IX. La Pazienza è una virtù da non sottovalutare

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Mi appiattisco contro un albero, quando sento i passi frenetici che si avvicinano, ora so come si sentono gli animali quando vengono braccati.

Per un attimo medito di salire su un albero, quando vedo cadere qualcosa dal fogliame, sembrano ossa?, decido che la decisione più saggia è restare a terra.

Solo quando sono sicura che non ci sia più nessuno in giro, esco dal mio nascondiglio.

Mi siedo su un masso, sperando di avere un pò di tregua e riprendere fiato, intanto pensando al da farsi.

Potrei accendere un fuoco, ma rischio di essere scoperta, sono costretta a fare ciò che non voglio fare.

Mangiare tutto ciò che trovo sotto i sassi, non voglio morire di fame.

Lancio un occhiata verso la Palude, ma ci tengo troppo a non finire divorata da qualunque cosa ci sia li dentro.

Ho visto un tentacolo portarsi via qualcosa, quindi mi tengo la sete, potrei morire comunque per gli attacchi a sorpresa, ma è meglio che essere divorata.

Vogliono testare le nostre abilità di sopravvivenza, questo ormai mi sembra palese.

Osservo le due spadelaser, mi rendo conto che rappresentano lo stato attuale in cui mi trovo, una è il passato e l'altra è il mio futuro.

Vendetta e Riscatto.

Ci sono nomi peggiori con cui chiamare le proprie armi, anche se in questo caso sono anche azzeccati.

Alcuni passi alle mie spalle, mi convincono a rimandare ad un altro momento, stringo la presa sui cilindri.

Finché delle urla, non arrivano alle mie orecchie, sono urla di puro terrore, aziono entrambe le lame.

Vedo due delle mie compagne di prova con le mani sopra alla testa, nonostante lo stato in cui si trovano, provano lo stesso ad attaccarmi.

Inutile dire che è stato fin troppo facile sconfiggerle, non ce gusto nel farlo, cosa che mi spinge a chiedermi cosa sia successo, inizio a percorrere a ritroso il loro tragitto.

Incrocio lungo la strada, i corpi senza vita delle altre, percepisco una sensazione opprimente e soffocante, l'ho già sentita, anche se in quel momento non ci faccio troppo caso.

Continuo ad avanzare, finché non trovo l'ultima che galleggia nell'unica pozza d'acqua della zona, ha la faccia rivolta verso il basso, come se avesse subito un imboscata.

Hanno tutte una cosa in comune, hanno le bruciature tipiche di una lama di spadalaser, ma non sono io.

Per quanto improbabile, qualcuno è arrivato fin qui, forse...

-Padmè.-

La sua voce mi rimbomba nella testa, cerco di scacciarla, non è il momento di sentire le voci.

È colpa tua se sono morto, se non ti avessi amato, ora sarei ancora vivo.

Non voglio sentirlo, non da Anakin, mi tormento già abbastanza da sola, senza che ci si mettano anche le voci.

La voce di Anakin si affievolisce fino a sparire, non ho fatto nulla per fermarla, ho soltanto detto la verità.

Osservando meglio l'affogata, quando la volto sulla schiena, mi rendo conto che ha la stessa espressione di puro terrore di tutte le altre, come se avessero assistito a qualcosa che le ha portate a morire di crepacuore.

Sento una presenza alle mie spalle, le dita vanno a stringersi intorno all'elsa della spadalaser con la lama viola.

Quando mi volto, punto la spadalaser con la lama viola alla gola di mi si è appostato alle spalle, anche se non so nemmeno io, cosa vedo di preciso.

All'inizio appare Darth Vader con il suo scafandro nero, poi al suo posto trovo Anakin, mi domando se sia il pianeta stesso a farmi questo brutto scherzo.

Allungo una mano, pensando che l'avrei oltrepassato come se fosse un fantasma, invece riesco a toccare la sua guancia con la punta delle dita.

Se non sapessi che è impossibile, penserei che è davvero qui con me, il suo volto è impassibile eppure noto un guizzo dietro i suoi occhi... gialli?

Sbatto un paio di volte gli occhi, non sicura di ciò che ho appena visto, ma non il tempo per pensarci per ora.

-Quanto vorrei che tu fossi qui con me, so che non potrà mai capitare, non finché...- Quelle parole, specchio di ciò che penso io, mi ammutoliscono.

Si zittisce, soltanto perché presa dall'urgenza del momento, poso le mie labbra sulle sue.

Le sue dita tra i miei capelli corti, stringe la presa quasi con rabbia approfondendo il bacio, è passata un'eternità, dall'ultima volta che Anakin mi ha toccato, mi ha baciato.

Chiudo gli occhi godendomi quel momento, il suo bacio, ma quando li riapro Anakin non c'è più, sparito nel nulla.

Cosa potevo aspettarmi da uno spirito? Devo essere grata di avere ricevuto in regalo un momento simile.

Anche se con il senno di poi, mi rendo conto che diventerò una Sorella della Notte, non sarò di certo io a mettermi a cercare chi le ha ridotte così.

Io sono rimasta l'unica in piedi ed avrò il marchio, devo dire grazie soltanto alla Forza.

Concentrata come sono sul mio obiettivo, non mi accorgo della serie di impronte che si allontanano nella direzione opposta alla mia.

Mentre mi dirigo verso il punto di incontro, sono ignara del fatto che Yoda abbia assistito al tutto, ma posso giurare di aver sentito qualcuno urlare.

Padmè - Storia di una vita nell'ombraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora