7. L'eclisse lunare

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   -Ok… ascolta bene… -sussurrò Geremia. -…Se riuscissi a darmi quella chiave potremmo andare alla ferramenta e farne un duplicato…

-Ho capito… questa parte mi sembra facile… Il problema è prenderla.

-Perché… dove la tiene?

-Intorno al collo.

-Allora lascia perdere.

-No, non voglio lasciar perdere. Voglio sapere cosa nasconde dietro quella porta.

-Ma è così importante da rischiare?

-Per me sì. Mi tiene troppe cose nascoste…

-Marie… dammi retta… non scherzare col fuoco. E se ti facesse del male?

-Non mi farebbe mai del male… -Marie si rese conto di quanto spesso usasse quella frase. Era più che convinta però che le cose stessero veramente così.  -...Di questo ne sono sicura. Aspettami qui…

-No! Che vuoi fare?!

-Gli prendo la chiave, no? …E’ mezzanotte passata… starà dormendo adesso. Entro, la prendo e te la porto… Ne fai il duplicato e poi gliela rimetto al collo… facile.

-No, non è facile! –la trattenne lui mentre già entrava in casa. -Mi hai detto che è già arrabbiato con te perché stasera invece di stare con lui sei venuta al cinema con me…! Se ti dovesse scoprire…

-Non mi scoprirà! Geremia lasciami fare! Ok?

-Marie…! –continuò lui tentando di tenere bassa la voce.

   La ragazza lo lasciò fuori e salì nella camera di Frank. Lui dormiva profondamente. Se ne poteva sentire il respiro pesante e rumoroso. Con l’adrenalina che si scatenava, Marie lentamente e tentando di non fare anche il più impercettibile rumore, portò le sue sottili e lunghe dita, intorno al suo collo, sfiorando il laccio di cuoio. Il nodo era molto stretto, perciò rischiò di spezzarsi un’unghia mentre tentava di scioglierlo.

-Marie…! –sentì una voce bassa e roca alle sue spalle che la terrorizzò.

-Ma sei matto…! –le fece cenno lei sbiancando come un cadavere.

   Geremia le si avvicinò.

-Non mi andava di lasciarti sola…! –le sussurrò in un orecchio.

   Lei lo zittì con un gesto. Poi tornò a slegare il nodo. Ci mise un po’ ma ci riuscì. Tirò lentamente il laccio, sfilandoglielo da intorno alla gola. Finalmente la chiave era nelle sue mani. I due ragazzi immobili guardarono la faccia di Frank. Dormiva ancora, non si era accorto di nulla. Marie fece un gesto a Geremia per indicare che dovevano filarsela. Tornò a guardare Frank che con suo orrore, spalancò gli occhi e la prese per il braccio stringendoglielo così forse da fermargli la circolazione sanguigna. Marie iniziò ad urlare mentre Geremia si scagliò contro l’uomo per fargli lasciare la presa.  

   E ancora urlando Marie si sollevò dal divano svegliandosi e rendendosi conto che non era altro che un incubo. Erano quasi le 19. Dopo la doccia, si era stesa sul divano per riposare un po’ e evidentemente si era addormentata. Sentendo ancora il braccio dolorante, si alzò in piedi e prese la brocca dell’acqua dal frigo. Udì i passi di Frank, che rumorosamente scendeva dal terrazzo, avendola sicuramente sentita gridare.

-Scusami Frank… scusami! Non volevo farti spaventare! Ho solo fatto un brutto sogno.

   Lui l’abbracciò, tenendole la testa con la mano, stretta a lui.

-Mi fai prendere certi colpi… -disse con un voce calda.

   Lei portò la sua mano al collo di lui, sfiorando il laccetto di cuoio. Quello strano sogno le aveva messo un grillo in testa. Adesso voleva quella chiave. Doveva esserci un modo per sottrargliela… ma in quel momento doveva pensare a come dirgli che non avrebbe passato la serata con lui.

I Misteri di Falldown - 3. La Ragazza PerfettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora