25 settembre 2021

-Avevano bisogno di tempo per parlare. Anche se spero seriamente che non lo facciano alla guida. Fabio diventa piuttosto irascibile quando è sotto stress…- mi dice Davide dopo che giriamo per alcune traverse della città, ritorno di botto ai miei pensieri e mi ritrovo a guardare il ragazzo dai capelli lunghi e neri che ha lo sguardo fisso in avanti.
Mi rendo conto di essermi bloccato a guardare le villette di Vallerossa osservando quando potessero essere belle, man mano che le traverse si susseguono, forse per stanchezza, i miei occhi si son fatti pigri senza potersi focalizzare su nulla che non fossero le luci dei giardini e dei lampioni.
Incredibile come questa città sia arancione anche quando non c’è il bellissimo e caldo tramonto.
Tengo il finestrino chiuso, l’aria è fresca e mi infastidisce avercela spiattellata sul viso.
-Irascibile? Non mi sembra un tipo violento…- dico ritornando con i pensieri a Davide che mi parla di Fabio, il ragazzo tiene entrambe le mani sul volante con una saldezza forte, il suo sguardo ora vaga tra me e la strada ma cammina piano: nonostante abbia fumato, sembra abbastanza lucido e sicuro di sé alla guida.
-Mi sono espresso male, non intendo dire che Fabio è violento. Cioè, ogni tanto ci siamo menati per gioco ma non lo farebbe mai seriamente…- si affretta a specificare, mi rivolge un’occhiata, vorrei proprio capire di cosa sta parlando.
-Sai perché stavano litigando? Quando siamo arrivati io e Marco loro erano già in cucina e sembravano aver cominciato da un po’. Immagino che tu abbia sentito qualcosa.-
Davide fa un mezzo sorriso: ovvio che sa qualcosa, il suo sguardo mi conferma che i due fidanzati erano nel giardino poco prima di entrare, quindi lui stava sicuramente ascoltato la loro discussione quando poi sono entrati.
-Non tutte le coppie possono essere felici come Marco e Aurora. Lui è il principe di una favola, lei la principessa che viene salvata dalla torre del demone. Se capisci l’allusione…- naturalmente parla utilizzando termini del genere fantasy e annuisco lentamente.
-Da quanto stanno insieme Fabio e Noemi?-
Ripensandoci, quando è stato della mia prima sera di lavoro, Fabio era venuto da solo insieme a Marco e Aurora, mi aveva dato come l’impressione di non essere fidanzato.
Ma poi aveva detto di avere un impegno e immagino che si trattasse della sua ragazza.
-Credo siano otto mesi circa. Mi sembra fosse gennaio o febbraio. Conosco Fabio da sei anni… ma ad essere sincero non l’ho mai visto felice con una ragazza in tutto questo tempo.-
Assorbo la notizia annuendo, sono abbastanza stanco e avrei proprio bisogno di andare a dormire, ma in questo momento Davide sembra ben disposto a condividere i pettegolezzi del gruppo, non che mi interessi, ma allo stesso tempo sì.
-Ancora non mi hai detto perché litigavano…-
Davide svolta l’angolo di una strada facendo la curva leggermente troppo stretta e quasi finisce per urtare il marciapiedi dove si trovano le siepi alberate della città. Mi tengo con forza alla maniglia in alto per accertarmi di sopravvivere!
-Scusami, brutta curva. Ad ogni modo, sono le solite cazzate. Litigano per le volte in cui si vedono, litigano perché lui scherza troppo, litigano perché lui vuole scopare sempre ma lei no!-
Sposto lo sguardo fuori dal finestrino ancora una volta: non riesco a capire se stia patteggiando per Noemi o per Fabio e non sono certo che dovremmo parlare dell’argomento.
Riconosco la via perché l’ho percorsa poche ore fa con Marco e anche un paio di volte quando sono andato a casa di Alessandro e Annalisa, non credo manchi molto al mio posto sicuro… non che non mi fidi della guida di Davide ovviamente.
-E tu?-  chiede improvvisamente.
-Io, cosa?- rispondo, giro soltanto gli occhi verso di lui: avendomi conosciuto avrà capito che mi piacciono i ragazzi, la cosa bella di queste persone è che sembra non gliene importi nulla. Questo mi fa sentire al sicuro, come lo sono fin dal primo momento in cui ho messo piede a Vallerossa.
-Sei fidanzato? Hai un ragazzo a distanza o un amico speciale…- dal modo in cui dice la parola “speciale” capisco che allude al fatto che io mi scopi o meno qualcuno. Quindi scoppio in una risata nervosa che non ha senso in questo momento.
-Non credevo che la tua situazione fosse messa così male…- scherza lui, la sua risata è genuina.
-No, non sono fidanzato e al momento non è nei miei pensieri trovarmi qualcuno.- gli dico, è una bugia. Nella mia testa c’è solo un ricordo di com’è amare qualcuno.
Il resto sono sentimenti che ho seppellito sotto una pietra fatta da un anno di terapia dallo psicologo.
Svoltiamo ancora una volta, siamo quasi arrivati alla mia traversa tant’è che vedo il grande lago alla nostra sinistra, dal lato del guidatore: sembra uno specchio oscuro che riflette il bellissimo cielo stellato nel cuore della notte; è una sera di luna nuova, quindi l’enorme satellite non compare sopra la città.
Tuttavia la luce delle stelle lontane fa apparire il contorno delle alte montagne dove solitamente scompare il sole durante il tramonto, ora che le guardo, sembrano la gigantesca mano artigliata di un qualche dio oscuro.
-Immagino sia normale: appena trasferito, nuove persone, nuovi amici, devi ancora ambientarti. Vedrai che le cose miglioreranno. Troverai di certo qualcuno che ti va dietro…- dice Davide continuando a parlare, svolta per l’ultima volta rallentando sempre di più fino a fermarsi del tutto davanti al portone di casa mia.
-Eccoci qua!-  dice ancora.
-Sicuro di riuscire a tornare a casa da solo? Prima mi hai fatto prendere uno spavento. Non è che ti metti nei guai?- chiedo incerto mettendo una mano sulla maniglia della portiera. Lo fisso negli occhi scuri e lui mi sorride con una smorfia sul viso.
-Certo che sì, tanto non abito molto distante. Te l’ho detto. Grazie per avermi fatto compagnia fino a qui. E… non dire nulla di quello che ti ho detto su Fabio e Noemi, tecnicamente sarebbero fatti loro e non avrei dovuto sentirli.- mi raccomanda, faccio cenno di avere la bocca chiusa a chiave e getto via l’invisibile oggetto.
-Noi non ci siamo detti nulla stasera. Grazie ancora per il passaggio, buonanotte…- dico salutandolo.
Davide mi fissa ancora negli occhi, come se aspettasse qualcosa prima che io scenda dalla macchina, resto qualche istante con la portiera aperta cercando di capire cosa voglia esattamente. Ma lui non dice nulla in merito.
-Sì, dolce notte, Dani…- poi torna a guardare in avanti e quando chiudo la portiera lo vedo accelerare e arrivare fino alla fine della via, scomparendo alla mia vista.
Sospiro pesantemente e socchiudo gli occhi, bisognoso di andare a letto e farmi una bella dormita.

Come girasoli al tramonto [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora