20 ~ Riunioni e contusioni

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«Mazza che fiasco!» esclamò Darlina scansando i sassi, dal momento che Stella aveva cambiato l'assalto di gruppo con una ritirata generale.

«Già! Avremmo dovuto organizzarla meglio sta cosa!» convenne Stella.

«No! Aspettate! Aspettate!» gridò il Minotauro, arrancando dietro le donne.

«Cosa vuoi che aspettiamo? Che_» Un'onda di luce investì il corridoio roccioso in tutta la lunghezza. Le torce si accesero una dopo l'altra, sbiancando la vista di colpo.

«Non posso farvi andare via,» disse Calipso, la voce incerta, mentre avanzava verso le fuggitive, ora con gli occhi serrati a causa dell'improvvisa illuminazione. Dovettero però aprirli quando si accorsero che il passaggio era bloccato da cinque entità antropomorfe costituite da fiori. Avevano solo la forma umanoide, ognuno di colore diverso.

«Di qui non si passa,» squittirono quelli, ostacolati pure loro dai sassi.

Darlina aguzzò la vista. «Che razze di cose sono queste?»

Stella si voltò verso Calipso. Il bel volto della strega era stravolto. Stella si accigliò, e senza abbassare la guardia cercò d'individuare il Minotauro. «Che cosa succede?»

«Calipso non è più come prima,» borbottò lo pseudo uomo, mostrando le mani in segno di resa. «Non è normale,» aggiunse facendo sbuffare Stella.

«Sai che novità. C'è qualcuno che lo è da queste parti?» Non attese risposta, e dal momento che Calipso avanzava, ora feroce come prima, sollevando l'abito stile impero color arancio, si rivolse a Darlina.

«Accendi la caldaia!»

«Che-che devo fare?» incespicò sulle parole la Chimera.

«Oh, vecchia ciabatta, questi cosi sono fatti di fiori, questi cosi prendono fuoco, hai capito?» le disse indicando il leoncino.

«Aaaaa!» fece l'altra, che prese ad accarezzare il micio provocando fusa a comando. La Chimera trattenne già il primo singulto, intanto i cinque esseri floreali avanzavano a braccia spalancate.

«Se fossi in voi non lo farei,» ghignò Calipso, sempre più vicina. Le braccia che agitavano l'aria tradivano incertezza.

«Non ti avvicinare!» avvertì Stella, impugnando il serpente delle rocce a due mani, ancora rigido come un'asta. «Darlina! Fuoco!» ordinò, e l'amica compì un balzo, nel mentre espulse dalla bocca fiotti di lava addosso agli esseri floreali. Quello blu si ritrovò con una spalla in fiamme, il rosso con le gambe incenerite, l'arancione senza testa, il giallo con un buco in mezzo al petto, il viola era l'unico a essere completamente fumante.

«Urgh! Mi serve un quintale di malox,» biascicò a gola secca Darlina dopo essere atterrata. Affondò una mano nello stomaco.

«Sei stata bravissima!» esclamò Stella.

«Non sai quanto mi piace questa cosa,» ribatté l'altra piegata. Girò la testa e vide il Minotauro tremare. «E tu, da che parte stai?»

Il Minotauro non seppe rispondere all'interrogativo della Chimera. Non riusciva nemmeno a guardarla negli occhi, figurarsi se poteva vedere quelli super sospettosi della Medusa. Lanciò un timido sguardo a Calipso, ma lei lo ignorò.

«Non posso intralciare il volere della padrona...» Scappò via con la coda tra le gambe.
L'atteggiamento ignavo del Minotauro attirò per un attimo l'attenzione di Stella e Darlina, un attimo che Calipso colse al volo. Con un gesto lanciò una malia sui resti degli esseri floreali, e da essi si dipanarono gomitoli di fili spessi come sbarre. Stella tornò sull'attenti, ma era già circondata dalle sbarre di metallo che continuavano a fissarsi l'una all'altra fino a formare una gabbia a cilindro.

ANTIEROI ANTICHI COME NONNI Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora