Il primo suo sguardo

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Nel nero specchio della mia anima. L'oscurità celava una graziosa figura, che restia si nascondeva, trapelando in un'unica linea sinuosa da quell'opaco filtro. Timido e spaurito, fendevo lentamente quel tenebroso oblio in cerca di un rumore, un contatto, che mi trascinasse lontano da quella tetra landa. Tutto tace, e ogni senso sembra sazio di quel pauroso vuoto che mi circonda. Né il tempo per compiere un passo che una docile ombra mi si fece più vicina, lambendo i margini di quel cinereo lago in cui era avvolta. Da quella umida nebbia che mi attanagliava le ossa, un tremore mi percosse quando vidi emergere, con linee sempre più decise, un gentile corpo dai lineamenti ancora soffusi.

Impietrito rimasi immobile a contemplare quella meravigliosa apparizione, come un pittore che immagina e plasma la sua prematura opera, prima di darle corpo su tela. Allo stesso modo protesi la mano, nello struggente gesto di tracciare quel primo roseo tratto del viso che anticipandomi, mi accecò di una argentea luce lunare. Vacillai a quel bagliore nell'ombra, e i miei occhi ne soffrirono, ma ammaliati si rifiutarono di distogliersi da quelle morbide linee del volto, del collo, delle braccia; eclissate dal suo luminoso sguardo su di me. Tremante le mie dita si sarebbero tuttavia sottratte, se una mano aggraziata non le avesse afferrate in una forte e dolce stretta.

In quel momento la coltre che prima offuscava i suoi nobili tratti si ritirò, lentamente, svelando la leggiadra figura di una giovane donna dai fini capelli oro e la candida veste. A quell'inaspettato contatto quasi mi ritrassi, ma tutto me stesso era assuefatto alla vistosa bellezza che splendeva in lei. Nulla potei contro il suo fascino e avvicinandomi fui colto da una soave e inebriante fragranza, che annegò i sensi miei in un dolce profumo; mentre il mio sguardo si perse nei suoi lunghi capelli e in quei graziosi occhi.

Ancora una volta tutto tacque nel mio animo che con rinnovato interesse si compiacque di quella aggraziata presenza, orlata della fluida veste che colava dalle sue sinuose curve. Le labbra risaltano in un morbido rosso scarlatto; i suoi occhi brillano di una luce vibrante, opaca, che ancor più avvalora il suo candido volto ridente. Come assopita, cadde da un gradino e le sue braccia si abbandonarono a me in cerca di un supporto, ed io, stranito, confuso, altro non feci che ricambiare in un fugace e tenero abbraccio. La strinsi forte al mio petto e cingendola abbandonai il capo tra i morbidi capelli colore del grano, perché mai più sarei vissuto senza lei.

Tutto finì in una cupa nuvola che macchia la sera. Ancora nessuna stella in cielo, ma le luci di un pub. I capelli corvini di una bellissima ragazza stagliano sulla porta e si confondono nella notte, incorniciando uno sguardo sorpreso. Parole e sorrisi fino a tardi, una volta ancora, noi due soli.

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