Il mio demone Saphìr

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E' incredibile come, nel momento del bisogno, il cervello umano sia in grado di livellare ogni scompenso con artefici inimmaginabilmente semplici nella forma ed incredibilmente complessi nella struttura. E' un dato di fatto: a nessuno piace soffrire, ed il nostro corpo lo sa.
Per questo facciamo di tutto per tenerci lontano da ogni fonte di dolore in tutte le sue forme, fisico e psicologico. Spesso però, se non siamo noi a cercare il dolore, è lui a cercare noi in modo tanto insistente tanto più cerchiamo di tenercene alla larga. Insomma in qualche modo, per qualche ragione, nessuno può sfuggire all'esperienza del dolore per molto tempo.
Ci sono volte però, che ciò che ci fa stare male è solo un'illusione: se per tutto il tempo cerchiamo di non lasciarci abbattere dalla sofferenza che certe situazioni cercano di elargire, in questi momenti è proprio la nostra percezione a farci star male, spesso senza una vera ragione di sorta.
In ultima analisi quindi, non è tanto importante quanto facciamo per evitare il dolore, ma quanto possiamo fare per combatterlo. E a questo scopo, abbiamo già visto quanto fantasiosa può essere la nostra mente nel cercare una soluzione al nostro disagio: la mia si chiama Saphìr, ed il palco della sua storia, sono io.

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