6 agosto 2021
Il ticchettio dell’orologio crea un eco nella mia testa, come la rappresentazione di un vuoto colmato da un suono.
La targhetta sulla scrivania recita “Massimo Romano-Psicologo” e ha i caratteri leggermente in rilievo, di un color bronzo sporco, mi sembra che sia cambiata nel corso di questi lunghi dieci mesi.
Forse è solo una mia impressione, d’altronde quando sono venuto per la prima volta non mi sentivo a mio agio e avevo una percezione diversa del mondo.
In effetti, non mi sento a mio agio neanche adesso.
Finalmente è l’ultima volta che verrò in questo studio, a parlare di me, dei miei problemi, di quello che ho nella testa.
Il dottore ancora non lo sa, e quando finalmente arriva non sono più da solo e gli rivolgo un debole sorriso mentre si siede.
-Buongiorno, Daniele. Tutto bene?- chiede gentilmente.
Cerco di trovare le parole migliori da dire, non che sia una cosa difficile: ho preso un’importante decisione e non penso che debba essere così dura comunicargliela.
-Sì, va tutto bene, anzi. Sono già alcuni giorni che ci penso e ne ho finalmente parlato con mio fratello Alessandro. È una cosa inaspettata ma sento di essere pronto…- dico lentamente, nel frattempo giocherello con la punta delle dita della mano sinistra come per gestire la mia ansia. Sorrido ancora.
-Inaspettato? Di cosa si tratta?- chiede Doc, non mi ha mai permesso di chiamarlo per cognome e a me non piaceva chiamare un uomo adulto col suo nome di battesimo.
Doc ha il doppio dei miei anni, ma per un uomo che si allena, che mangia salutare, i cinquanta sembrano solo un numero che non arriverà mai nell’elenco dei suoi anni.
-Ho deciso di trasferirmi a Vallerossa da mio fratello.-
Guardo attentamente la reazione di Doc: in un primo momento è confuso, poi realizza l’idea e sembra davvero contrariato dell’avvenimento. Schiude le labbra sottili e parla.
-Daniele, sei proprio sicuro di questa tua scelta? Finalmente dopo un anno siamo riusciti a venire a capo dei tuoi problemi. Questo trasferimento, ti ha convinto tuo fratello maggiore?-
Doc cerca di indagare, è normale che lo chieda, è il suo lavoro. Ma sento che finalmente è giunto il momento di cambiare aria, cambiare vita e mettere il punto di svolta.
-No, lui non c’entra. Ha detto che mi appoggia: è stato disponibilissimo ad ospitarmi per qualche giorno e pare che conosca qualcuno che potrebbe darmi un lavoretto. Dice che ha anche un posto per me, in caso voglia abitare da solo.-
Le mie parole sembrano non convincere Doc, anzi, è come se fosse ancora più perplesso e confuso. Cerco di placare il tic nervoso alle dita tenendole in grembo, ferme sotto il mio controllo.
-Vallerossa è molto distante. Tua madre lo sa? Sa che hai deciso di tornare nel vostro vecchio paese?- chiede, mi mordo la lingua, infastidito dal fatto che stia usando mia madre come leva per farmi desistere dalla mia scelta.
-Gliene ho parlato. Lei mi ha detto di seguire il mio cuore. Ha parlato poi con Alessandro cercando di farmi desistere, ma mio fratello maggiore è più testardo di me.- rispondo e lui ride.
-Sì, sei molto testardo e so meglio di chiunque quanto sia difficile farti desistere dalle tue idee.- dice facendo un breve pausa, mi fissa negli occhi, ha un’espressione di compassione mentre mi studia, mi fa sentire in imbarazzo. -Sei sicuro?-
Vorrei dirgli la verità, ma a quel punto lui direbbe che è ancora troppo presto per affrontare questo cambiamento e quindi mi trovo costretto a mentire. Con Doc non dico bugie da quando abbiamo iniziato la terapia, ora sono costretto a farlo.
-Certo che sì!- dico entusiasta. -Voglio credere in quest’esperienza. Penso mi aiuterà tantissimo.-
Se Doc sia convinto dalle mie parole o meno non lo saprò mai, visto che abbassa lo sguardo e chiude gli occhi, continuando a sorridere in maniera vaga.
-Molto bene. Hai il mio numero di telefono, quindi per qualsiasi cosa sai che mi puoi contattare. Non esitare un solo istante per qualsiasi necessità, mi raccomando.-
Posso rilassare la posizione della schiena, poi alzo lo sguardo e sfoggio uno dei miei migliori sorrisi, e forse anche uno dei pochi sinceri che mi capita di fare da quando ho iniziato il mio percorso.
-Lo farò, in caso di bisogno.-
Respiro più aria che posso, da oggi prendo in mano la mia vita e sarò io a prendere le decisioni: qui inizio a scrivere la mia storia.
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Come girasoli al tramonto [COMPLETA]
ChickLit[...] Non guardare lì. Anche se ce l'hai davanti, non puoi farlo! Questa frase echeggia nella testa mentre poggio i fazzoletti e la mia mano sulla coscia di Fabio strofinando in maniera vertiginosamente vicino la sua virilità: la mano si muove delic...