XIII. Nessun posto è come casa propria

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Ho lasciato Tatooine il più velocemente possibile, anche se non in silenzio come avrei voluto.

Gli Stormtrooper mi hanno raggiunto proprio mentre stavo per salire sulla Navetta Lambda.

Hanno fatto saltare per aria la Navetta, sono dovuta passare al piano B, ovvero raggiungere lo Spazio Porto più vicino, ed arrivare fino a Naboo.

Da lì avrei raggiunto la Regione dei Laghi, sono sorpresa di non essere stata scoperta e di avercela fatta ad arrivare su Naboo.

Quando ho aperto il portellone, non ho fatto neanche in tempo a scendere che mi sono trovata davanti Sabè.

Mi sventola sotto il naso  l'Olo-giornale, vedendo che la ignoro passando oltre per dirigermi verso la villa, mi si piazza davanti per impedirmi di andare avanti.

Io semplicemente le giro attorno, entro in casa, posando le spadelaser sul tavolo, la finestra che si affaccia sul giardino da quell'angolazione si vede anche uno scorcio del Lago.

Sabè si schiarisce la voce, andando a posare sul tavolo l'ologiornale, che si attiva non appena viene posato, la giornalista è già partita a parlare del pezzo che probabilmente Sabè stava leggendo quando mi ha visto arrivare.

L'ex Ancella della defunta Senatrice Padmè Amidala, è stata vista mentre resisteva a diversi Stormtropper.

Ancora non è dato sapere il motivo di tale gita, viene da chiedersi cosa ci facesse sul Pianeta governato dagli Hutt.

Forse è ancora in cerca di risposte dopo la faccenda di cui è stata vittima? Oppure è una coincidenza?

Sabè chiude l'ologiornale, mi fissa in attesa di risposta, però questo almeno spiega la rabbia di Sabè, è ovvio che hanno edulcorato la pillola.

-Tecnicamente era una trappola per te, ti aspettavano al varco, sai?-

Evito di dirle ciò che successo con il ciondolo, preferisco non pensarci, è uno di quegli errori che si preferisce dimenticare.

Sabè è sempre stata fuori dai sistemi, ha sempre agito nell'ombra, non le è mai pesato fare la spia quando era necessario.

La mia "morte" ha reso più complicato fare il suo lavoro, il più delle volte per riuscire a passare indenne per le zone di Guerra che io stessa ho visitato per ragioni diplomatiche, faceva il mio nome.

Ora che tutti sanno che sono morta, Sabè è costretta ad usare altri trucchi e sotterfugi per fare il suo lavoro di spia, certo l'ultima cosa che si aspettava è che adesso sono io quella che deve sfruttare il suo nome.

L'ironia della vita.

-Padmè ti voglio bene, ma la prossima volta che vuoi andartene a spasso, avvisami, è stato difficile spiegare come facevo ad essere in due posti-

Mormoro un va bene, anche se l'unica cosa che vorrei fare al momento è liberarmi dei vestiti delle Sorelle della Notte, farmi un bagno e rilassarmi.

Mi tolgo la casacca rimanendo con la maglia sottostante, Sabè mi blocca per un braccio, costringendomi a darle la schiena, soltanto in quel momento mi ricordo del marchio delle Sorelle della Notte.

-Ti prego, non puoi essere stata davvero così stupida- mormora Sabè.

Anche se Sabè comprende la mia sete di Vendetta, non sa tutta la storia sa solo quello che io le ho detto ovvero che Anakin è un Jedi ed è morto per mano degli Imperiali.

Il mio silenzio vale più di mille parole, Sabè sospira "non porterà a nulla di buono, me lo sento" faccio finta di non sentirla, però le sue parole risuonano nella testa.

Padmè - Storia di una vita nell'ombraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora