"Disastro..! Undici giorni fa è partito il gruppo di esplorazione verso le distese rosse, valicando i colli d'Efeso fino alla punta più orientale della fitta vegetazione. La raccolta sul campo è stato prolifica, migliaia di campioni rinvenuti, ma poco dopo la tragedia è inesorabilmente caduta su di noi.
La sera prima del giorno della partenza dalle distese, una violenta tempesta ha colpito la zona del nostro insediamento e del campo base: venti improvvisi e incontrollabili hanno divelto le tende, abbattuto alberi e disperso le nostre attrezzature. Ci siamo riparati come potevamo, ma la furia è durata giorni interi prima ancora di permetterci di uscire dai ripari scavati nella roccia.
È immediatamente iniziata la conta dei danni, che non smette di accrescere la nostra disperazione: per adesso si contano ingenti perdite tra reperti e campioni, tutti gli esemplari catturati sono morti annegati o di paura, le stesse riserve di viveri non bastano alla fine della settimana. Ma la situazione si aggrava non appena riusciamo a tornare al campo base: la violenta alluvione ha distrutto tutto, gli strumenti di laboratorio, le mappe geografiche, i medicinali, tutti i miei scritti... andati perduti. L'intero archivio di campioni è decimato, e conta pochi tipi di strane rocce e piante tra le migliaia che lungamente avevo discusso nei resoconti dei miei studi, adesso perduti.
Il gruppo di biologi conta una vittima, il giovane Alexander L. Coherdiff, come due dispersi tra le fila degli esploratori, i signori Phil Gauter e Ronnie J. Randal. Dei testi scientifici si salvano solo quelli che avevamo tenuti chiusi nelle casse, trovate a centinaia di metri di distanza dal luogo dove sorgeva il campo principale.
L'acqua e le scorte di cibo bastano appena per mandare un gruppo di soccorso verso il confine sud-orientale in richiesta di aiuto. Tra qualche ora decideremo come procedere dopo aver riunito lo staff per ricostruire i gruppi, oramai non più di lavoro, ma di sopravvivenza. Fino ad allora, non riesco a non pensare alla sciagura che ci ha colpiti. Anni di ricerca, di lavoro e scoperta andati in fumo! Tutta la vita ho sacrificato a questa causa, che per uno scherzo del destino è andata distrutta e portata via dalle acque... proprio adesso che eravamo così vicini! La minaccia di morte che questa terra bisbiglia, è ben poca cosa rispetto al lutto che sto affrontando. Sono già morto annegato con le mie carte e l'inchiostro che non ho potuto proteggere. Erano tutta la mia vita, erano la mia creazione, e cento volte mi sarei offerto alle zanne della tempesta per salvare quei fogli. Eppure sono rimasto impotente di fronte al turbinio di tanta desolazione, e preferirei davvero morire che accettare questa dolorosa realtà.
Sarei davvero dovuto perire sotto la pioggia torrenziale, io e non Alex, non i due esploratori. Io non ho famiglia che mi aspetta fuori da queste terre inesplorate, né più gloria ormai. Ho avuto l'occasione di incidere il mio nome tra quelli dei grandi scienziati che hanno donato la vita in nome della conoscenza e della scoperta, e invece... Invece è andato tutto storto e di morire rischiamo tutti, adesso.
Ma anche nella migliore delle aspettative, non immagino prova peggiore di dover ricominciare tutto da capo, una volta esser stati così prossimi all'obiettivo che doveva coronare tanto lavoro, mio e dei miei colleghi. Per questo, se dovessimo mai riuscire a tornare vivi, già so che la mia fine sarà invece tra quelle quattro mura di casa poiché troppa ingiustizia e rassegnazione si è assediata nel mio spirito. Non sono più giovane e gagliardo come un tempo, già mi trovo dove voglio essere e dove so non potrò più tornare se parto, per questo la via del ritorno mi è dolorosa più della fame che dobbiamo patire, più del senso di colpa verso i miei compagni e della pietà verso le vittime. Non ho più nulla per cui vivere se non in questo mondo inesplorato che forzatamente devo abbandonare.
Se mi sarà possibile darò la vita per salvare i miei uomini, altrimenti potrei ritrovarmi a scegliere come aspettare la fine che completerà la morte che ho sopportato qui.
C.R.D."-Ultima nota, datata 16 Luglio 1844, del geologo e biologo del suolo Conrad R. Duscher.
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Scrittura Libera
DiversosRaccolta di vecchi scritti, recuperati da chissà dove, provenienti da un me più giovane. Mantenete le aspettative basse e gli occhi incollati allo schermo. descrizione originale del mio blog: "Gli autori più originali non lo sono perché promuovono...