19 settembre 2021

Quando entro nella “Tana del Drago” mi trovo a cercare con lo sguardo il proprietario che ormai ha un profilo riconoscibile, cerco la sua testa rossiccia che vedo più avanti nella seconda stanza della fumetteria: la prima volta che sono entrato c’era un pesante tendone rosso a coprire quella parte e le luci erano spente, ora posso vedere cosa nascondeva.
Ci sono dei tavolini quadrati, occupati per la maggior parte dai ragazzini che stanno giocando ad un gioco di carte, Marco si destreggia tra di loro come se fosse un arbitro osservando che le regole di quello che sembra un torneo vengano rispettate.
Il ragazzo alza i suoi occhi verdi e incrocia il mio sguardo facendo un segno di saluto con la mano che agita in aria.
-Ehi, giovane stregone. Finalmente sei venuto nella mia umile dimora!- mi dice dall’altro lato del locale, scrollo le spalle alzando gli occhi per l’imbarazzo mentre mi tocco il gomito del braccio con una mano, lui si avvicina rapidamente a me.
-Ti avevo promesso che l’avrei fatto. Scusami ma non ho avuto molto tempo tra il lavoro e il dovermi ambientare. Oggi non riuscivo proprio a mettermi al pc a scrivere e mi sono detto: “dovrei proprio andare da Marco” e così eccomi qui.- gli dico allungando la mano per salutarlo, ma lui evita la stretta.
Si avvicina sempre di più allargando le braccia e stringendomi a sé in quel gesto quasi fraterno, mi ritrovo immobilizzato dalla sua stretta forte e affettuosa.
Ricambio goffamente muovendomi quasi a scatti e poggiando il mento sulla spalla.
-Hai fatto bene. C’è un torneo in corso ma stiamo quasi per finire. Conosci Yazumo?- chiede riferendosi proprio al gioco di carte e annuisco in quanto mi sblocca un ricordo nella testa.
-Ci giocavo spesso da piccolo. Avevo un mazzo costruito interamente sulle Evocazioni Primordiali. Il mio elemento preferito era il ghiaccio. Ero davvero molto forte, poi ho smesso perché agli altri della classe non piaceva più e sono sempre stato lo strano della classe fin dalle elementari.-
Marco ride della mia battuta mentre scioglie l’abbraccio e si sposta dietro il bancone.
-Tu strano? Davvero? Hai tutto l’aspetto di quello fighettino invece. Non direi proprio che sei nerd, se non fosse per il fatto che siamo conosciamo entrambi le stesse cose.- Marco fa una pausa voltandosi e dandomi le spalle, poi prende una bottiglia dallo scaffale vicino gli alcolici. -Mi fai compagnia?-
-Di che roba si tratta?-
L’intruglio dentro la bottiglia è sicuramente nocivo!
La colorazione è verde scuro, simile alle tute militari, all’interno però c’è qualcosa che sembra muoversi, come se fossero brillantini. Sembra disgustoso!
E Marco sembra capire la mia incertezza.
-Fidati, bevi. Non è alcolico. Io non bevo. Però questo è davvero tanto dolce, se ti piacciono le cose zuccherate.-
Indovinato. Sono ghiotto di cose dolci.
Mi lascio quindi andare al suo consiglio e gli faccio un cenno, lui prende due bicchieri di vetro da sotto il bancone, li pulisce con un tovagliolo di stoffa e poi li mette entrambi davanti ai miei occhi cominciando a versare quello strano liquido.
-Forse prima ho capito male, ma parlavi di “metterti al pc e scrivere”. Che intendevi?- chiede Marco prendendo il suo bicchiere e cominciando a sorseggiare la bevanda misteriosa.
Imito il suo gesto, appoggio le labbra ma sento già l’odore che mi ricorda un profumo fruttato, mi prendo di coraggio e bevo quello che, stando alla densità, sembra thé freddo.
-Davvero buono, non avrei detto mai dal colore. È tipo un thé all’esplosione di frutta?- chiedo facendolo ridacchiare.
-Esatto. È una produzione della mia famiglia. Mio nonno ha una campagna fuori da Vallerossa e produce questo thé. Lo vendiamo a tutta la città e anche fuori. Qualità a chilometro zero, prima scelta!-
Annuisco e continuo a bere di gusto.
-Comunque sì, sono una specie di scrittore. Diciamo che sto sperimentando un genere totalmente nuovo, una sorta di fantasy-thriller nel quale il protagonista risolve misteri. Questo è il secondo volume, tecnicamente. Ma non ho mai avuto il coraggio di pubblicare i miei racconti.-
-Sembra una figata assurda! Perché no?-
Scrollo le spalle. Ho cominciato a scrivere durante l’adolescenza e con alti e bassi per tutta la durata della scuola. Poi con il lavoro, poi durante gli anni con Stefano, non sono mai riuscito ad applicarmi molto ma almeno il primo volume l’avevo finito e corretto la bozza.
-Ho avuto altro per la testa. Ora che sono a Vallerossa ho avuto tante idee per un secondo capitolo. Piccolo spoiler: il cattivo non è quello che sembra.- non so perché lo dico, forse perché mi sembra davvero interessato a quello che ho da dire.
Termino la bevanda così come fa lui. -Ho scritto poco, ma ho già moltissime idee.- continuo.
-Se ti va puoi farmi leggere il primo. Mi piacciono i fantasy, come avrai già capito e amo i thriller. Non riesco proprio ad immaginare un mix tra i due quindi voglio capire cosa ti sei tirato fuori.- e poi ammicca.
Sono sempre stato geloso dei miei scritti ma, non avendoli mai fatti leggere a persone che conoscevo, non ho mai fatto quel passo in più. Eppure avrei avuto tante occasioni. Marco mi sembra apposto e devo cercare di essere disponibile.
-Ti passo il PDF appena torno a casa magari… aspetta, però non ho un tuo contatto in effetti.- mi viene in mente nonostante sia un’evidenza abbastanza ovvia. Marco prende il suo cellulare in mano distraendosi e poi mi fa un cenno col mento.
-Avanti, dettami il numero che ti scrivo. Così ci possiamo sentire se ti va di uscire qualche volta…- si interrompe bruscamente e poi alza lo sguardo con gli occhi che gli brillano come se avesse avuto un’idea geniale. -Che programma hai per mercoledì sera prossimo? Sai già se sei di riposo?-
Cerco di fare mente locale e mi sembra di essere a lavoro per pranzo, quindi mi sembra proprio di non avere impegni.
-Ehm… sono libero. Perché?-
-Ottimo, anzi, fantastico. Sei prenotato: è il mio compleanno e sto organizzando una piccola festicciola a casa di Aurora, visto che i suoi genitori non ci sono. Siamo poche persone davvero, e dopo esserci mangiati una pizza ci metteremo a fare qualche gioco di società. Ti divertirai un casino vedrai!- dice Marco, dal tono che hai usato sembra che stia sponsorizzando la serata in una pubblicità, però riesce a contagiarmi con il suo entusiasmo.
Il lato oscuro della mia mente mi fa pensare a quanto possa essere difficile per me conoscere nuove persone e a quanta paura io abbia del dover fare conoscenza. Anche se Marco è disponibilissimo e simpaticissimo, non conosco altri al di fuori di lui e Aurora. E Fabio, ci sarà anche lui.
E come se stesse sentendo i miei pensieri, Marco non mi lascia il tempo di rispondere che subito continua.
-Dai, ci tengo. Non devi neanche farmi il regalo, è una cosa molto semplice. Io penso alla torta e al resto. Non devi portare nulla di nulla, davvero.- a queste sue parole assume uno sguardo che oserei definire “da cucciolo smarrito” con gli occhi a palla e il labbruccio all’infuori, poi cambia voce. -Per piacere?- insiste col tono di un bambino e mi ritrovo a ridere.
-Se  fai quella faccia non posso di certo tirarmi indietro. Però voglio comunque farti un pensierino, anche se non ti conosco ancora molto bene.- dico annuendo, mi farò dare una mano da Alessandro magari nella scelta.
-Come vuoi. Avanti dammi il tuo numero!- dice lui ricordandomi che non ce lo siamo ancora scambiati, gli detto cifra per cifra e poi mi fa uno squillo.
Il numero compare sul mio telefono. Lo salvo come Marco/Tana Drago in modo che io possa riconoscerlo subito. Non che ci sia bisogno visto che la mia agenda telefonica non è molto ampia. Però vedere questi nomignoli mi fa sorridere.
-Casa di Aurora è lontana da qui? Non mi sono ancora ambientato e potrei perdermi da solo.-
-Ti passo a prendere io con la macchina. Il quartiere dove abita è quasi fuori città, è una villa grande e bellissima, vedrai che ti piacerà. E sono sicuro che ti piaceranno anche gli altri.-
Resta vago su quanti siano gli altri. Ma va bene così, poco chiaro in modo da affrontare meglio le mie incertezze.
-Va bene, grande! Allora immagino ci sentiamo meglio in questi giorni per l’orario e il resto. Quanti anni sono?-
-Ne faccio vent’otto. Sì, lo so. Sono un gran figo e me li porto bene, ma che posso farci. Sono fortunato ad essere un ragazzo impegnato!- dice lui a mo’ di battuta, scherza tranquillamente accarezzandosi la barba rossiccia e alzo un sopracciglio in maniera sarcastica, Marco ovviamente ride.
-La modestia è una nobile arte, ti appartiene proprio.- gli dico cercando di punzecchiarlo, lui in qualche modo reagisce mordicchiandosi il labbro per cercare di rispondermi a tono.
-Vuoi forse dire che non sono il ragazzo più figo che hai mai visto? Mica mi imbarazzo eh!- dice insistendo, ci scambiamo una strana occhiata di intesa.
Immagino che abbia capito che mi piacciono i ragazzi, ma l’argomento non viene menzionato come se fosse una cosa talmente tanto ovvia da non doverlo specificare.
-Non intendo darti questa soddisfazione!-
Marco si concede una risata tranquilla, poi si piega leggermente in avanti con la schiena, stringe le spalle larghe e mi fissa con tranquillità. -Posso chiederti quando lo hai capito?-
-Immagino che lo avessi sempre saputo. Non è proprio una cosa facile da capire, quando sei circondato da persone che ti fanno sentire diverso.- gli dico sinceramente, lui sembra capire.
-Capisco bene quello che intendi. Anch’io venivo preso in giro: ero più in carne e basso e quindi ero lo sfigato nerd della classe. Al liceo ci sono sempre i bulletti che prendono in giro e ognuno di noi reagisce a proprio modo. Io per esempio ho tirato un bel pugno in faccia a uno di loro e da allora hanno smesso di provarci.- lo dice con leggerezza e un sorrisino che lo fa sembrare innocente, mi avvicino al bancone e mi appoggio con i gomiti sopra.
-Non mi sembri per niente “in carne e basso” adesso. La tua pubertà deve aver dato i suoi buoni frutti!-
Marco ridacchia della mia battuta nonostante sia la verità. Essendo alto e con le spalle larghe, non avrei mai detto che avrebbe potuto essere diverso in passato.
-Vuoi un pezzo anche tu? No, scherzo. Sono fedelissimo ad Aurora, lei è la mia principessa. Non sono quel tipo di persona che fa queste cose! Ma sei un bel tipo anche tu eh!- dice Marco scherzosamente, il fatto che lo faccia con così tranquillità mi fa sentire bene: non molti ragazzi riuscirebbero a farlo, o magari è solo un demone che mi trascino dietro dal passato.
-Penso che sia una cosa bella: il rispetto dell’altra persona, della persona che amiamo, è sacro. E tu sembri sincero.- entrambi ci troviamo ad annuire l’uno all’altro, sposto il mio sguardo verso i tavolini del torneo: alcuni hanno smesso di giocare e si stanno alzando liberando i posti.
-Se vuoi restare qui a scrivere fai pure. Sarò silenzioso e prometto di non disturbarti, come con Aurora quando deve studiare.- dice Marco invitandomi a sedermi, fa il giro del bancone e mi fa un cenno.
-Sì, volentieri. Ho ancora qualche oretta prima di cena.-

Come girasoli al tramonto [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora