendola poi dentro al bagagliaio.Sempre gentile lui
Paulo mi aprì la portiera ed io gli sorrisi in segno di ringraziamento.
Paulo: come stai?
mi chiese posizionandosi alla guida
io: sono felice, tu?
chiesi sorridente
Paulo: diciamo che non posso dire lo stesso
accennò un sorriso forzato
io: come mai?
chiesi con voce da bambina
Paulo: beh.. tra poco te ne andrai e come farò senza di te? Senza la mia piccola che viene a fare il tifo per me allo stadio?
mi portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio ed io accennai un sorriso
io: ci saranno i tifosi a fare il tifo per te Paulo
dissi accarezzandogli la nuca
Paulo: ma non sarà la stessa cosa..
disse con voce da bambino, abbassando lo sguardo, ed io mi sporsi per dargli un bacino sulle labbra
io: tranquillo Paulino, farò il tifo per te da lontano, ovunque io mi trovi
dissi a pochi centimetri dal suo viso e lui alzò un angolo della bocca, accennando un sorriso
Paulo: ci conto piccola
disse accarezzandomi la guancia con un dito
io: contaci
sorrisi.Dopo svariati minuti Paulo parcheggiò la macchina vicino ad un bar e come sempre mi aprì la portiera.
L'atmosfera era tranquilla: tirava un filo d'aria e il tiepido sole, tipico di settembre, mi accarezzava pelle.
Paulo mi prese per mano e poi ci guardammo negli occhi accennando un sorriso.
Quei sorrisi così leggeri e delicati che solo noi due sapevamo regalarci esprimevano tanto senza parlare.
Entrammo dentro al bar e, dopo aver salutato il barista, ci sedemmo ad un tavolo vicino alle vetrate, che dava la vista al chiassoso traffico di Roma, già di prima mattina.
Sapevo già cosa prendere: cappuccino e brioche alla crema, la solita colazione che faccio fin da piccola quando vado al bar.
Paulo: sai già cosa prendere?
mi chiese
io: si: cappuccino e brioche alla crema, faccio sempre questa colazione quando vado al bar
conclusi sorridendo e anche Paulo fece lo stesso
io: tu che prendi invece?
chiesi guardandolo
Paulo: caffè e brioche
spiegò
io: bleah, ma come fai a bere il caffè?
gli chiesi facendo un'espressione di disprezzo e Paulo ridacchiò
Paulo: non ti piace?
mi domandò sorridendo
io: direi di no
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Ovunque con te || Paulo Dybala
Roman d'amourDiana è una ragazza di 24 anni, costantemente tormentata dalle paranoie, e il suo sogno è quello di diventare una giornalista sportiva. Un giorno decide di trasferirsi a Torino dato che era da ormai tempo che progettava di andare a vivere lì insieme...