Quando usciamo da Zia Lucia’s ci spostiamo sulla lunga via che percorre il lago muovendoci verso nord e girando appena ne abbiamo la possibilità arrivando quindi davanti un portone di legno. Qui Alessandro alza la mano schiacciando il pulsante del citofono e qualcuno apre senza rispondere.
-Andiamo, Annalisa ci aspetta dentro. Ci vuole ancora un po’ prima di cena ma possiamo berci queste nel frattempo. Una bella birretta tra fratelli è l’ideale!- dice lui facendo un largo sorriso che nasconde irrequietezza.
Mi fa cenno di passare avanti e apro il portone pesante, non cigola, anzi, scorre tranquillamente. Il vano scala è piccolo ma non troppo stretto, l’ambiente è più caldo non essendo ventilato e una luce debole e gialla illumina tutto quanto.
Salgo i gradini per primo finché non arrivo alla fine del pianerottolo che si affaccia su un'unica porta, c'è una finestra dalla quale entra la luce del sole che illumina i miei passi.
La porta dell’abitazione si apre e sull’ingresso si trova una ragazza alta più o meno quanto me, indossa un dolcevita che risalta le curve e il fisico non troppo esile. Ha un’acconciatura particolare: i capelli sono lunghi, castani e lisci rivolti verso la parte destra del corpo mentre quella sinistra è quasi del tutto rasata e ciò le risalta il collo allungato.
Mi studia con i suoi occhi castani, chiari come i capelli ma con la luce che li colpisce sembrano quasi dorati come quelli dei demoni del quale ho letto manga. Non ho dubbi su chi sia visto che ormai conosco bene i suoi lineamenti dalle foto dei social.
-Annalisa, immagino. Che piacere vederti.- le dico allungando la mano con fare un po’ imbarazzato, lei sorride in maniera forzata, noto solo adesso che ha un’espressione guardinga mascherata dal sorriso.
Non si fida di me, non ci vuole molto a capirlo.
-Daniele, finalmente ti conosciamo. Prego, entra nella tua nuova casa e benvenuto.- dice lei, ha una bella voce, potrebbe fare la cantante per quanto ne so, avrebbe successo.
-Già, benvenuto a Vallerossa!- dice anche Alessandro nel mentre i miei passi muovono il mio corpo in avanti entrando all’interno dell’abitazione e studiandola.
La prima stanza è molto spaziosa, non solo funge da ingresso ma anche da zona giorno: alla mia sinistra viene un profumo molto delizioso che sembra ragù di carne. Trovo subito la cucina e l’angolo cottura completo di tutto: lavandino, frigorifero, friggitrice ad aria, forno e un piccolo tavolino posizionato in maniera da prolungare l’angolo cottura verso il centro. Ottimo per i miei pasti veloci. Subito dopo si trova una porta-finestra che dà sul balcone.
Alla destra invece si trova un largo tavolo da pranzo attorno al quale ci sono quattro sedie, per i pranzi o le cene in compagnia come in questa occasione: la tavola è completamente apparecchiata con piatti e posate, c’è un delizioso candelabro al centro e le candele sono spente. Oltre ad esso c’è un divano largo e lungo poggiato alla parete con due finestre, una vetrina con altri piatti e un servizio da thé che probabilmente non utilizzerò mai nonostante io ne vada matto, specialmente nel periodo invernale.
Infine un grande e largo televisore sostenuto da un braccio da parete, leggermente sollevato, sembra di ultima generazione e sta trasmettendo uno di quei programmi televisivi spazzatura. Immagino che Annalisa segua questo genere di cose.
-Ti piace?- chiede Alessandro.
-Questo posto è magnifico!- riesco a dire restando a bocca aperta, questo piccolo angolo di paradiso sarà il luogo in cui rinascerò, sento della vibrazioni positive, se così si dice. -E ancora continua?- chiedo indicando un’arcata coperta da una tenda, vedo che si tratta di un disimpegno e ci sono due porte che si specchiano.
-Da quella parte c’è il bagno e la tua camera da letto. E quando arriverà il resto della tua roba potrai avere modo di sistemare la tua postazione da nerd!- ridacchia Alessandro avvicinandosi nel frattempo alla penisola della cucina. Poggia lì il sacchetto con le quattro birre e ne tira fuori due soltanto, poi si muove verso uno dei cassetti per prendere l’apribottiglie.
-Ma questa casa è troppo grande. Come farò a pagarla?- chiedo meravigliato trovando finalmente il coraggio di muovermi al suo interno, la mia nuova casa.
Il mio posto. Il mio nido.
-Non preoccuparti, Daniele.- dice Annalisa chiudendo la porta d’ingresso. -Alessandro ha già pagato i primi due mesi alla Zia Lucia. Lei è la proprietaria di questo locale, ha fatto un ottimo prezzo.- la ragazza si sposta nuovamente verso la cucina senza però rivolgermi lo sguardo, semplicemente però non ci faccio caso.
-Andiamo fuori, qui c’è il balcone e hai una splendida vista sul lago. Da questa parte, dai.- dice Alessandro, scompare attraverso la porta della cucina come se fosse di fretta e lo seguo dopo aver abbandonato le valige in un angolo.
-Non è la vista migliore di Vallerossa, ma da qui avrai sempre un bel sole nel pomeriggio. E di mattina non devi preoccuparti che ti arrivi la luce a svegliarti.- dice Alessandro stappando le due bottiglie e passandomene una, poi si mette a bere delle sorsate mentre si sposta verso un tavolino con altre due sedie.
In effetti ha ragione: da qui riesco ad avere una bellissima vista del sole con i suoi colori intensi e accesi, mi riscalda il cuore e mi fa sentire guarito.
-Alessandro…-
-Ehi, sono tuo fratello, mica uno sconosciuto. Chiamami Alex.- dice lui correggendomi, in effetti è la prima volta che lo chiamo per nome da quando sono arrivato. E ora che ci penso non credo di aver mai utilizzato il suo nome da quando abbiamo cominciato a sentirci di nuovo tramite messaggi.
-Scusami. Alex, non so davvero come ringraziarti. Significa tanto per me, questo posto è la mia occasione. Ne sono sicuro.- dico sedendomi al suo fianco sulla sedia di ferro, è nuova. Sorseggio la birra amarostica, ma è diversa dalle marche che conosco e che ho sempre bevuto.
-Sei mio fratello, che ti aspettavi che facessi? Questa è un’occasione anche per me. Posso finalmente recuperare il rapporto che non abbiamo mai potuto avere.- mi risponde fissando il sole che sta per scomparire tra le montagne oltre il lago, con esso anche le stelle cominciano a comparire.
C’è un attimo di silenzio: vorrei dirgli mille cose, vorrei parlargli di tutto quello che mi viene in mente, anche della cosa più stupida e innocente. Avrei così tante cose da dire però che non mi viene in mente nulla di sensato per l’occasione.
-Non sono abituato ad avere un fratello col quale parlare.- dico stupidamente bevendo dei sorsi più rapidi. Sento i suoi occhi addosso e ricambio la sua occhiata. -Per la maggior parte della mia vita ho dovuto contare sugli amici. La mamma era fuori per lavoro cercando di mantenermi gli studi finché non ho cominciato a lavorare come cameriere dopo il diploma.-
Lui ascolta interessato ogni mia parola e non parla, vedo nei suoi occhi che è realmente attento a ciò che dico in modo da registrare tutto quello che gli sto dicendo così da ricordarlo.
-Mi sono circondato di persone che non mi hanno fatto del bene e nel momento di debolezza sono stato ferito. Ho capito che avevo bisogno di uno spazio nel quale pensare e ritrovare me stesso. E Vallorossa assomiglia all’occasione perfetta.-
Ancora una volta lui annuisce, sorseggia la birra terminandola prima di me ma mi affretto a porre rimedio alla cosa e bevo più rapidamente sentendo la testa più leggera. Non sono un grande bevitore, non ci sono per niente abituato.
-Sembra che te ne siano capitate parecchie. Vorresti parlarmene?- chiede Alex in maniera gentile sporgendosi in avanti e poggiando i gomiti sulle ginocchia, tuttavia la mia mente si chiude alzando un muro invisibile tra di noi.
E lui se ne accorge. -Capisco che ci conosciamo ancora poco. Sono qui per qualsiasi cosa. In qualunque momento tu voglia parlarmene. Ma lo capirai da solo.-
-Grazie, ho bisogno di tempo per adattarmi alle persone. Prendo confidenza quasi subito, ma…-
-Sì, lo so. Le persone alle volte fanno delle stronzate!- dice ridacchiando e alzando le mani in alto, anche lui avrà un passato. O almeno credo, ci sarà davvero il tempo di parlarne?
-Ci facciamo un altro giro di birra?- chiede lui.
Annuisco e sorrido.
Benvenuto, a me.
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Come girasoli al tramonto [COMPLETA]
ChickLit[...] Non guardare lì. Anche se ce l'hai davanti, non puoi farlo! Questa frase echeggia nella testa mentre poggio i fazzoletti e la mia mano sulla coscia di Fabio strofinando in maniera vertiginosamente vicino la sua virilità: la mano si muove delic...