«Di preciso, cos'è che ci ha convinti a salire in groppa all'asino che vola?» Gridò controvento Stella tra le nuvole.
«Il fatto che vola!» rise Darlina seduta davanti a lei, aggrappata alle lunghe orecchie del ciuchino. Le alette di colombo che frullavano accanto agli zoccoli anteriori.
«Sei troppo entusiasta tu!» La voce tremula di Stella seguiva di pari passo l'ennesimo tuffo dalle nuvole. «Vorrei tanto sapere perché diavolo deve fare così, oh! Sale, sale, sale su, s'impenna e poi giù in discesa rapida, manco fossimo sulle oddio! Moontaaagneee ruuusseeee!»
«Io voglio tornare da Calipso,» borbottava di tanto in tanto Sabato, occupato a schivare i serpenti dell'amica seduta in mezzo. A un certo punto ne morsicò uno, ottenendo un armistizio di dubbia durata.
«Oh, senti tu, è ora di piantarla, ti sei divertito anche troppo!» esclamò Stella col volto ruotato quasi al massimo.
«Mai quanto me ora!» ribadì Darlina, con le gambe inforcate sul collo del ciuchino volante, i piedi artigliati ai lati, che apriva e chiudeva come a voler acchiappare pezzi di nuvole. Se Stella e Sabato avessero potuto vederla in faccia, avrebbero riconosciuto la bambina che era stata un tempo. Il vento che le sconvolgeva i capelli paglia sbiadita, le rughe stirate al massimo e gli occhi, che non ingannavano nessuno se visti ignorando il decadimento fisico, era pura gioia. Non le importava nemmeno il pericolo di cadere e precipitare nel Mediterraneo. Dietro lei Stella invece contava i secondi affinché finisse la sensazione d'ingoiare le nuvole a furia di urlare.
Sabato si sporse di lato, mantenendo salde le redini che aveva imbragato Calipso al ciuchino un attimo prima della partenza. «Però,» borbottò, avvinto dallo splendore del sole che puntinava d'oro il mare più blu che avesse mai visto.
«Che fai Sabato? Non mollare la presa, che cado!»
«E io non vorrei mai farti cadere!»
«Quanto sei convincente! Di' un po', non ti starai mica vendicando?»
«Ma nooo,» rise sotto i baffi, attirando ripicca preventiva dai dannati serpenti.
«Quanto tempo ci vorrà per arrivare al deserto?»
«Aaa come sei petulante, io oooo! Non è divertente?» rise Darlina a bocca spalancata, mentre il ciuchino si tuffava a strapiombo per l'ennesima volta.
«Calipso aveva detto che il ciuchino è attratto dalle emanazioni magiche di Platopoli, speriamo di arrivare subito!»
«Goditi il momento per una volta,» disse Darlina senza perdere il sorriso.
«Il vento è cambiato, è più caldo. Ci stiamo avvicinando alla terra ferma.» Stella si sporse da una spalla di Darlina e avvistò all'orizzonte la linea di terra ingrandirsi. «Non so voi, mi sembra però che non stiamo seguendo la direzione giusta.»
«Se fosse così, sarebbe un guaio,» convenne Sabato. «Eh, come facciamo?»
Il vento caldo segnalò l'arrivo nel cielo sopra il deserto. Il blu del Mediterraneo era già un ricordo, soppiantato dal corrente oro rossiccio delle dune del Sahara. La lunga scia polverosa che disegnava curve sinuose sulla sabbia attirò l'attenzione del trio e condizionò l'andatura del ciuchino.
«Che fai, Pancha!»
Stella scattò il mento sul collo e arricciò il naso. «Chi è Pancha?»
Darlina fece spallucce. «Non posso mica chiamarla Pancho, dal momento che è una femminuccia.»
«Ma chi?» domandò l'altra, presa alla sprovvista dalla curva stretta tracciata dal ciuchino.
«Oh, ma non ti sei accorta che questa bestiola è una femmina?»
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ANTIEROI ANTICHI COME NONNI
FantasíaSono nonni. Sono tre. Sono: Stella, Darlina e Sabato, amici inseparabili chiamati ad aiutare una giovane donna a cercare il marito perduto. Sembra un compito semplice e innocuo, ma così non è. Ritrovare quell'uomo è il riscatto della vita di migliai...