9. La realtà di un sogno

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   -Eccomi. Scusa il ritardo… Ho incontrato una signora per strada che non riusciva a ripartire col suo motorino… e mi sono sentito in dovere di aiutarla.

-Ehi abbiamo un “buon samaritano” qui…

-Figurati… Non mi ha detto nemmeno grazie. Che maleducata!

-La gente di Falldown ormai ha superato ogni limite… -così dicendo Marie diede un’occhiata fuori denotando una leggera ansia.

-Allora… facciamo colazione? –chiese Matt facendo un cenno al barista. –Ci sediamo fuori?

-No, no! Preferisco qui…

-Va bene. –annuì lui notando una strana agitazione nella ragazza. Ordinarono e un attimo dopo le loro calde bevande erano lì, sul tavolino che fumavano ed emanavano un intenso odore. –A proposito, questo è il mio numero, casomai il tuo motorino facesse ancora i capricci. –disse lui porgendole un foglietto dove era riportato il numero telefonico.

-Grazie.

-Di niente… Allora, oltre ad aver preso il posto del vecchissimo portalettere di Falldown, che altro mi racconti di te?

-Non c’è molto da raccontare… I miei genitori sono morti, i miei nonni sono morti, mia sorella non vuole più vedermi, e la persona con cui vivo, che pensavo fosse mio zio, mi ha rivelato che in realtà non è nemmeno un mio lontano parente! Giusto per non dilungarmi, concludo dicendo che il ragazzo che mi piace si vede con un’altra. Vita interessante vero?

   Lui rimase a bocca aperta attendendo di capire se stesse semplicemente scherzando. Lei però non cambiò espressione.

-Dai, ma dici sul serio? –si aprì un sorriso sul suo volto, poi la guardò restare impassibile e si fece serio. –Davvero…?

-E sai una cosa? Ho timore che lui si trovi a passare di qui e mi veda con te adesso e si faccia mille film!

-Chi è il tuo ragazzo? Conosco quasi tutti qui.

-Non è il mio ragazzo. Almeno… non ancora. –continuò lei imbarazzata iniziando a spiegazzare il foglio in cui vi era scritto il numero di Matt.

-Io me ne guarderei bene…

-Perché dici così? –lo guardò lei di sottecchi.

-Hai detto che si vede con un’altra…

-Non ho detto questo!

-Sì che l’hai detto.

-Ok… Ma non volevo dirlo. E’ solo che… non so… ci sarà stato un equivoco…

   Matt sollevò le spalle.

-Allora chi è?

-Scusami, non vorrei essere scortese ma non ti riguarda.

-Ok… -sollevò lui le mani arrendendosi. –Non sapevo fosse un crimine chiedere.

-Non è un crimine. In effetti non c’è niente di male che tu sappia chi sia… -Marie smise immediatamente di parlare e il cuore le salì in gola quando vide Geremia entrare nel bar. Dopo qualche passo anche lui la vide e si arrestò immediatamente. Con l’espressione chiaramente accigliata si voltò a fissare chi stava di fronte a lei mentre, poi si apprestò a raggiungere il tavolino dove i due erano seduti.

Appoggiò i pugni ben stretti sul tavolo.

-Geremia…! Ciao… –esclamò Matt sollevando gli angoli della bocca.

-Puoi scusarci? –lo interruppe lui.

-Ma certo ragazzi… -disse Matt finendo di bere il contenuto della tazza. Si alzò gettando fuori l’aria in uno sbuffo un po’ scocciato, il suo sguardo quindi si abbassò a guardare il pavimento. Si chinò a raccogliere qualcosa da terra che prontamente mise in tasca. Si avvicinò poi a Marie e in un orecchio le sussurrò un “ci vediamo”. Lei si scostò appena, sollevando gli occhi verso l’alto a cercare quelli di Geremia. Lui deglutendo la fissò con la fronte che si corrugava mentre pareva spazientito.

I Misteri di Falldown - 3. La Ragazza PerfettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora