24 settembre 2021

-Vedrai che ti divertirai un casino. Sono tutti simpatici e sei la novità di Vallerossa quindi sii semplicemente te stesso.- è la voce di Marco che mi risveglia dal mio stato di stasi, come se mi fossi bloccato nel tempo, sono ancora seduto nella sua auto.
-Sono tranquillo.- mento sapendo di mentire. -Solo che non vorrei fare brutta figura, non sono bravo con i nomi. E se dovessi confondermi e sbagliare?-
-Tranquillo, Dani. Nessuno di noi se la prenderà a male, al massimo Fabio ti prenderà in giro per il resto della sua vita, ma poco importa, no?- dice lui ridacchiando, il suo sorriso è largo e contagioso, annuisco e scendiamo finalmente dall’auto.
Sono quasi le otto di sera e la luna è ormai sorta nel cielo insieme alle stelle, la notte su Vallerossa sembra diversa da quella della città: come se il velo stellato fosse di un blu scurissimo e non nero.
Alzo lo sguardo per osservare le stelle mentre Marco mi fa strada lungo il viale dell’abitazione, abbasso i miei occhi e studio la grande casa di Aurora che si trova attaccata ad un’altra abitazione specchiata: c’è un giardino che circonda la casa e le alte siepi formano una sorta di recinsione che divide le coppie di abitazioni a schiera.
Marco cerca qualcosa nella tasca dei suoi jeans che per l’occasione sono chiari di lino e che gli stanno stretti alle gambe, indossa anche una camicia bordeaux che si intona con i suoi tratti rossicci. Osservandolo da dietro studio le sue spalle e le sue forme: non esalta bene il suo corpo, ma è comunque piacevole da guardare.
-Aspetta, ti do una mano, altrimenti farai un casino!- gli dico strappandogli dalle mani la confezione che contiene la torta e la busta con lo spumante che stava tenendo tra le gambe.
-Tu dici? Dai non dirmi che non hai mai assaggiato la famosa torta schiacciata? Ti basta prendere il dolce e buttarlo a terra!- risponde lui sarcastico ma nel frattempo mi passa la torta e la bottiglia nelle mani e lui tira fuori un mazzo di chiavi.
-Quelle sono le chiavi di casa di Aurora?-
-Sì, sono cinque anni che siamo fidanzati ma ci siamo conosciuti un anno prima. Quindi i suoi genitori mi conoscono da molto tempo e sanno che sono estremamente affidabile. E che amo la loro figlia più di ogni altra cosa.-
Osservo Marco avanzare oltre il cancello grigio chiaro e lo seguo nel viale che ci porta agli scalini d’ingresso nella casa. Il giardino è molto grande e sul lato sinistro vedo che c’è una bellissima area relax con poltrone morbide, sdraio e un lungo tavolo sotto un gazebo. Sul tavolo si trovano alcuni strumenti elettronici e tra di essi c’è una persona che si muove rapidamente armeggiando con degli strumenti.
-Ehi Davide! Ho portato una persona, porta il culo dentro casa che te la presento.- dice Marco parlando con il suo amico, quello però alza la mano e gli fa un dito medio senza voltarsi.
-Simpatico, devo dire.- commento ridacchiando, saliamo quindi i gradini e ci troviamo ad aprire la porta di casa.
Il soggiorno è enorme e con delle colorazioni, sia nelle pareti che nella mobilia, di un azzurro pastello alternato allo stesso grigio chiaro del cancello. I mobili sembrano antichi ma estremamente rimodernatati, inoltre sento un leggero odore di pittura. C’è un bellissimo camino posizionato dal lato opposto all’ingresso, il fuoco è spento visto che l’aria interna è piacevole, fuori c’è anche abbastanza fresco e quindi il mio tipico outfit di jeans chiaro e camicia marrone a quadri gialli è adatta.
-La madre si Aurora fa la restauratrice. Lavora spesso fuori città e nei musei per lo più. Ha uno studio enorme al secondo piano. Non posso fartelo vedere perché non fa entrare nessuno, ma è davvero molto bello!- dice Marco.
Non replico e annuisco, noto che c’è una grande porta ad arco sulla sinistra, un disimpegno che conduce alla cucina e alle scale che portano al piano superiore o inferiore dove immagino si possa trovare la cantina della famiglia di Aurora.
Quando stiamo per entrare in cucina vediamo che in un angolo ci sono due persone che sembrano discutere tra loro: riconosco subito Fabio che per l’occasione indossa una maglietta elegante di colore glicine; davanti a lui una ragazza dai lunghi capelli biondi e lisci che sembra una modella per quanto è bella e attraente.
-Possiamo fare così tutte le volte? Davanti agli altri!- lei sembra accusarlo di qualcosa, il ragazzo ha la risposta pronta.
-Sei tu che inizi sempre. Non capisco che cosa ho detto di male. Ho solo fatto una battuta.- sembra non essere dispiaciuto di qualunque cosa sia successa.
-Tu fai sempre battute, Fabio!- risponde lei, i suoi occhi hanno uno sguardo deciso grazie al trucco nero e ma non troppo pesante, le nasconde il colore degli occhi che è un misto tra azzurro e grigio, man mano ci avviciniamo li vedo.
La modella e il biondone si accorgono della nostra presenza solo quando Marco si avvicina e si schiarisce la gola.
Evidenziare l’imbarazzo dei due sarebbe fuori luogo e infatti il rossiccio evita qualunque accenno alla discussione.
-Noemi, Fabio! Grazie per essere venuti, sono molto felice. Questo tipetto qui è Daniele…- dice Marco passandomi un braccio attorno alle spalle e spingendomi contro di lui in maniera affettuosa, tengo ancora in equilibrio la torta e lo spumante quasi per miracolo.
La presentazione, naturalmente è per Noemi che non ho mai visto finora. Fabio invece è un volto abbastanza noto ormai nonostante le poche e “piacevoli” volte che ci siamo visti.
-Ma io sono grande abbastanza, ho venticinque anni!- mi oppongo scatenando una risata generale con la mia reazione.
-Tranquillo, Daniele. Marco non riesce a tenersene una dentro, ha sempre la parola per stuzzicare chiunque. Ci farai presto l’abitudine.- la modella fa una pausa e allunga una mano verso di me. -Io sono Noemi, piacere.- poi però si rende conto che ho le mani impegnate.
-Lascia che prenda la torta, non dovresti portarla tu ma il festeggiato che ha deciso di non fare nulla!- aggiunge.
La ragazza di nome Noemi indossa degli abiti che vanno in contrasto con il biondo dei capelli che noto essere morbido, fluido e mi ricorda il miele per la sfumatura calda.
Indossa una gonna scura lunga fino alle ginocchia che le disegna i bei fianchi magri, ha la vita stretta e un seno non troppo pronunciato rinchiuso in una camicetta bianca, al collo indossa una sorta di nastro nero che richiama lo stile quasi gotico, si vede che ha una personalità d’impatto.
Mi fa un sorriso simpatico che le allarga le labbra leggermente arrossate per via del rossetto.
-Io sono Fabio, ma ci conosciamo già!- il biondone  fa una mezza battuta cercando di apparire spiritoso ma il suo tono di voce è formale e non molto a suo agio. Suppongo per la discussione avuta con la ragazza qualche istante fa.
-Non avevo capito da quanto tu e Marco vi conoscevate fino a quando me ne ha parlato durante il viaggio in auto; siete migliori amici da tutta la vita… poi ti ha insultato, e poi ha preso in giro anche me.- dico sorridendogli.
-Sopporto questo ragazzo da quando andavamo al liceo insieme. Quel giorno in cui ho deciso di sedermi nel banco con lui al primo anno ho firmato una condanna a morte. Ma gli do filo da torcere!- Fabio scatta in avanti come per prendersi a pugni con Marco, l’altro ragazzo scatta in guardia ed entrambi danno il via ad una finta colluttazione che ha fine poco dopo.
-Addirittura dal primo liceo? Cioè vi conoscete da quattordici anni?-
-Esattamente.- risponde Marco respirando pesantemente per via dello scontro. -Ah, Fabio è un Ladro, su LoW. Precisamente assassino a due mani. Le sue armi preferite sono le daghe. È agile e veloce, il bastardo.-
-Come puoi notare, non sono grosso come questo tizio qui. Mi sono sempre trovato bene con le classi abili nell’oscurazione. Tu sei uno stregone, mi diceva?- chiede il biondone.
-Esatto, ho sempre amato le classi…-
-Che Principessa che sei! Le classi magiche sono per quelli che non vogliono godersi la vita di pugni e fare a botte da veri maschi!- mi interrompe lui, Fabio mi guarda negli occhi cercando di trattenere una risata, ho pochi istanti per pensare ad una risposta col quale poterlo prendere in giro o tenergli testa, di fatto ha usato un tono per scherzare.
-Non so se lo hai notato, ma ti sembra che io sia un vero maschio macho?- corrugo la fronte alzando le sopracciglia.
Tutti e tre ci guardiamo per un lungo istante, poi sia Fabio che Marco scoppiano a ridere e io subito con loro scrollando le spalle, mi trovo bene con loro.
-No, hai ragione. Scusami, non voleva essere per male eh! Non ho nulla contro i gay, anzi, meno competizione per noi!- dice Fabio alzando la mano contro Marco e i due si danno il cinque levato in aria per poi tornare seri.
E qui sento già che c’è qualcosa che non va, come se potessi sentire questa sorta di presagio che mi dice che sta per succedere qualcosa di negativo.
Quindi rivedo la scena nella mente.
Meno competizione per noi. Questo vuol dire solo una cosa…
Nel frattempo, Noemi ritorna tra noi, si avvicina a Fabio e lo prende a braccetto, sembra un gesto di contorno; lui volta semplicemente lo sguardo verso la ragazza che è alta quando lui ma poggia la testa sulla sua spalla. Poi i due biondi… si baciano sulle labbra. Ed è come ricevere un pugno nello stomaco.
-E poi dici che io sono sdolcinato. A proposito, dov’è la mia dolce principessa addormentata?- chiede Marco, ma lo ascolto in maniera assente.
-Aurora ti stava cercando, è al piano di sopra con sua sorella. Martina doveva aiutarla con i capelli e credo di aver sentito il rumore di qualcosa che si rompeva. Ci vai prima che si uccidano?- chiede Noemi indossando un’espressione angelica, Marco sbuffa pesantemente e alza gli occhi al cielo.
Poi abbassa ancora lo sguardo su di me.
-Ti posso lasciare tranquillo? Fuori c’è da bere: c’è un po’ di tutto, birra o alcolici o cola. E ovviamente non manca l’acqua. Ci sono anche le patatine e a breve arrivano le pizze.- fa una pausa voltandosi verso il migliore amico mentre mi rendo conto di essermi assentato, prigioniero nella mia stessa mente.
Credevo che ci fosse una sorta di affinità con Fabio, gli sguardi, lo sfiorarsi. E mi rendo conto che sono veramente disagiato nell’aver interpretato male questi segni “innocenti”.
-Fabio, ci pensi tu a prenderle? Le ho già pagate. Salgo di sopra e vedo com’è la situazione.- continua Marco parlando con l’amico, si scambiano un cenno d’intesa.
-Tranquillo, bro!- risponde il biondone, a quel punto mi sveglio dalla mia catarsi, mi costringo a tornare nella realtà.
-Vai pure festeggiato, sei richiesto da molti stasera, ci becchiamo dopo.- gli dico dandogli una pacca sulla spalla, lui si affretta quindi a salire per le scale e io resto solo con Noemi e Fabio. Li vedo ancora a braccetto. Sono fidanzati.
Improvvisamente mi sento di troppo.

Come girasoli al tramonto [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora