3. Mezzaluna

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   Il negozio della signora Mallabel era piccolo ma di buongusto. Da fuori sembrava niente più che una bottega. Nessuna attenzione per i particolari, un’insegna minuscola sbiadita e priva di illuminazione. Una volta entrati però si presentava un ambiente davvero chic. Centinaia di abiti multicolori, maglioni, gonne, persino giacconi. Tutto messo al posto giusto, perfettamente allineato e ordinato per colore e tipo.

-Mi spiace mia cara… -disse la bellissima donna addobbata come se dovesse partecipare a una parata. -…Ho già due commesse. Non posso permettermi di assumerne un’altra.

-Grazie lo stesso. –calò il capo Marie ormai rassegnata a dover tornata a casa anche quel giorno a mani vuote.

-…Senti… io te lo dico lo stesso. –la fermò la signora Mallabel un po’ titubante. -…cercano qualcuno al negozio qui dietro. Non è proprio il posto adatto per una ragazza… ma se proprio hai bisogno…

-La ringrazio.

   Un cartello scritto a mano con un pennarello nero citava la frase: “Cercasi ragazzo”. Marie sollevò lo sguardo verso l’insegna. I fiocchi ancora insistenti le finirono direttamente negli occhi, ma riuscì a capire bene ugualmente di che negozio si trattasse.

-Wow! Una ferramenta…! Qui sì che c’è da divertirsi…! –esclamò rassegnata. Si voltò per tornarsene da dove era venuta, poi ci ripensò. E se quella fosse stata la sua ultima chance di trovare lavoro? Vi entrò, anche se non proprio entusiasta.

-Buongiorno! –alzò la voce, notando il negozio vuoto. –C’è qualcuno?

   Da sotto al bancone spuntò una sagoma.

-Ciao! –disse quella voce conosciuta.

-No…! Ancora tu…! –fece lei incredula. -…Ma che fai, mi segui?!

-Guarda che sei entrata tu nel negozio, e sei stata sempre tu a scivolare e a venirmi addosso! Schiacciandomi! –precisò.

-Che faccia tosta! –si girò immediatamente lei per andare via.

-Aspetta…! Di cosa avevi bisogno? Chiodi, bulloni, rondelle…?

   Marie lo guardò attonita.

-Non so nemmeno cosa siano le rondelle! …Oh, accipicchia! E’ più difficile di quanto credessi! Frank aveva ragione…

-Di che stai parlando? –aggirò lui il bancone, avvicinandosi alla ragazza.

-Niente! Credo che tornerò a fare la calzolaia…

-Ce l’abbiamo già un calzolaio qui a Falldown… Ehi! Aspetta un attimo…! –le sollevò il viso come per guardarla meglio.  -…Ho capito chi sei!

   Lei si limitò solo a fissarlo con occhi tristi e rassegnati.

-Marie…! Ma non ti ricordi proprio di me?

   La ragazza tornò ancora a fissare il viso del ragazzo. Scosse poi la testa infastidita. Lui si tolse il cappellino con visiera, che riportava il logo della ferramenta, dal quale spuntarono tanti ricci scuri.

-Allora…? –chiese lui mostrando denti perfetti incorniciati da un bel sorriso.

-Senti… perché non me lo dici tu… Oggi non ho voglia di giocare…!

-Bentornata Marie… -disse lui abbracciandola. Lei si irrigidì per un momento, quell’esternazione di affetto le parve più che strana.

   Qualcosa di familiare ce l’aveva ma non capiva perché non riuscisse proprio a ricordarsi di lui. Volle guardarlo ancora un po’, perciò si scostò scrutando ogni dettaglio.

I Misteri di Falldown - 3. La Ragazza PerfettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora