In quel momento mi arriva un messaggio da parte di mio fratello e Marco mi fa spostare via dal bancone, come un vero gentlemen mi accompagna al tavolo, e mi avvicina la sedia quando devo sedermi, sembra molto la scena di un film romantico dove la ragazza arriva e viene fatta accomodare.
Solo che io non sono una ragazza e non c’è nulla di romantico adesso. Quindi mi accomodo preparando la mia postazione per la scrittura: un pc portatile e un blocco degli appunti con una penna vicino.
Senza neanche che glielo chiedo, Marco si avvicina ancora  una volta portandomi un bel bicchierone del thé prodotto dalla sua famiglia e gli faccio un sorriso larghissimo.
-Grazie, questo dovrebbe stimolare le idee.-
-Figurati, spero che possa aiutare.- dice lui, poi si allontana ancora e, mettendomi le cuffiette alle orecchie, mi immergo nel mondo della scrittura avendo alle spalle la porta d’ingresso e davanti a me la parete piena di cimeli nerd.
Perdo la percezione del tempo quando scrivo ed è quello che succede a me finché improvvisamente, senza sentire nulla e nessuno a causa della musica, mi trovo la vista completamente oscurata e sento il tatto delle mani sul viso.
Sono sudate e calde, quasi mi bruciano le guance. Mi sfugge un sorriso ma non sento alcuna parola. Avendo quindi la vista e l’udito in meno, mi concentro sull’odore che emanano: forte come la pelle di un uomo.
Immagino che siano di Alessandro o di Marco.
Mi tolgo le cuffiette alzandomi per sfuggire alla presa dell’uomo misterioso e quando mi trovo in piedi vedo che davanti ai miei occhi c’è Fabio che mi sta facendo un sorriso stentato e bello come il sole.
Una vampata di caldo e fuoco mi percorre la schiena fino al viso, dove fino a pochi istanti prima c’erano le sue mani sudate.
E non riesco a pensare al buon odore che avessero.
-Ehi, ragazzino. Tutto solo soletto? Non ti hanno mai detto che per le strade di Vallerossa girano certi brutti ceppi?- dice lui scherzosamente, mi assicuro di salvare  il mio lavoro su WRITE al pc e mi rivolgo a lui incrociando le braccia al petto.
-Finora, l’unico brutto ceppo che ho incontrato sei proprio tu. Dovrei guardarmi le spalle…- accenno al suo vile modo di cogliermi di sorpresa, sia lui che Marco scoppiano a ridere.
-Dai! Non volevo farti paura, pensavo ti facesse piacere, essere preso di spalle…- mi dice Fabio. Quasi avvampo per la sua battuta che però non vuole essere offensiva.
-A mia difesa posso dire che non mi concedo facilmente al prossimo.- il mio tic da imbarazzo ritorna e mi costringe ad alzare una mano toccandomi il gomito con essa.
Mi sforzo con tutto me stesso di abbassarla così da sconfiggere questa reazione.
-Visto, Fabio? Neanche i ragazzi ti potrebbero stare appresso!  Sei fortunato a poter contare sulle poche donne della tua vita.- dice il rossiccio dandogli uno spintone. Ma Fabio non sembra minimamente scalfito dalla battuta, anzi, sembra prendere la cosa come una sfida personale.
-Solo tu sai come fa Aurora a sopportarti. Quanta pazienza deve avere quella povera santa ragazza!-
-Io trovo che Marco sia molto simpatico…- mi esce spontaneo dalle labbra, a quel punto Fabio mi lancia un’occhiata come se fossi impazzito. -Che ho detto?-
-Visto? Ben ti sta! Io sto simpatico pure ai gay! Tutti mi adorano. Ora mettiti in ginocchio, suddito!- dice simulando la scena di un sovrano dittatore, ma il biondone non ne risente.
-Sparisci, va’.- si limita a rispondere Fabio ed in effetti, dopo qualche risata ancora, Marco torna al bancone visto che i ragazzetti che giocavano ai tavoli si stanno alzando. -Quindi sei davvero uno scrittore? E hai già parlato di me in quello che stai scrivendo?- mi sorride sinceramente.
La sua sfrontatezza mi piace, ma se c’è una cosa che ho imparato è il saper rispondere a tono.
-Non sono una persona che si ispira ad altri. Magari farò una menzione speciale alla fine del volume.-
-Certo, immagino. Posso capire.- fa una breve pausa, di prepotenza si avvicina poi al mio pc e cerca di sbirciare cosa c’è scritto. Cerco di mettermici in mezzo e in questo modo quasi finiamo per scontrarci.
Il suo viso è a pochi centimetri dal mio e riesco a sentire il fiato pesante del ragazzo, ha un odore forte come quello delle sue mani, lo sguardo malizioso e acceso e in questo istante non riesco a non pensare al fatto che potrebbe aver leccato le proprie dite prima di metterlo davanti ai miei occhi.
Ma questo è solo un pensiero malizioso, non reale.
-Non posso dare un’occhiata? Sono uno che legge, oltre che un appassionato di videogiochi.- dice con tono sincero, il suo respiro mi finisce in faccia e mi sembra quasi di impazzire.
-Mi spiace ma non ho ancora corretto questa parte quindi non posso farti leggere un prodotto scadente!- genero la prima scusa che potrebbe avere un senso, non è che non voglio farglielo leggere, è solo che non riesco a pensare ad altro che non sia il suo odore.
Fabio sorride, poi si allontana appena ma resta sempre vicino a me, d’un tratto è come se l’ambiente avesse ripreso i colori di prima che si erano leggermente oscurati con la presenza del biondone.
-Immagino che sia giusto così.- mi fa l’occhiolino, ma non aggiunge altro. -Comunque ora devo andare, devo fare una cosetta prima di tornare a casa… ci vediamo presto, giusto?-
Annuisco in maniera imbarazzata.
Sì, ci vediamo presto. Ripeto nella mia mente.

Come girasoli al tramonto [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora