30 settembre 2021

Metto i piedi per terra, il pavimento è freddo, stanotte ho lasciato la porta-finestra della camera da letto aperta e quindi l’aria gelida delle montagne mi ha fatto visita.
Motivo per il quale, le mie coperte sono completamente arricciate attorno al mio corpo.
Ho sentito freddo, probabilmente, e lo sento ancora.
Prendo una tuta dal mobile che ho più vicino, la mia camera da letto è molto grande, quasi quanto la cucina e ci sono i soliti mobili: una scrivania con una televisione abbastanza grande, poi le mie console che mi sono arrivate qualche giorno fa con un biglietto da parte di mia madre che non ho ancora letto.
Il suono ancora continua a martellare nella mia testa. La sveglia che devo ancora spegnere. Ritorno indietro in preda al sonno e passo un dito sullo schermo per sbloccarlo.
Con grande sorpresa trovo un messaggio di Marco.
Ehi Dani. Confermato che c’è anche Fabio oggi. Ho dovuto quasi supplicarlo per farlo venire! Non deve registrare nulla.
Guardo attentamente l’orario e sono solo le otto del mattino. Mi affretto a rispondere, pensavo di essere io quello che si svegliava presto ma vedo che Marco è simile a me in questo… e in tante altre cose.
Davvero lo hai supplicato? O per modo di dire?
Nel mio messaggio seguono una serie di faccine che ridono e attendo risposta mentre mi sposto verso la cucina per fare una colazione abbastanza rapida: latte e cereali e sono pronto per iniziare mentre messaggio un po’ con il rossiccio.
Mi viene da sorridere come un idiota quando ripenso al fatto che Fabio possa essere presente: quando Marco me lo aveva detto ci avevo un po’ sperato. Ma aveva anche accennato al fatto che, tra le live e i video da registrare per il suo canale, tra Noemi e il fatto che lui voglia semplicemente stare a casa a fare le sue passioni, sarebbe stato molto difficile trascinarlo via.
Una parte di me, vuole pensare che sia merito mio.
E che Fabio stia venendo per me… sono un idiota.
Improvvisamente mi arriva una chiamata al cellulare e vedo il nome di Marco, mi schiarisco la gola e rispondo. -Buongiorno, splendore.- gli dico amichevolmente. La mia voce però è ancora roca, molto più del solito che è più delicata.
-Buongiorno, Dani. Allora: passo tra te tra un’0ra e insieme andiamo a prendere Fabio. Ti basta vero? Dimmi che solo perché sei gay non ci stai anche tu tre ore per vestirti!- la supplica di Marco mi fa pensare che Aurora sia una di quelle ragazze che stanno ore intere in bagno nel cercare di prepararsi.
Così come l’altra volta alla festa di compleanno del rossiccio.
-Tranquillo. Un’ora di tempo è più che sufficiente. Mi sono svegliato praticamente adesso dopo…- mi blocco quando sto per dirgli dell’incubo, Marco è gentile e simpaticissimo. Ma non voglio macchiare quella gentilezza raccontandogli uno stupido sogno. -…dopo una notte di freddo. Non sono riuscito a dormire bene e non volevo chiudere la finestra o avrei sentito caldo. Fa sempre questo tempo incerto?-
La butto sul parlare del clima e del meteo. È un classico, però serve a portare la conversazione lontano dal mio assurdo incubo. Non ci voglio neanche pensare, anzi, voglio semplicemente dimenticarlo.
Così come avevo dimenticato dei miei capelli corti, mi sfugge un sorriso al solo pensiero e capisco che è un periodo ormai giunto al termine.
Nel mentre Marco mi dice che è tutto normale e che Vallerossa ha delle stagioni genericamente miti, eccetto un inverno freddo e rigido delle montagne.
Personalmente, mi va bene così.
-Dai, allora ti passo a prendere appena sei pronto. Se mi fai aspettare, sappi che ti salgo in casa.-
-E se fossi nudo?- forse non si aspettava una battuta del genere ma lo sento ridacchiare come se avessi provocato una sfida all’ultima battuta. E Marco non è tipo da tenersele.
-Puoi stare tranquillamente con le chiappe al vento. Non avrai mai la mia eterosessualità! E poi, come dicevo, sono una persona fedele.- dice ridacchiando, mi lascio sfuggire quella risata anch’io.
Per me è difficile scherzare con i ragazzi, non ho sempre trovato brave persone disponibili e trovare questa complicità nel rossiccio mi fa davvero sentire bene. E sento che una parte della barriera d’imbarazzo scivola via come cenere.
-Rispetto la tua eterosessualità e il fatto che sei un ragazzo fidanzato. Scappo in doccia o quando arriverai mi troverai ancora con il latte nella ciotola…- gli dico salutandolo, quando chiudo il telefono comincia un timer invisibile sopra la mia testa. Un’ora di tempo.
Ormai anche meno visto che ha detto che alle nove in punto è sotto casa mia. Sono già dieci minuti in ritardo.
Comincio a correre per casa più veloce che posso andando in camera e chiudendomi nel bagno per farmi una doccia rapida, è una corsa contro il tempo e devo cercare di vincerla.
Quando Marco mi aveva proposto di andare al centro commerciale fuori città ho pensato che fosse una buona idea: dopo il suo compleanno ci siamo scambiati qualche messaggio. Naturalmente non avevo fatto alcun accenno a quello che mi aveva detto Davide sui problemi di Fabio e Noemi.
Una parte di me ha continuato a pensarci per tutta la notte, forse anche preda delle varie emozioni: aver scoperto che Fabio è fidanzato è stato un po’ strano. Questo mi ha fatto riflettere su quanto io debba ancora imparare sulla socializzazione con altre persone. Eppure, nonostante Marco sia una persona molto espansiva e sempre alla ricerca del contatto fisico, non ho avuto la stessa sensazione che ho avuto con Fabio.
Smetterla di pensarci potrebbe essere un buon inizio.
Quando esco dal bagno indosso il mio solito abbigliamento: una camicia bianca a quadri grigi con le maniche tirate ai gomiti, molto sportiva, e un paio di jeans elastici e comodi. Metto qualche braccialetto di pelle e l’orologio.
Sono sotto casa tua. Portati una giacchetta, non si sa mai che senti freddo. Queste sono le parole del messaggio di Marco e quindi faccio come dice prendendo la prima cosa che mi capita e che non sia troppo pesante: adoro questa sua premura.
Mi affretto ad uscire di casa con la tracolla nel quale butto le chiave perdendole tra le varie cose. Scendo le scale e una volta uscito dal portone vedo l’auto di Marco parcheggiata davanti casa mia, mi avvicino.
E con mia grande sorpresa noto che il posto del passeggero è già occupato da qualcuno.
-Ehi, Principessa. Sorpreso di vedermi?- mi saluta Fabio tenendo il braccio con il tatuaggio fuori dal finestrino facendomi un segno di saluto con la mano e fissandomi con i suoi occhi color del mare.
Mi fa un cenno con la testa alzando il mento e ammicca, mi sorride con fare spavaldo.
Mannaggia a te e a quanto sei bello.

Come girasoli al tramonto [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora